tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post482700234971684981..comments2024-03-27T02:02:35.206-07:00Comments on Alla volta di Leucade: N. PARDINI: LETTURA DI "MATERIA GREZZA" DI AURORA DE LUCAnazariopardinihttp://www.blogger.com/profile/16507694449914844380noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-66915758775872796422014-12-21T13:35:57.980-08:002014-12-21T13:35:57.980-08:00Caro Nazario,
leggere quanto mi scrive mi dà orgog...Caro Nazario,<br />leggere quanto mi scrive mi dà orgoglio, è segno che ho preso la strada giusta.Di strada ce ne è sempre, mi propongo di percorrerla al meglio.Ho apprezzato ogni passaggio e molto la sua citazione di Chateaubriand. La mia è,in questa raccolta, una poesia sul sentimento, ma se avessi cantato la Terra, o la Vita, avrebbe funzionato lo stesso. Grazie dunque.<br />E grazie a te Maria, per le tue parole piene e per i paragoni di cui mi onori! <br />Mi piace una poesia che possa essere danzata, o cantata, e perché no anche odorata, e che queste esperienze siano per il corpo, oltre che certamente per l'anima.<br />Innovativa? non saprei, mi auguro d'avere più che altro uno stile mio, ma certamente in movimento.<br />Grazie a voi!<br />Vi abbraccio,<br />Aurora<br />AURORA DE LUCAhttps://www.blogger.com/profile/11209886804224628038noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-30215737364979636052014-12-18T12:00:37.255-08:002014-12-18T12:00:37.255-08:00MATERIA GREZZA
AURORA DE LUCA – GENESI EDITRICE
...MATERIA GREZZA<br />AURORA DE LUCA – GENESI EDITRICE<br /><br /><br />La parola è degli uomini, l’Arte è degli angeli… angeli di materia grezza , di ‘genuina essenza’.<br />Per divenire angeli occorre spesso assumere forma, sostanza. Nella vita nasce di continuo buccia nuova sulla vecchia. Si sta al passo delle esperienze, ci si trasforma. E, nel cammino che ci è dato in sorte, di continue crisalidi, può capitare di dover ritornare alle origini per recuperare l’aspetto autentico dei rapporti: Di dover ritrovare :<br />“un dono, perduto non si sa <br /> ne quando né dove” - versi tratti dalla lirica “Vento”<br />Le origini sono spesso nei calici dei fiori, negli elementi della natura, nei gesti semplici dell’amore.<br />Aurora De Luca, nella sua Silloge, che ha sapore di primavera, convince, con superbo lirismo, che a correre fuori dai sogni ci si può persino far male.<br /><br />“Sono qui<br /> semplici le parole che ho da dirti.<br /> Restano frastagliate<br /> come spuma sulle labbra,<br /> verso di te”- versi tratti da “Parole semplici”<br /><br />Il tempo nuovo, vero, dell’Autrice cresce intorno ai gesti non lavorati, non trattati, come rampicante. E l’innocenza si rivela miracolo più candido della neve:<br /><br />“Che ci sia in noi questa stupida euforia, <br /> e permanga, <br /> sì come montagna immobile,<br /> nella sua respirabile sete d’aria” – versi tratti da “Sete d’aria”<br /><br />Sarebbe, però, riduttivo riferirsi alla Silloge “Materia Grezza” definendola una Raccolta di liriche d’amore. Di lei hanno scritto i magnifici prefatori Sandro Gros –Pietro, Domenico Defelice, <br />Franco Campegiani e il postfatore Sandro Angelucci, , focalizzando i molteplici aspetti del suo talento. Nel leggerla io ho ascoltato echi di Antonia Pozzi, giovane, infelice Poetessa, che visse l’aspirazione ad amare. Aurora la ricorda soprattutto nel senso che attribuisce alla natura, che non è <br />leopardiana, né monta liana. Ella tiene la sua poetica salda a una dimensione escatologica della natura, ovvero, a una sorta di traccia – tema di esperienza amorosa autobiografica, che si propone come costante elemento di immedesimazione e di paragone gli elementi della natura. Inoltre, in amore, l’artista milanese scomparsa prematuramente, accelera i versi, proprio come la nostra Autrice, e la parola diviene svestita del peso dell’esistenza, quasi a contrasto, nuda.<br /><br />“Nella coppa cocullata dei tuoi palmi<br /> riposano assolati i baci che s’erano persi nella notte” – versi tratti da “Mattina”<br /><br />Ovviamente non v’è alcun possibile paragone tra le due poetesse. Il mio riferimento è all’afflato<br />lirico, alla capacità di rompere gli schemi e rendere originali, diverse, le voci quotidiane.<br />Aurora in questa Silloge prende le distanze dalla sua precedente Raccolta, “Sotto ogni cielo”, a livello espressivo e ispirativo. Prende, forse, le distanze anche da una precedente situazione psicologica, e inizia a dare sfogo al riso, alla visione solare del tempo. Il suo intimismo permeato <br />di colori si leva come vapore, nuota attraverso le finestre dell’anima e prende forma di versi caldi come promesse.<br /><br />“Fatti fessura<br /> anima di brina,<br /> prima luce ad ultima;<br /> sebatoio di buio a calamaio di raggio,<br /> stammi tutto in punta d’occhi”<br /><br />Il lessico è zampillante d’immagini, di similitudini, d’espressioni innovative, calde, vibranti e inimitabili. V’è in ogni lirica la musica dettata dal timbro. Aurora gioca sul registro di questa categoria estetica e, da funambola dei versi, crea autentiche danze. I contrasti tra le brevità di alcuni versi e la lunghezza di altri favorisce l’andamento sinuoso, ricco di pause , che suggeriscono scansioni intense ed energiche. <br />Luce che acceca, fonte che rigenera, mito che incanta, l’Opera della nostra Aurora.<br /> <br /> Maria Rizzi<br /> <br />Anonymousnoreply@blogger.com