tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post17909147475168867..comments2024-03-27T02:02:35.206-07:00Comments on Alla volta di Leucade: N. PARDINI: "TRE SONETTI DI LORENA TURRI"nazariopardinihttp://www.blogger.com/profile/16507694449914844380noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-41407974389355849952015-05-10T01:06:03.296-07:002015-05-10T01:06:03.296-07:00I testi di Lorena sono la prova che la creatività ...I testi di Lorena sono la prova che la creatività può oltrepassare le sbarre della metrica pur rispettandone canoni. E Lorena conoscendo profondamente la materia riesce a spaziare in essa stravolgendo il concetto di gabbia, il suo verso è il fuoco del fabbro che riesce a forgiare e dilatare il ferro delle sbarre in forme sempre più nuove e di ampio respiro. In questo caso la gabbia diventa mare aperto con il ritmo delle sue onde, e immenso prato che si trasforma al mutare delle stagioni.<br />Serenella Menichetti.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09270924476526901576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-22086126628138931782014-11-04T02:14:48.632-08:002014-11-04T02:14:48.632-08:00Carissima Maria, amica cara e mia assidua lettrice...Carissima Maria, amica cara e mia assidua lettrice,<br />io sono un'eterna allieva, quella seduta nell'ultimo banco!<br />Certe volte persino un po' "indisciplinata", altre cheta e quieta, altre ancora alzo la mano perché mia sia concessa la parola per provare a dire qualcosa... a modo mio.<br />Ma è sempre in quel banco che amo sedermi.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-62945528853193902372014-11-02T03:18:20.069-08:002014-11-02T03:18:20.069-08:00Per non ripetermi su Lorena e sulle sue straordina...Per non ripetermi su Lorena e sulle sue straordinarie capacità, mi limito a dire, da profana, o quasi, nel campo metrico, che la sua è ben lontana da essere pura erudizione. Ne abbiamo parlato e so che non ama le liriche scritte a 'a tavolino'. E' una delle voci 'ispirate'. I sonetti postati e commentati dal Professor Nazario e da ognuno di voi ne sono l'ulteriore prova...<br />Ogni volta che la leggo mi convinco che la metrica diviene una gabbia solo per coloro che la adottano con ostinazione e spesso in modo arcaico e desueto. La nostra Autrice è una grande innovatrice che convince e incanta! Maria RizziAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-4864285990646901252014-11-02T01:21:01.291-08:002014-11-02T01:21:01.291-08:00Gentile Lorena Turri,
le confesso che ero quasi s...Gentile Lorena Turri,<br />le confesso che ero quasi sicuro che aveva scritto i dodecasillabi come doppi senari, confortato dal fatto che tra il primo e il secondo senario di ogni verso c'è sempre cesura (più o meno forte) e c'è pure impossibilità di sinalefe, perché il secondo senario comincia sempre per consonante.<br />Comunque, ancora complimenti <br />Pasquale BalestriereALDEBARANhttps://www.blogger.com/profile/06969500650951458820noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-28036671728333018092014-11-02T01:54:56.099-07:002014-11-02T01:54:56.099-07:00P.S.: Ho usato impropriamente la parola "anfi...P.S.: Ho usato impropriamente la parola "anfibraco" ma senza intenderla sinonimo di trisillabo, soltanto pensando al trisillabo come a un verso anfibrachico.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-25740746344562756262014-11-02T01:31:53.797-07:002014-11-02T01:31:53.797-07:00Gentile professor Balestriere, in tutta sincerità,...Gentile professor Balestriere, in tutta sincerità, per la spontaneità che mi caratterizza e che scaturisce, come è stato osservato, dalla mia scrittura, li ho pensati semplicemente come doppi senari e questa era la mia intenzione. Relativamente all'interpretazione del professor Pardini mi sono permessa di supporre gli anfibrachi, anche con qualche azzardata cesura laddove vi siano delle sdrucciole, al fine di capirla io stessa. Venendo da studi scientifici e non essendo pratica di metrica classica, per me qualsiasi osservazione è importante per ampliare le mie conoscenze. Come socia dell'Accademia Alfieri di Firenze, passo spesso del tempo a disquisire con altri soci amici di metrica e ogni volta sorgono nuovi dubbi o nuove possibilità interpretative, la qual cosa trovo molto affascinate. Proprio ultimamente si ragionava sui versi doppi, onde la mia ipotesi.<br /><br />Lorena TurriAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-36877293337773253582014-11-01T18:42:35.180-07:002014-11-01T18:42:35.180-07:00Ma poi lei, gentile Lorena, quei dodecasillabi com...Ma poi lei, gentile Lorena, quei dodecasillabi come li ha pensati, all'atto della composizione? Come doppi senari o come quadrupli trisillabi?<br />Mi creda, non è domanda oziosa.<br />Pasquale BalestriereALDEBARANhttps://www.blogger.com/profile/06969500650951458820noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-40131477387355826462014-11-01T18:30:13.699-07:002014-11-01T18:30:13.699-07:00Gentile Lorena Turri,
