Maria Rizzi, collaboratrice di Lèucade
Poesia intensa, viva, ontologicamente vicina;
le vertigini emotive sono affidate ad un verso di armonico impatto; di eufonica
connessione. I sentimenti trovano posto in segmenti brevi e incalzanti: si
vuole seguire con immediatezza lo sciogliersi ininterrotto dell’anima. Quante
le poesie dedicate al bene più grande; alla fonte del nostro esistere; e tante, purtroppo, scadono in un sentimentalismo eccessivo, non supportato da un
argine verbale sintonizzato al sentire. Ma Maria in questa poesia riesce a
concretizzare i suoi sentimenti in versi di potenza icastica; in un linguismo
poetico che da soggettivo si fa universale per il suo lirismo immediato,
naturale, compatto, e emotivamente contaminante; mi piace riportare, a proposito, le
parole del poeta polacco
Władysław Broniewski: "Non so cos'è la poesia, perché esiste e a cosa
serve, ma so che a volte qualcuno legge una poesia e piange". E si può
piangere anche senza lacrime.
Qui è la naturalezza che rende efficace il
messaggio di Maria; un messaggio di prosciugate parole, di dolci vicinanze, di
amori chinati su un seno di addii senza tempo. Farsi tutt’uno con chi ci ha creati;
con ossa, carne, tenerezza, calore, fine del dolore, è come rientrare nella
placenta della madre in una metamorfosi di rara suggestione visiva. D’altronde
è umano, fortemente umano il desiderio del ritorno; l’inquietudine di un interrogativo che tutti ci poniamo sul
futuro del nostro patrimonio vicissitudinale; di un viaggio che vorremmo
concluso in un porto dove le persone più care sono là ad attenderci: “Forse
viaggi altrove/ o forse mi sei accanto/ sulla veranda del mare/ nel
profumo di caffè/ tra le dita del sole”. E la natura si fa avanti con le sue cose
più umili, di quotidiano uso, concludendo così un triste percorso di foschie di
sogni, di rabbia e imbrogli con un magico gioco di parole che è riduttivo
classificare come semplice figura stilistica; piuttosto lo direi un tentativo
di azzardo oltre la parola per agguantare la massima esplosione di un sentire:
“… le cesoie della vita/ a reciderti in fiore”.
Nazario
Pardini
Per sempre sarà amore
( a mia madre)
Prosciugate
le parole
dolce restarti accanto
china sul tuo seno
cullandoti sul filo
di un addio senza tempo.
dolce restarti accanto
china sul tuo seno
cullandoti sul filo
di un addio senza tempo.
Sentire ossa, carne,
senso dell'umorismo,
tenerezza, calore,
l'empatia di ieri
la fine del dolore.
Forse viaggi altrove
o forse mi sei accanto
sulla veranda del mare
nel profumo di caffè
tra le dita del sole.
La foschia di un sogno
la rabbia, l'imbroglio,
le cesoie della vita
a reciderti in fiore.
Tutto è stato detto.
Maria Rizzi
senso dell'umorismo,
tenerezza, calore,
l'empatia di ieri
la fine del dolore.
Forse viaggi altrove
o forse mi sei accanto
sulla veranda del mare
nel profumo di caffè
tra le dita del sole.
La foschia di un sogno
la rabbia, l'imbroglio,
le cesoie della vita
a reciderti in fiore.
Tutto è stato detto.
Maria Rizzi
Il commento di Pardini dice tutto: commuovente il tuo coinvolgimento emotivo, cara Maria, direi contaminante e avvolgente: un amore che non conosce addio. Brava.
RispondiEliminaGrazie infinite, Maria Grazia... E cosa dire al mio adorato Nazario? Non sono poeta e non immaginavo tanto. Sono commossa e lusingata. Di certa c'è una realtà: dal grembo si nasce e al grembo si torna e... forse una lirica semplice può, talvolta, essere coinvolte.
RispondiEliminaMaria Rizzi
Con grande delicatezza e levità Maria riesce a coniugare il grande amore per la mamma, con il dolore della sua scomparsa.
RispondiEliminaIn questa magica strofa l'interrogativo di dove adesso essa sia.
Forse viaggi altrove
o forse mi sei accanto
sulla veranda del mare
nel profumo di caffè
tra le dita del sole.
Ringrazio Maria per questo testo di grande bellezza.
Serenella Menichetti.
Per un'imprevedibile frazione di tempo mi è parso di vedere, di sentire, mia madre, scomparsa da quasi cinque anni. Il mistero di una luce accesa improvvisamente sulla sua vita, immaginare lei, lei soltanto.
RispondiEliminaGrazie infinite, Maria.
Ubaldo de Robertis
Avevo letto più volte su facebook la poesia della Prof.ssa M.Rizzi; l'avevo letta più volte perchè mi era piaciuta e stavo accingendomi a esprimere il mio plauso per tanta semplicità e profondità di sentimento filiale nei confronti della propria genitrice. Ma una telefonata e un via di corsa vanificò tale mio proposito che poi alienai. La rileggo ancora una volta su Leucade in uno con il pensiero critico del Caro Prof. Pardini che, come sempre, stupisce per tanta capacità di estrapolare dalle semplici parole la profondità del sentimento e del messaggio che l'autrice ha concretizzato in versi scarni ed incisivi in un equilibrio poetico che poche volte si riscontra nella poesia femminile; parlo di quel -sentimentalismo eccessivo- cui accenna sopra il Prof. Pardini. E dire che la Sig.ra Rizzi, per eccessiva modestia, si definisce -non poeta-. Complimenti e auguri per le successive poesie che vorrà farci leggere su Leucade. Pasqualino Cinnirella. P.S. Se non ricordo male, sul finire della poesia manchino dei versi o il verso di chiusura???
RispondiEliminaOh che emozione leggervi in tanti! Un'emozione che mi lascia davvero basita. Non mi chiami Professoressa, Pasquale, sono Maria e basta... E non mi sento una poetessa, perchè ho smesso di scrivere in versi dal 2003, lasciando che si esprimessero i veri Poeti.
RispondiEliminaSì, Pasqualino, la lirica finiva con la ripetizione del titolo "Tutto è stato detto / Per sempre sarà amore" , ma nell'inviarla all'adorato Nazario ho fatto tanta confusione...
Vi abbraccio tutti.
Maria Rizzi
S0no onorato nel consentirmi di darti del Tu cara Maria, che desidero essere ricambiato come bene hai fatto.Sono invece dispiaciuto che perseveri nel -non essere poeta- vista la tanta zavorra poetica che impera in ambito letterario, con il pretesto di fare poesia moderna che a mio modesto avviso non ti suscita quell'emozione inalienabile che un testo poetico deve dare. In ogni caso è ammirevole quel Tuo non sentirti poeta che denota massimo rispetto per la poesia come arte. Pasqualino Cinnirella
EliminaPasqualino caro, la lirica in oggetto la sento profondamente mia e sento che può avere un valore, ma rispetto profondamente la Poesia e so di non potermi paragonare ai Grandi! Grazie ancora...
RispondiEliminaMaria Rizzi