tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post708844057659770126..comments2024-03-27T02:02:35.206-07:00Comments on Alla volta di Leucade: FRANCO CAMPEGIANI: "LA POETICA DI SANDRO ANGELUCCI"nazariopardinihttp://www.blogger.com/profile/16507694449914844380noreply@blogger.comBlogger14125tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-11433552307842410732016-03-08T11:24:57.828-08:002016-03-08T11:24:57.828-08:00Cara Camilla, è incredibile anche per me (come cre...Cara Camilla, è incredibile anche per me (come credo per Sandro) l'unità d'intenti e nello stesso tempo la grande diversità delle nostre due muse. Trovo stupenda, a proposito di Sandro, l'immagine da te scolpita di parole così vive da essere "tridimensionali", come creature in carne e spirito, accanto a quelle che popolano il creato. E grazie per quanto dici a me, a proposito di una esegesi che non comprime, né mortifica, né ingabbia l'opera che esamina, in quanto cerca di volare e leggere tra le righe.<br />Franco CampegianiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-12610948053849561882016-03-08T11:01:13.371-08:002016-03-08T11:01:13.371-08:00Grazie Maria, per la condivisione sentita. Le tue ...Grazie Maria, per la condivisione sentita. Le tue parole sono commoventi ed hai ragione nel dire che la natura è l'incontrastata regina di questa poesia. Una "madre benigna" che tuttavia, e anzi proprio per questo non risparmia e non risparmierà punizioni esemplari per il figlio degenere che sta dissacrando il suo regno. E' vero: Sandro "trasmette un mondo che pochi percepiscono". Ha un'anima di seta che improvvisamente può trasformarsi in un incendio. E' un poeta-fanciullo che, come tutti i fanciulli, non ha peli sulla lingua e quando c'è da ferire ferisce, finanche se stesso. E' buono e cattivo, angelo e demone nello stesso tempo: è puro per questo. Il suo canto è un inno all'amore ed è condanna per la sottrazione d'amore di cui tutti siamo responsabili.<br />Franco Campegiani Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-57641319550935451172016-03-08T07:38:28.644-08:002016-03-08T07:38:28.644-08:00E’ incredibile come i vostri inchiostri sappiano r...E’ incredibile come i vostri inchiostri sappiano riconoscersi e accompagnarsi, arricchendosi a vicenda senza confondersi mai.<br />A leggerli si rimane senza fiato mentre una penna esorta e l’altra accarezza. E viceversa.<br />Sandro, secondo me sei una specie di folletto, uno gnomo, messaggero e protettore della Natura, come sai cantarLa tu, pochi, pochissimi lo fanno. Credo sia una questione di vibrazione, la Natura si fida di te, ti sente e allora anche tu puoi sentirLa. Le tue parole non si leggono, si guardano e si ascoltano, come fossero la proiezione concreta di qualche mistica visione e di un’antica e potente voce. Le tue parole sono tridimensionali, sono vive.<br />Franco, prima di tutto grazie, per avermi informata di questa condivisione che mi ha davvero ispirata. Il tuo era un compito arduo: esporre, scrivere una relazione sulla poetica di Sandro, perché il rischio è quello di consumare la poesia, tentare di spiegare a livello mentale quello che esce fuori da qualsiasi confine logico e razionale. E secondo me tu hai il talento e soprattutto l’anima per non cadere in questo gioco. Riesci pure usando ‘paroloni’ a volte, a mantenere pura la bellezza di questo genere di parole (parole che sono di questo mondo ma che hanno radici magiche) non la stropicci, non la modifichi per renderla per forza più accessibile ma lo stesso, riesci ad avvicinarla al lettore, là dove ce ne fosse bisogno. A regalare quel qualcosa in più che fa comprendere meglio, che espande il senso senza mutilarne o addomesticarne la matrice selvaggia.<br />Ed entrambi potete creare questo perché, quando scrivete, riuscite a mettere il cuore al servizio della mente e, inevitabilmente, arriva, si sente.<br /><br />Vi voglio bene, e vi abbraccio!