Pagine

venerdì 31 marzo 2017

COMUNICATO STAMPA "ALGORITMI"

Comunicato stampa   ALGORITMI

Sembra una coincidenza comica fare un evento SpamLife al Teatroinscatola. Spam è infatti il nome di una nota carne in scatola che i Monty Pyton fecero divenire un tormentone in una delle loro famose e comiche scene. Dal tormentone alla più nota spam della posta elettronica il passo è breve. Non tutti sanno però che la scelta su cosa debba, in una email, essere spam e su cosa non lo debba essere si basa su un algoritmo. Applicando questi concetti alle nostre vite sociali siamo passati da una società trash, che sfrutta e poi getta, a una società spam che impedisce perfino l’accesso. Applicatelo alle persone e avrete un quadro della nostra vita attuale. È quanto vi propone in queste due giornate di ALGORITMI la SpamLife che aderisce al Good Deed Days, organizzato in Italia dal CESV in collaborazione con la Maratona di Roma.
ALGORITMI è un evento che 1 e 2 aprile coinvolge libri, musica, teatro, mostre, performance. Una giornata da passare insieme e scoprire che dentro un scatola di teatro ci possono stare tante cose che uniscono.

SpamLife e Teatroinscatola
In collaborazione
Il polmone pulsante - L’albero d’Andronico- Le Ragunanze -  Permis de conduire
presentano
ALGORITMI 
1-2 APRILE 2017

SABATO 1 APRILE
Mattina:
-          10.30     “Le cirque d'Alice” di e con Chiara De Bonis, spettacolo teatrale
Ispirato al famoso libro di L. Carroll uno spettacolo per stare insieme ai bambini attraverso il mondo illogico di una bambina piena di buon senso.
-          11.30     “Clown terapia” di e con Daniela Pascolini, i dottori/clown di Ancis Politeia Onlus, dimostrazione e raccolta nuove adesioni per diventare clown terapeuta (1.30h)
La clown terapia sappiamo che porta gioia e conforto ai bambini ospedalizzati. Un incontro per conoscere chi da anni si mette un naso rosso per far divertire chi sta soffrendo. Che cosa fa un clown dottore? Come si può diventare un clown terapeuta? Un incontro per stare insieme e imparare a come aiutare i bambini in ospedale.
Pomeriggio (dalle ore 16.30):
-          16.30     “Parole escluse”, inaugurazione della mostra di Carlo Ambrosoli, Chiara De Bonis,Fulvia Cardella, Giancarlino Corcos, Jonathan Hynd, Luciano Maccioni, Salvatore Giunta, Silvana Leonardi, Iria Seta, Simona Gasperini
Parole escluse lo dice già il titolo sono quelle parole che non hanno diritto di accesso alla vita. Ma che succede se queste parole escluse diventano un motivo per dipingerle insieme? È quanto hanno fatto gli artisti che hanno disegnato delle t-shirt con immagini e poesie.
-    17.00     “La radice quadrata del cielo” di Alberto Blanco, reading di Claudio Fiorentini
Un reading delle ultime poesie di Alberto Blanco appena tradotte da Claudio FiorentiniAlberto Blanco è considerato uno dei più importanti poeti messicani. Nato a Città del Messico nel 1951, dopo gli studi di chimica e filosofia consegue un master in studi asiatici specializzandosi nella Cina. Le sue poesie sono tradotte in circa dieci lingue.
-    17.30     “Roma, la verità violata” di Giuseppe Lorin, performance teatrale postfantastorica, Ed. Alter Ego

