domenica 7 gennaio 2018

EMANUELE ALOISI: "LA VOCE DI QUALCUNO"

La voce di qualcuno

…e non saremo soli quando staremo al buio
quando al mattino ci risveglieremo
o non avremo voglia di svegliarci
nel non udire quella voce
la stessa che ogni giorno ci chiamava
e che in silenzio ci attendeva a braccia aperte
e non saremo soli quando al mattino la ricorderemo
portandola come un oggetto nelle tasche
sui ponti di avventure in riva al mare
e sulla sabbia a camminare
nei vortici di una conchiglia al sole
nell’eco del sussurro di un ricordo
nel vento che ci spinge a navigare al largo
e mai da soli a rimanere al buio.

4 commenti:

  1. Una poesia intensa che evoca tutta la forza che l'autore trova nella Fede, e con la quale ci contagia, portandoci a riflettere su quel mistero che riempie il vuoto e rende il buio meno nero, ed elimina la solitudine. Non si è mai soli, in ogni momento della nostra vita, se ci affidiamo a Colui che ci guida. Una poesia con abbrivi emotivi di efficace musicalità per una piacevolissima lettura.
    Grazie

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    1. Ho scritto questa poesia pensando a un mio caro amico che ha perso da poco sua madre, e pochi anni fa suo fratello gemello. Sofferenze del genere, almeno credo dalla mia piccola visiona umana, generano sensazioni di buio e solitudine. La vita va avanti, anche nel ricordo e nella compagnia di una voce. Ogni persona ha la sua.In questo momento tu vi hai trovato quella di un Colui....ne sono felice. La vera poesia serve proprio a questo: a fare in modo che ogni lettore la interpreti a suo modo e vi ritrovi le risposte di cui ha bisogno! Grazie. Emanuele Aloisi

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  2. E io ho pianto. A testimonianza dell'universalità della poesia. Emanuele spiega a chi ha dedicato la lirica, di carattere emotivo più che figurativo, e io comprendo che la mia certezza può e deve sfaldarsi. Non si scrive per dire di se stessi, per narrare dolori o sensazioni autobiografici, si scrive per
    dare alle assenze carattere condivisibile. Il dramma dell'amico del nostro Autore appartiene a tanti di noi e il suo modo di porgerlo rende le isole del ricordo territori vivibili. Il verso relativo allo stare al buio, che apre e chiude la poesia, dà senso pieno alle perdite. Gli amori restano nei pensieri, il loro ricordo solleva nei momenti difficili, ma le voci? Dove sono le voci che vorremmo evocare e che sono le prime a scomparire? E il buio, non solo quello della sera, il buio della vita, che in certe circostanze diviene denso, impenetrabile, chi può aiutarci a vincerlo? Le domande di ognuno sono riassunte in questi versi di seta, ricchi di immagini sublimi: "portandola come un oggetto nelle tasche
    sui ponti di avventure in riva al mare
    e sulla sabbia a camminare
    nei vortici di una conchiglia al sole" .
    Noi siamo in quei versi. Li abitiamo con le lacrime che perdono il controllo delle ciglia. Non so quanto e come ringraziare Emanuele per tanto dono... Un saluto a Nazario e a Francesco.
    Maria Rizzi

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    1. onorato delle tue meravigliose parole grazie emanuele aloisi

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