<br />Camilla<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-84128297386628478552016-03-08T02:40:56.983-08:002016-03-08T02:40:56.983-08:00Splendida la disamina di Franco Campegiani sulla p...Splendida la disamina di Franco Campegiani sulla poetica di Sandro. Di quest'uomo, poeta -fanciullo e purissimo, che di lirica in lirica insegna la natura come madre -benigna, la stoltezza di noi uomini nel non comprenderne le leggi; lo scavo interiore e la tensione verso l'alto. Ho letto tutte le opere di Sandro e sono rimasta impigliata nei meandri della sua anima di seta, che rende lirico il pensiero, che esprime in versi la grandezza che l'uomo esprime in parole e fatti nel quotidiano. La sua ispirazione cristallina nasce dalla vita. E in lui occorre disporsi ad ascoltare il Poeta autentico, che trasmette un mondo che pochi percepiscono. Il poeta che sa raccontare quanto il giunco e il volo della rondine possano, talvolta, essere più eterni della guancia di una statua. Un Poeta intimista, mai intimo, che rende universali i nostri sentimenti, le nostre paure, i nostri sogni. Sandro rompe gli stampi e svela le verità dell'esistenza. Rimprovera l'uomo, che rischia di non entrare in sintonia con il tempo che gli è stato concesso. E s'identifica con gli elementi della natura....Ho letto i commenti che precedono il mio e credo che la sua grandezza, resa concreta, visibile, dalle parole dell'amico di sempre, ovvero di Franco, sia una sorta di incandescente epifania esistenziale. Grazie... è commovente essere legati dall'amicizia alle scale che portano al Cielo! <br /> Maria RizziAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-84155584171201803082016-03-05T12:58:00.772-08:002016-03-05T12:58:00.772-08:00Ti sono grato, carissimo Vito, e credo di poterti ...Ti sono grato, carissimo Vito, e credo di poterti esternare anche la gratitudine di Sandro. L'abbiamo detto più volte: c'è una critica "razionalista", che va per la maggiore, ma che anch'io ritengo "fuorviante", e c'è una critica "creativa", che crea sull'opera creata, senza per questo deturparla, ed anzi aiutandola a venire meglio compresa. Io cerco di operare in questa seconda maniera e sentirsi dire da uno spirito autenticamente creativo, quale tu sei, di essere riuscito nell'impresa, è molto gratificante. Nei momenti di grazia, l'uomo, abbrutito dal tran tran quotidiano, <br />azzera ogni conformismo e torna ad essere ciò che dovrebbe essere secondo natura: un'intelligenza per l'appunto creativa, capace di nominare per la prima volta il mondo, pur usando parole comuni. Un rinnovamento, pertanto, o anche un recupero, se con questi termini intendiamo la riscoperta di modalità dimenticate del pensiero e non la riproposta di strutture culturali già sperimentate. La poesia è un ritorno alle radici, ma parliamo di radici archetipe e non di radici appartenenti al passato. <br />Franco CampegianiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-10435661197797495442016-03-05T09:26:20.926-08:002016-03-05T09:26:20.926-08:00Una volta tanto, caro Franco, una lettura introdut...Una volta tanto, caro Franco, una lettura introduttiva e NON un'interpretazione gratuitamente fuorviante. Sai,no?, quelle "personalizzazioni" incapaci di entrare e di aprire una porta...<br />Sono andato subito a ascoltare i versi che hai riportato (non conoscevo Angelucci)e ho un motivo in più per continuare a ritenere la poesia un'esperienza dell'Istante, la rottura fulminea dell'orizzontale che apre l'Abisso. In tale Abisso abita la Misura incommensurabile del Mito che, ciclicamente, dà luogo alle immagini. Queste abitano il silenzio, ma la poetica che costruisce la parola rischia di perdersi nel labirinto logico. Ce lo diciamo da tempo. In Angelucci sento il peso di questo tempo della parola, il suo esaurirsi, il doloroso rimemorare stati interiori profondi. La consapevolezza dell'inadeguatezza della parola è forse lo sforzo di restituirle il senso originario e qui, Franco, ti propongo la possibilità che "recupero" e "rinnovamento" siano due termini che indicano una sola, fondamentale operazione.