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lunedì 4 aprile 2016

UBALDO DE ROBERTIS: "BISCUIT"



Ubaldo de Robertis

Dal momento che è stato menzionato Marziano Guglielminetti nella recensione di N. Pardini su Rodari di Maria Grazia Ferraris di questo mese, riportiamo una poesia che Ubaldo de Robertis scrisse poco dopo la morte del prof. in ricordo de suo amore per Gozzano. Guglielminetti fu professore di de Robertis a Torino. La poesia oltre ad avere un valore artistico per il contenuto ricco di allunghi significanti e stilistici, assume, in questo contesto, valenza di documento.



da Diomedee, Edizioni Joker 2008

Biscuit

La scala reale mancata d’un soffio
di vento che sibila sulla consolle rococò.
Scocca l’ora della ballerina,
la danza infinita si spezza,
il piede, le dita, un orlo di veste si scaglia.
Frammenti uniti, divisi, che cambia
chi mai saprà consolarla.

Gelide gocce coagulano sulle inerti,
risonanti ferite, chi mai potrà ricondurle
alla romantica vena d’Etienne Falconet?

Non l’ingenuo poeta, e il singhiozzante canto:
un po’ celata, esposta a poca luce
nessuno verrà mai a dubitare
dolce gemma che orni la vetrina,
prima di sera tornerai a danzare,
e a lui la ballerina:  
Vous n’avez pas entendu, tout ce que j’ai perdu,
je vous prie, mon ami, laisse, laisse moi…mourir.


9 commenti:

  1. da Gozzano Ubaldo De Robertis assume il motivetto cantarellante e ironico da poesia finto leggera e da intrattenimento per inserire in quel pentagramma note discordi e diversificate con intrecci mistilinguistici. È la direzione della migliore poesia contemporanea. Ancora un altro passo, che De Robertis dimostra di aver saputo fare negli inediti, e la sua poesia potrà giungere a risultati certi e verificabili.

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  2. Ah, che immersione tra i “piemontesi”in questa poesia evocativa di U. de Robertis!
    Marziano Guglielminetti: il critico che si muove sicuro tra tardo barocco e primo Novecento in Piemonte, tra la contestata Amalia “la «istrice di velluto» che amò il pallido intimo, melanconico ironico Gozzano e il Pavese dalle poesie strane, dal ritmo ampio, narrativo, dove ci sono le colline torinesi, la nebbia, il piacere di mangiar frutta e fumare dopo un bagno in Po, e insieme le memorie della nativa campagna….I conti della vita mai pareggiati.
    Che splendida evocazione di atmosfere gozzaniane: la consolle rococò, la ballerina infinitamente danzante che si spezza senza consolazione alcuna, biscuit dolce, e sentimentale come sapeva essere Etienne Falconet, il suo creatore…e che singhiozzi e che lamenti corazziniani: “Vous n’avez pas entendu, tout ce que j’ai perdu,…laisse moi…mourir”, ironici, ma da canzonetta. Sentimenti ambigui di nostalgia e ironico distacco. Intelligenza che gioca col sentimento.
    Uno splendido ricordo del Maestro, dei suoi studi, del lavoro di chi ci ha preceduto e aiutato ad ammirare la forza potente della poesia.

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  3. Una poesia di spiccata allusività e suggestione che si tiene su toni delicati e su convincenti equilibri sentimentali e linguistici.
    Pasquale Balestriere

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  4. Magnifico equilibrio della ballerina, scolpita forse da Falconet e magnifico equilibrio dei versi, che si ispirano senz'altro a Gozzano e affresca immagini di un Piemonte di rara incandescente bellezza, nonostante venga un pò trascurato dalla luce del sole.Ubaldo de Robertis riesce a donarci esperienze sensoriali, visive, tattili, con l'esperienza di chi unisce all'ispirazione la conoscenza. Un artista a trecentosessantagradi, che sa stupire, incantare in molte altre liriche indurre alla riflessione profonda.
    M'inchino ammirata...
    Maria Rizzi

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  5. Ubaldo mi perdoni i refusi: affrescano, non affresca e una 'e' di congiunzione dopo il verbo incantare....
    Maria Rizzi

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  6. "Vous n’avez pas entendu, tout ce que j’ai perdu,
    je vous prie, mon ami, laisse, laisse moi…mourir."
    Può racchiudersi in questo distico di chiusura l'icastica valenza di "Biscuit": poesia solo apparentemente sognante, e invece profondamente pensosa e intenta ad incollare i frammenti di chi, nonostante tutto, muore e danza.

    Sandro Angelucci

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  7. Una poesia di delicata e raffinata fattura, di sincera e profonda ispirazione. Mi vengono in mente le parole di M. Gorkij dopo aver letto la poesia An Mariechen di Vl. Chodasevich:"I vostri versi sono belli e penetranti. Non so dire di più, ma aggiungerò soltanto che essi suscitano nell'anima il "freddo sibilo della bufera di neve", e nello stesso tempo sono irresistibilmente umani". Paolo

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  8. Ballerina-vetrina-ballerina, e l'ècho de Fuilleton.
    Bravo Ubaldo, la sua poesia è proprio come il Biscuit, alla seconda cottura diventa opera preziosa.
    Giuseppe Panetta

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  9. Ringrazio i generosi autori dei commenti per i loro apprezzati contributi alla lettura di Biscuit.
    La statuetta, realizzata con il materiale concepito da d’Etienne Falconet, esiste realmente e la scrittura di questa poesia è stata un pretesto per non procedere al tedioso assemblaggio dei frammenti con l'attacca-tutto. Ora, sempre bellissima, la ballerina è relegata in seconda fila in vetrina dietro la serie di calici e bicchieri.
    Grazie a tutti, Ubaldo de Robertis

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