tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post3199397666623737719..comments2024-03-27T02:02:35.206-07:00Comments on Alla volta di Leucade: ALDA MAGNANI: "UN PAESE E UN BOSCO DEL NOSTRO APPENNINO"nazariopardinihttp://www.blogger.com/profile/16507694449914844380noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-86753233963310992512015-07-08T11:45:04.922-07:002015-07-08T11:45:04.922-07:00Gradirei che l'Anonimo mi desse una definizion...Gradirei che l'Anonimo mi desse una definizione di prosa liri o mi riportasse almeno qualche esempi di autori famosi. Intanto gli chiedo se conosce la produzione letteraria di Dino Campana.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-82185978515412549442015-02-11T04:13:54.966-08:002015-02-11T04:13:54.966-08:00Bellissima, ma della prosa lirica ha ben poco. Mol...Bellissima, ma della prosa lirica ha ben poco. Molto prosa, poco lirica.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-56231604832128897202014-12-02T06:54:49.953-08:002014-12-02T06:54:49.953-08:00Prosa fascinosa. Poesia. Un andare col piede, con...Prosa fascinosa. Poesia. Un andare col piede, con gli occhi e con l’anima…tra natura conosciuta che rivela nuova vita e nuove dimensioni di comunicazione, ricordi e significati,…Un andare in salita, in verticale, tra suoni conosciuti e silenzi immoti, incantati, monologando nella dimensione della luce, che svaria e i colori che si fondono e confondono.<br /> Come mi ricorda una bella, strana, intrigante ed inquietante poesia della grande Antonia Pozzi!, che non ha saputo cogliere nella sua breve vita come l’autrice di questa splendida prosa poetica la dimensione della consolazione, il ritornare rigenerato, le ragnatele di seta che si faranno ricordi<br /><br />Io fui nel giorno alto che vive<br />oltre gli abeti,<br />io camminai su campi e monti<br />di luce-<br />Traversai laghi morti- ed un segreto<br />canto mi sussurravano le onde<br />prigioniere-<br />passai su bianche rive, chiamando<br />a nome le genziane<br />sopite-<br />Io sognai nella neve di un’immensa<br />città di fiori<br />sepolta-<br />io fui sui monti<br />come un irto fiore-<br />e guardavo le rocce,<br />gli alti scogli<br />per i mari del vento-<br />e cantavo fra me di una remota<br />estate, che coi suoi amari<br />rododendri<br />m’avvampava nel sangue .(Nevai.1934, da Parole)<br />M Grazia Ferraris<br />Anonymousnoreply@blogger.com