<br />Il sentire di Angelucci antecede le storiche schizoidi distinzioni che hanno frantumato il nostro stare al mondo così come lo stare nell'umanità che siamo e di questo egli fa poesia. Solitudine e testimonianza, ri-evocazione e ri-orientamento. E cos'altro, specialmente ORA, ci si dovrebbe aspettare dalla poesia? Un saluto<br />Vito LolliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-31102295253951302272016-03-04T21:22:53.205-08:002016-03-04T21:22:53.205-08:00Grazie Annalisa, per la vicinanza e per il comment...Grazie Annalisa, per la vicinanza e per il commento prezioso. A parer mio, l'evoluzione o il progresso della poesia vanno intesi in senso esclusivamente estensivo, cronologico, non intensivo o qualitativo. E' come un gomitolo che si srotola. C'è il capolavoro, indubbiamente, ma è del tutto imprevedibile quando esso possa apparire, se all'inizio (pensiamo a Rimbaud) o alla fine della carriera. Dipende, a mio avviso, dallo stato di grazia in cui si trova l'autore, dalla sua sintonia con l'angelo, o con il "daimon" (che poi non è altro che la sua musa). Questa sintonia è indubbiamente variabile, ed ha ragione la Ferraris nel dire che "l'equilibrio faticosamente conquistato non esclude mai cadute".<br />Franco CampegianiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-34918680577593414672016-03-04T15:01:26.084-08:002016-03-04T15:01:26.084-08:00ERRATA CORRIGE
weltanschauung e non weltannschauun...ERRATA CORRIGE<br />weltanschauung e non weltannschauung<br />circonda e non racchiude.Annalisahttps://www.blogger.com/profile/17943665244894597932noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-27378558384113670962016-03-04T14:17:30.597-08:002016-03-04T14:17:30.597-08:00Se ho deciso di aggiungere un commento a tutto ciò...Se ho deciso di aggiungere un commento a tutto ciò che è stato sapientemente scritto da penne sicuramente più autorevoli della mia è esclusivamente per due motivi.<br />Il primo è per congratularmi vivamente con Franco Campegiani per il suo “ magnifico e mirabile saggio sulla poetica di Angelucci” come Umberto Vicaretti giustamente suggerisce.<br />Campegiani, sicuramente favorito dalla lunga amicizia con Angelucci che lo ha portato a conoscere l’uomo assieme al poeta, ha comunque magistralmente viaggiato di verso in verso da “ Non siamo nati ancora”<br />- in questo titolo non c’è forse già, intera, la successiva weltannschauung del Nostro?- a “ Si aggiungono voci” passando attraverso quelli che io ritengo i massimi capolavori ( ammesso che si riesca davvero a dare una preferenza): “ Il cerchio che racchiude l’infinito” e “ Verticalità”.<br />Chissà se Campegiani e Angelucci saranno d’accordo con me se affermo che io non trovo ci sia evoluzione poetica , almeno nelle ultime tre opere che ho letto integralmente mentre della prima conosco solo le poesie citate. Ci può essere evoluzione in qualcosa che è già in embrione di infinita bellezza e già compiuto?<br />Come dire, si può amare di più se già si ama infinitamente? Forse cambiano alcune tematiche, questo sì, ma siamo di fronte a un poeta che in un recente dibattito sulla poesia ha affermato che “ per minima parte si può progredire nel tempo”.<br />Il secondo motivo che mi ha spinto a scrivere può essere riassunto in due parole perché mentre scrivo, vedo un’ulteriore nota di Campegiani che anticipa il mio pensiero puntualizzando l’unico aspetto del commento articolato e profondo di Umberto Vicaretti su cui non sono d’accordo.<br />L’approccio alla visione del mondo nella poetica di Angelucci non trovo sia religioso in senso classico ma piuttosto frutto di una forte tensione spirituale che, come sottolinea giustamente Campegiani, non si può confondere con un canto religioso, con una dottrina, ma è profonda ricerca della verità e della conquista dell’equilibrio attraverso l’armonia degli opposti, marchio inconfondibile della poetica di Angelucci e della sua vita perché Sandro Angelucci è la sua Poesia.<br />Annalisa Rodeghiero<br />Annalisahttps://www.blogger.com/profile/17943665244894597932noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-28515896212565741952016-03-04T12:07:22.588-08:002016-03-04T12:07:22.588-08:00Sono davvero grato a Umberto Vicaretti per gli app...Sono davvero grato a Umberto Vicaretti per gli apprezzamenti che rivolge alla mia nota critica, ma molto di più lo ringrazio per la possibilità che mi offre di chiarire un nodo cruciale del mio pensiero. Parto dalla differenza, che credo nota a tutti, tra Dio e il Divino. All'atto di eclissarsi dietro l'opera creata (come ogni buon padre che vuole fare del figlio il padrone di se stesso), il Grande Artefice si è preoccupato di non abbandonarla al suo destino. Così le ha fornito coordinate, seguendo le quali essa possa avere tutto ciò che le occorre per la sua armonia. Cos'altro è la "scintilla" di cui l'uomo è dotato? cos'altro è l'"angelo