-    18.30    “Sinfonia”, letture dalla raccolta di Claudio Fiorentini, Ed. Ensemble
L’ultimo libro di poesie di Claudio Fiorentini ci guida attraverso la parola che vuole stare con gli altri per fare un discorso, uniti, sull’essere umano oggi.
-   
       19.00     “Il nome è un algoritmo”, poema di Paolo Parisi Presicce, musica di Arnaldo De Benedetti
Spettacolo performance di lettura su una cosa che abbiamo tutti in comune: un nome.
-          20.00     “Algoritmi musicali”, concerto di Mauro Restivo e Francesco Taranto
Un concerto per chitarre che fa della musica un muoversi fra le note scegliendo e scartando accordi melodie attraverso brani famosi e no della musica per chitarra.
-          20.30     “Algoritmi”, spettacolo performance, regia di Vittorio Pavoncello
Tutti insieme potrebbe anche essere il titolo di questo algoritmo che vede Pavoncello dirigere in scena autori, pittori, poeti, musicisti in improvvisazione recitate e musicate sui temi: migrazioni, cambiamenti climatici, vero o falso.

DOMENICA 2 APRILE
Mattina:
-    
      10.30     “Le cirque d'Alice”, di e con Chiara De Bonis, spettacolo teatrale
Ispirato al famoso libro di L. Carroll uno spettacolo per stare insieme ai bambini attraverso il mondo illogico di una bambina piena di buon senso.
-          11.30     “La ragazza sull’albero”, narrazione di e con Michela Cesaretti Salvi
Liberamente tratta da “Melina” di Beatrice Solinas Donghi – a seguire laboratorio creativo Piccolo Laboratorio sul Teatro di Ombre. Bambini dai 5 ai 7 anni.

Pomeriggio(dalle ore 16.30):
-          16.30     “La pineta di Mark”, poema di Paolo Parisi Presicce, musica di Arnaldo De Benedetti
Lettura performance di un poema che racconta dei problemi e del disagio di chi è straniero.
-          17.00     “Tutte le foto del mondo tranne una”, romanzo-mostra di Vittorio Pavoncello, Ed. Progetto Cultura
L’ultimo romanzo di Vittorio Pavoncello diventa una mostra che narra la storia di un adolescente giapponese che ha scelta la vita dell’hikikomori.

-          17.30    “Algoritmi di genere”di Michela Zanarella, con Chiara Pavoni e Giuseppe Lorin
Un poema, una raccolta di poesie, una serie di racconti… il confronto uomo-donna, donna-donna e uomo-uomo. Tutto si incastra e unisce in una performance recitata che è uno spaccato sociale di oggi.
-          18.00    “Selfie-poem”, con Antonella Antonelli, Antonella Proietti, Emiliano Scorzoni, Fiorella Cappelli, Giuseppe Tacconelli, Lidia Popa, Luca Giordano, Matteo Chiavarone, Maurizio Bacconi, Pietro Aloise, Renato Fiorito, Roberto De Luca, Salvatore Angius, Vincenza Fava
Tanti poeti, le loro poesie, i video mentre reciteranno le loro poesie… e poi subito sulla pagina facebook di SpamLife. Dei selfie poetici da dividere in rete e fuori rete.
-          19.30     “Piricotinali col ruspetto”, di Claudio Fiorentini, sequenza teatrale di mini racconti
Una divertente satira sulle scene di tutti i giorni e che coinvolgono tutti.
-          20.00     Davide Alivernini in concerto: "Gli algoritmi della musica"
Basso elettrico e sassofono sono gli strumenti del concerto di Alivernini. Improvvisazioni e remake di brani già ascoltati e nuovi. Con suoni esclusi, spammati… e in attesa di essere riascoltati da un cestino in cui sono finiti.
-          20.30     “Algoritmi”, spettacolo performance, regia di Vittorio Pavoncello
Tutti insieme potrebbe anche essere il titolo di questo algoritmo che vede Pavoncello dirigere in scena autori, pittori, poeti, musicisti in improvvisazione recitate e musicate sui temi: migrazioni, cambiamenti climatici, vero o falso.

