tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post1844334737014234339..comments2024-03-27T02:02:35.206-07:00Comments on Alla volta di Leucade: CLAUDIO FIORENTINI: "RIFLESSIONI SUL TEMPO"nazariopardinihttp://www.blogger.com/profile/16507694449914844380noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-78273388043823593802014-08-24T09:11:41.075-07:002014-08-24T09:11:41.075-07:00Leggendo Claudio Fiorentini (… “c’è molta più vita...Leggendo Claudio Fiorentini (… “c’è molta più vita nel tempo dell’attesa che nell’attimo atteso”…) e Nazario Pardini (… “la vita è un alternarsi di tempo –attesa e non tempo - fine dell’attesa- …”), mi torna in mente il titolo di un melologo organizzato anni addietro: ‘Natale è… il tempo di aspettare che accada’. <br />Il Tempo dell’Avvento è il tempo propizio ‘per fare spazio a Cristo’ e al suo mistero.<br />In senso laico il Tempo dell’Avvento è il tempo propizio per ‘abitare l’intermezzo’, così come lo esprime Michel Onfray nel suo ‘Filosofia del viaggio’. <br />Difatti se consideriamo una linea retta vedremo che essa è costituita da un punto A e un punto B, tra loro distanti uno spazio AB. Questo spazio è il tempo dell’attesa e come tutti gli spazi può essere percorso.<br />Il tempo dell’attesa può pertanto essere ritenuto un viaggio, interiore o non, verticale e/o orizzontale verso un compimento, l’attesa appunto, che una volta raggiunto, sublima l’attesa e al contempo la svuota di senso. Bene fa Claudio Fiorentini a ricorrere all’esempio dell’atto sessuale: se infatti l’orgasmo non fosse il compimento dell’atto sessuale, quest’ultimo si trasformerebbe come nel gruppo marmoreo cantato da Pardini: “Eterna meraviglia, bella immagine che il tempo non consuma… Tutto fermo. E tutto nel mistero inultimato. Eterno desiderio inattuato. Rimasti là sospesi, eternamente statici.” <br />Il tempo dell’attesa invece trova un compimento proprio nella sua realizzazione affinchè possa cedere il passo ad un nuovo inizio, ad un nuovo rapporto sessuale, ad un altro tempo dell’attesa, ad un altro viaggio: “perché gli uomini invece di starsene fermi, sono continuamente in viaggio?” si chiedeva Bruce Chatwin. Certamente perché la sedentarietà irrigidisce le membra e i neuroni e svuota di senso la nostra vita tanto che Franco Campegiani arriva a dire con giustezza che “un viaggio senza meta è accettabile, ma un viaggio senza senso (cognitivo) no”.<br /> Il tempo dell’attesa trasforma di fatto il Tempo in un susseguirsi di attese e di viaggi che finiscono per annullare il futuro che continua ad esistere solo come categoria mentale poiché il compimento dell’attesa lo annulla ma il tempo dell’attesa lo proietta prepotentemente e trasforma nel presente. <br />Il Tempo dell’attesa, il ‘tempo di aspettare che accada’, il ‘tempo di abitare l’intermezzo’, se non viene offeso dall’ansia del tempo cronologico, diventa allora l’occasione per riempirlo di significazioni e di senso. Diventiamo ‘viandanti del nostro tempo’, del nostro e di nessun altro: il Tempo ‘diventa privatamente e straordinariamente nostro’, pienamente posseduto da chi lo vive.<br />Eppure destinato a finire per fare strada ad un nuovo tempo: cerchiamo infatti di mettere ordine, di contenere, di categorizzare l’intorno a noi, per sfuggire al Caos e quindi all’imprevedibile. Ma il tempo fisico, che sempre scorre tutto ignorando, riprende la sua marcia interrotta solo nella nostra concezione categoriale, riconsegnando continuamente e perennemente le nostre vite al Caos, che“ irrompe” intorno a noi a ristabilire la tempesta, il disordine. E noi cercheremo di contenerlo con un nuovo rapporto sessuale o con un nuovo inizio, consegnandoci infine ad un nuovo tempo dell’attesa e ad un nuovo orgasmo-compimento, poi ancora e poi ancora, fino a quando il Caos non si neutralizzerà, di volta in volta, nel raggiungimento di un nuovo equilibrio. <br />Questo è quanto stabilito dal II principio della termodinamica che teorizza un tempo indifferente e lineare nel quale c’è una lotta eterna tra l’ordine e il disordine, tra il trasferimento di energia da un corpo all’altro fino al raggiungimento dell’equilibrio: fenomeno in essere da sempre che permette l’evoluzione del pensiero, dell’uomo e dell’universo e che qualora si dovesse interrompere per il raggiungimento definitivo dell’equilibrio, porterebbe forse alla fine del tutto.