in riferimento al suo terzo...Gentile Lorena Turri, <br />in riferimento al suo terzo sonetto “Se si aprissero finestre di luce” e rispondendo alle sue osservazioni (ho apprezzato l’uso del condizionale), io lascerei a dormire l'anfibraco - nonostante gli sforzi disperati di sdoganamento di qualche metricista italiano- nel luogo che gli è più consono, e cioè nella metrica greca e latina, dove è nato e vissuto (bene). E non userei questo termine come quasi sinonimo di trisillabo perché, a parte ogni altra considerazione possibile sul passaggio dei metri classici -quantitativi- in ritmi italiani -accentuativi-, l'anfibraco è un piede, il trisillabo è invece un nucleo metrico che si configura come verso. Ma, a parte altri rilievi che si potrebbero fare sull'operazione (arbitraria, e perciò avrei molto da dire anche sulla metrica barbara del Carducci e di altri “esploratori”) di trasportare in italiano un metro di quattro tempi brevi (ᴗ‒ᴗ) riducendolo in tre tempi (o sillabe, né brevi né lunghe), vorrei ricordare innanzitutto a me stesso che, anche quando i versi ( o versicoli) viaggiano in coppia (doppio senario, doppio settenario, ecc.) mantengono intatte le proprie caratteristiche (in particolare gli accenti) e la propria integrità, cioè il proprio numero di sillabe. Cosa che avviene nel suo sonetto, se parliamo di versi costituiti, com’io sostengo, da doppi senari. Non così se ipotizziamo versi composti da “quadrupli trisillabi”. Mi spiego meglio: se proviamo a dividere in quattro lacerti ternari (o trisillabi) il verso “Qui immagini vedo di un trito lunario” l’operazione non riesce, cioè non tutti i versi sono trisillabi. Avremmo infatti: “Qui immagini” (ternario sdrucciolo)/ “vedo”( bisillabo)/ “di un trito” (ternario )/ “lunario” (ternario). Il problema si ripete, sia pure in altra sede nei due versi successivi a questo. Poi magari saremmo costretti a ipotizzare sinafie o altri espedienti metrici. Ma le assicuro, gentile Lorena, che non sarebbe proprio il caso. Per questi motivi mi pare più opportuno parlare di doppi senari che d’altro.<br />Pasquale Balestriere<br />ALDEBARANhttps://www.blogger.com/profile/06969500650951458820noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-86369008500301318402014-11-01T14:54:09.291-07:002014-11-01T14:54:09.291-07:00La ringrazio vivamente professor Balestriere delle...La ringrazio vivamente professor Balestriere delle sue osservazioni e della sua condivisione. <br />Vorrei azzardarmi a dire che il senario con accenti regolari in 2a e 5a sillaba, mi pare si comporti come un verso doppio, ovvero un doppio trisillabo. La "successione di quadrupli trisillabi" quindi, sarebbe data da quattro anfibrachi. <br />Non so se è ciò che intendeva il professor Pardini.<br />Lorena TurriAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-90519693858253068442014-11-01T12:23:23.608-07:002014-11-01T12:23:23.608-07:00Queste prove poetiche dicono chiaramente che Lore...Queste prove poetiche dicono chiaramente che Lorena Turri affronta la sfida alla forma chiusa del sonetto con apprezzabile padronanza metrico-linguistica. Colpisce l'opportuna scelta di parole brevi (bisillabe e trisillabe, con solo quattro o cinque occorrenze di termini di quattro sillabe), peraltro più facilmente collocabili all'interno del verso, ma anche più malleabili sotto il profilo metrico e con ampie risonanze ritmiche. Per il resto condivido la nota dell'amico Nazario, tranne nel luogo dove si parla, a proposito del terzo sonetto, di "sostituzione dell’endecasillabo con una successione di quadrupli trisillabi". In parte è così, ma i dodecasillabi del citato sonetto sono composti -sempre- da coppie di perfetti senari, normalmente accentati in seconda e quinta sede. Si tratta comunque di buone prove (specialmente la prima e la terza), sostenute da notevole spinta emotiva.<br />Pasquale BalestriereALDEBARANhttps://www.blogger.com/profile/06969500650951458820noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-23607619378992126192014-11-01T08:28:01.226-07:002014-11-01T08:28:01.226-07:00La ringrazio di cuore, professor Pardini, mi sento...La ringrazio di cuore, professor Pardini, mi sento davvero onorata di tanta attenzione.<br /><br />Lorena TurriAnonymousnoreply@blogger.com