custode", se non quel Divino dell'uomo che l'uomo sempre trascura, addirittura scavalcandolo quando pensa di potersi presuntuosamente rapportare a Dio? L'angelo non è altro che il divino compagno di viaggio con cui l'uomo è chiamato a confrontarsi nella sua vita terrena. A parer mio, il "tu" trascendente cui si rivolge Angelucci (come altri poeti, ivi compreso Rescigno, a prescindere dalla loro consapevolezza) non è altro che questo compagno o fratello maggiore: lo dimostra il tono confidenziale, che ovviamente non potrebbe essere usato direttamente con Dio. L'angelo, o se volete il "daimon", è invece un'entità trascendente legata a fil doppio all'immanenza, al corpo fisico. Con essa si può e si deve parlare alla pari, seguendo i suoi insegnamenti, ma anche facendo valere le proprie ragioni umane. Credo di poter dire, su questo punto, che io e Sandro la pensiamo alla stessa maniera, ma ciò non significa che i nostri due mondi poetico-filosofici siano identici o sovrapponibili. Ci mancherebbe altro! Siamo personalità molto diverse, e a provarlo basti questa osservazione: dove lui tende allo "scavo" interiore, in me prevale l'"eruzione".<br />Franco Campegiani <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-56038690935127949322016-03-04T09:48:30.914-08:002016-03-04T09:48:30.914-08:00Ringrazio Maria Grazia Ferraris per il sentito app...Ringrazio Maria Grazia Ferraris per il sentito apprezzamento. So da chi giunge e ne vado fiero. Sono d'accordo: il testo è molto di più di una recensione, ed è per questo che il critico dovrebbe dare all'autore - citandolo - molto più spazio di quanto normalmente concede. Io cerco di farlo, ma la lotta è comunque impari, perché nulla può avere lo splendore della poesia. A meno che - proprio come dice Sandro - il critico "non provi con il cuore ad intuire", offrendo in tal modo alla poesia la possibilità di rinascere attraverso uno specchio interpretativo. Ma è così raro che accada.<br />Franco Campegiani<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-21339710480731046492016-03-03T16:47:12.054-08:002016-03-03T16:47:12.054-08:00(Seconda parte)
Si potrebbe perciò definire quella...(Seconda parte)<br />Si potrebbe perciò definire quella di Sandro Angelucci come poetica del tempo e dell’attesa, però di un tempo interiore e irriducibile, che perennemente accorda non solo le stagioni del mondo e quelle della nostra vita, ma che supera il provvisorio e il contingente per farsi respiro cosmico e ritmo del ciclo interminabile di vita e morte, fine e principio, buio e luce. In ciò, a mio parere, consiste il poièin di Sandro Angelucci. E mi piace sottolineare che, da questo specifico punto di vista, un forte legame idealmente accomuna il suo con il pensiero di un grande poeta, con cui Angelucci ha avuto una lunga frequentazione e una solida amicizia; un poeta che della vita e del mondo aveva una visione profondamente e religiosamente cristiana: il compianto Gianni Rescigno. Scrive dunque il poeta di Castellabate nei tre versi, lapidari e luminosi (dai chiari echi e rimandi quasimodiani), di questa lirica tratta dal libro “Nessuno può restare”: “Si resta soltanto con le ore. / E non le conti. / Così incomincia l’eternità. (Si resta soltanto con le ore). Versi che trovano corrispondenza in quelli salvifici, di sapore escatologico, che ci propone Angelucci in questa lirica tratta da “Verticalità”: “La vita è un’altra cosa, / mi son detto, / altro il suo ritmo, / altro dell’iride il pulsare / nell’occhio dell’eterno. /… // Perché c’è un’altra terra / per le mie radici / e un altro cielo / per i miei germogli. (Io come naufrago).<br /><br />Umberto Vicaretti<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-11905420742506042152016-03-03T16:44:33.822-08:002016-03-03T16:44:33.822-08:00Magnifico e davvero esemplare questo saggio sulla ...Magnifico e davvero esemplare questo saggio sulla poetica di Sandro Angelucci; un excursus assai approfondito e circostanziato, condotto da Franco Campegiani con la consueta bravura e con acutissima capacità ermeneutica e critica. Al Polmone Pulsante c’ero anch’io, e anch’io ho avuto la fortuna e l’opportunità di poter leggere, di Sandro Angelucci, le sillogi “Verticalità” e “Si aggiungono voci”, raccolte poetiche forgiate al fuoco e al respiro dei mondi, e