<br /><br /> Umberto Messia<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-87036594655292888242014-08-23T12:45:01.331-07:002014-08-23T12:45:01.331-07:00Il Presente esiste? Si direbbe di no, se nel momen...Il Presente esiste? Si direbbe di no, se nel momento in cui lo nomino è già scivolato nel Passato. Nel fluire inesorabile del tempo, non sembra esserci spazio per il Presente. Noi parliamo di "tempi attuali", è vero, ma l'Attualità non è che un ritaglio arbitrario nello scorrere del tempo, un comodo "fermo immagine", del tutto abusivo, nell'incessante movimento diacronico del divenire. Il Presente è un'altra cosa: è quel "Non-tempo" di cui parla Claudio Fiorentini, che si trova fra le pieghe del Tempo e che all'improvviso scioglie le parentesi, interrompendo quel lineare processo che chiamiamo "Durata", il quale viene dal Passato e corre verso il Futuro. In tal modo il Tempo si rinnova, rivelando che la sua vera e interna legge è ciclica anziché lineare. <br />Conosco e frequento Claudio da qualche anno, così mi sembra di poter dire, con discreta e ragionevole certezza, che la sua visione del mondo sia focalizzata su quell'attimo fuggente (ma non per questo chimerico) che esprime in modi unici e irripetibili la continua e sorprendente novità della vita. Non a caso, immagino, egli ha intitolato "L'incauta magia del mentre" un suo noto testo poetico (Kairos editore), dove il "mentre" sta esattamente ad esprimere quel "Non-tempo" di cui stiamo parlando, quella parentesi ritagliata nello scorrere del Tempo, del fluire del Passato verso il Futuro. Il "mentre" è per l'appunto il Presente (eterno) che fa irruzione nel Tempo per scuoterlo dal suo torpore. Dice Fiorentini: "Il mito dell'eterno ritorno, la rievocazione del caos primordiale, il tempo zero, l'inizio di tutto è racchiuso in un attimo in cui non esiste il tempo". <br />Ed è la rigenerazione del Tempo, l'avvio di tempi nuovi, la nascita di un nuovo mito, la rivelazione di un inedito senso della vita. In quei momenti di grazia l'uomo ha la percezione di essere finalmente vivo, e non più di "lasciarsi vivere", come giustamente dice Maria Rizzi. O meglio di lasciarsi morire, "divorare dalla voracità dell'oblio", come scrive Nazario Pardini. In quei momenti di pausa riflessiva, si fa il vuoto mentale e ci si rigenera, si fa un nuovo pieno di energia creativa. Senza il Non-tempo (che a mio avviso è l'eterno Presente da cui tutto viene e verso cui tutto va) noi non riusciremmo a sentirci vivi e ci troveremmo catapultati nella morte del Tempo, nella disperazione di un viaggio senza senso. Ha ragione Matteo a ricordare "l'importanza del viaggio oltre che della meta", con l'aggiunta da parte mia che un viaggio senza meta è accettabile, ma un viaggio senza senso (cognitivo) no. <br />Franco Campegiani <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-29078879591998267712014-08-21T15:17:54.134-07:002014-08-21T15:17:54.134-07:00La vita e il tempo... analisi filosofica di grande... La vita e il tempo... analisi filosofica di grande profondità. Quanto tempo trascorre senza senso o senza che gli venga attribuito il senso che merita? A mio umile avviso esiste un momento che quasi per tutti segna lo spartiacque, ovvero consente di cominciare a comprendere il senso del tempo. Della felicità che è segnata da infiniti piccoli momenti, talvolta difficili, ma proprio perché difficili indimenticabili; dell'amore, che non può essere sentimento inflazionato, ma deve avere il suo peso, la consistenza di qualcosa che merita tempo, dono, percezione totale. Quando cominciamo a comprendere l'importanza del tempo lo rincorriamo affamati come cani ... Sappiamo che è il cibo di cui dobbiamo nutrirci. E il pensiero si coniuga con il tempo, forse, quando si raggiunge l'equilibrio giusto per vivere e non 'lasciarsi vivere'.... Maria RizziAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-15675237250621967592014-08-21T11:36:34.721-07:002014-08-21T11:36:34.721-07:00Una riflessione davvero elegante ed avvincente che...Una riflessione davvero elegante ed avvincente che riafferma l' importanza del viaggio oltre che della meta , e ... più in grande ... forse l' importanza della vita stessa che è il viaggio.<br />Ciao Claudio<br /><br />MatteoAnonymousnoreply@blogger.com