che egli nutre di spiritualità e di assoluto, essenza e pneuma del suo poièin. Niente ci sarebbe da aggiungere alla poderosa e superba nota di Campegiani. Tuttavia, brevemente voglio accennare a due degli aspetti che, tra gli altri, connotano la poetica di Sandro Angelucci. Essi sono strettamente interconnessi e non separabili: il primo riguarda la Weltanschauung, ovvero la visione che Angelucci ha del mondo e della vita; il secondo è il sentimento del tempo. Essi ritmano e costituiscono la struttura portante della sua poesia, la quale trova nell’alfa e nell’omega, in continuità permanente tra di loro, un unico, eracliteo divenire, la chiave di lettura non solo per la comprensione del nostro mondo e del destino dei viventi, ma anche la chiave per “leggere” e comprendere la forza vitale che governa la terra e il cielo, le costellazioni e le galassie, i cosmi, l’intero universo. Detto per inciso, non a caso si tratta di una visione del mondo che può praticamente sovrapporsi a quella di Franco Campegiani, con l’avvertenza che mentre l’approccio all’enigma dell’esistere e alla spiegazione del mondo e dell’universo è in Campegiani di natura, per così dire, religiosamente laica; in Angelucci detto approccio risulta più marcatamente religioso in senso classico. Quello di Angelucci, afferma Campegiani, è un “dialogo instaurato, più che con il Sommo, con l'irraggiungibile Sovrano, indirettamente con l'impronta da Lui lasciata nelle cose”; e ancora, e proprio in forza di tale assunto, “Dio è innominabile ed impensabile”. Eppure, a nessuno che abbia seguito l’evoluzione poetica di Angelucci può sfuggire il carattere di natura fideistica della sua poesia; anzi di natura, direi, addirittura pascaliana, come con sorprendente evidenza si può leggere nei seguenti versi: “L’urlo che mi muore in gola / adesso io te lo rendo / perché tu sappia / che non ti ho mai tradito. / Voglio tu lo trattenga / come una scommessa. / Ho puntato tutto / sulla tua esistenza / sulla tua bontà, sulla Bellezza, / con la certezza / d’essere nel giusto” (Fedeltà).<br />Eccola la parola: “scommessa”, proprio come in Blaise Pascal, che sull’esistenza di Dio invita, appunto, a scommettere tutto, non sussistendo, nella fattispecie, l’alea dell’insuccesso e dell’impoverimento: se si perde, non si perde nulla; ma se si vince, si vince tutto.<br />Umberto Vicaretti - Prima parteAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-39512160208161124852016-03-03T01:38:53.081-08:002016-03-03T01:38:53.081-08:00Non ho avuto il piacere di leggere in toto nessuna...Non ho avuto il piacere di leggere in toto nessuna delle raccolte poetiche di S. Angelucci, cui la recensione di F. Campegiani fa riferimento, seguendone l’ordine di pubblicazione: Non siamo nati ancora,2000, Il cerchio che circonda l'infinito, edito nel 2005, Verticalità, nel 2009. E mi dispiace. Solo la lettura dei testi ci apre davvero la porta dell’anima dell’autore, ci immette nel mistero della sua parola poetica, dei suoi dubbi, ci svela silenzi e paradossi …Ogni recensione è mediazione, talvolta magistrale, ma il testo è molto di più, dà sempre molto a pensare, ha un destino proprio che può sfuggire perfino alle intenzioni dell’autore, ai sensi che egli vi immette e a quelle di ogni interprete di turno. <br />Nondimeno ammiro l’interpretazione articolata e profonda che Campegiani propone, passando dall’individuazione della “semplicità”, del “candore”controcorrente, alla “memoria” che è armonia universale, alla spiritualità vertiginosa che sa unire orizzontalità con “verticalità” e che si fonde nel tema della Natura. Interpretazione in sintonia col mondo filosofico del commentatore<br />Mi affascina la dichiarazione di poetica di Angelucci:<br />“Sono atomi/ gangli della mia stessa carne<br />questi profumi/ che un refolo di vento mi consegna….<br />…ci si provi con il cuore/ ad intuire:<br />….S’inizia a vivere/ quando non c’è più nulla da capire.”<br />Sobrietà ed essenzialità del dettato: parole limpide, chiare, dubbi che si ripropongono eppur si placano nello scavo interiore. Vivere tenendo alto il cuore è pur sempre una cosa difficile e, l’equilibrio faticosamente conquistato non esclude mai cadute<br />Maria Grazia Ferrarishttps://www.blogger.com/profile/17803499441626376026noreply@blogger.com