Ingresso libero
Per i laboratori è consigliato prenotare
TEATROINSCATOLA-LUNGOTEVERE DEGLI ARTIGIANI 12/14 – 00153 ROMA
INFOmail@spamlife.net  - 366 7273674 –  asscultltart@aliceposta.it - info@teatroinscatola.it  347.6808868 e 340.5573255


giovedì 30 marzo 2017

MARISA PAPA RUGGIERO PRESENTA "JOCHANAAN"





MARISA  PAPA  RUGGIERO
JOCHANAAN
Ladolfi Editore – Borgomanero - 2015

Pagg. 52 – Euro 10 (disponibile su richiesta a:  www.ladolfieditore.it)

Il libro

Mi sono affidata a piani scenici modellati sulle necessità dell’immaginazione, tutti eccentrici rispetto all’asse narrativo. Ho lasciato tuttavia, in vista alcuni riferimenti riconducibili alla tristemente famosa reggia giudaica sul mar Rosso, teatro di un evento biblico ben collocato nella casella mnemonica del sapere storico, sul cui fondale si proiettano delle stilizzazioni drammatiche allucinate che ostinatamente cercano di sgrovigliarsi dagli stereotipi di una iconografia fin troppo abusata in sede drammaturgica e filmica. Le due Presenze sulla scena, reali o riflesse, sono interiorizzazioni figurali di due sistemi  fortemente antagonisti e attrattivi a un tempo - logos ed eros – espressioni, in questo mio lavoro, di una drammatica opposizione di sguardo nel penetrare la sfera dell’esperienza sensibile dell’esistenza. Inevitabile la scissione, definitiva, tra il mondo dei riti misterici della fecondità e dell’amore legati al culto della babilonese Ishtar incorporati nella figura della Danzatrice sacra (è questa la mia personale visione della principessa giudaica che ho voluto attirare in una zona densa di inquietudine e di pathos) e la potente autosufficienza del Pensiero Nuovo, interprete di una Dottrina saldamente strutturata sull’ideologia patriarcale, e destinata a durare...

 Il resto (quasi tutto) è fantasia onirica che appartiene solo alla scrittura.

mercoledì 29 marzo 2017

PAOLO BUZZACCONI SU "I LUOGHI DELLA MEMORIA" DI ADRIANA PEDICINI



Adriana Pedicini: I luoghi della memoria. (Racconti sul filo della memoria e altri racconti). Edizioni Il foglio. Piombino (LI).  Pg. 150. € 12,00


Adriana Pedicini,
collaboratrice di Lèucade

    Relazione su “ I luoghi della memoria” di Adriana Pedicini


“I luoghi della memoria” di Adriana Pedicini è una silloge di ventisette racconti ambientati in tempi e contesti assai diversi tra loro in cui il denominatore comune è la ricerca di quella trama che lega il presente al passato, trama che, così come avviene con il passare degli anni, affiora sempre più pagina dopo pagina. Il lessico utilizzato è quello tipico della nostra autrice, scorrevole e familiare, ma al contempo estremamente curato dal punto di vista stilistico e impreziosito da vocaboli ricercati ed efficaci, senza però risultare mai stucchevole o eccessivo. Molte delle vicende sono tratte dal suo ricco vissuto personale e da quello di personaggi da lei conosciuti ed è interessante come  l’autrice riesca a trasmettere intatte le atmosfere e i colori dei luoghi della sua infanzia, così come la saggezza e la profondità di tradizioni e rituali di cui ormai si è quasi persa la memoria. Straordinaria, ad esempio, la descrizione di come tutta la comunità un tempo partecipava alla nascita di una nuova vita che ci regala nel racconto “La forza di vivere”, bellissime le descrizioni delle feste che si tenevano al tempo della mietitura o della vendemmia, deliziose le narrazioni del rito della panificazione in casa  e dei preparativi in vista di un matrimonio o di un invito particolarmente importante. Estremamente coinvolgenti, poi, le storie che affrontano con coraggio la durezza che a volte il destino ci può riservare, come in “Oltre il mare un’isola” che racconta del tragico epilogo di una stupenda storia d’amore o nel  “Il giacinto bianco” ove la descrizione di una violenza carnale è talmente realistica da emozionare fino alla commozione o ancora in “Banchi di legno” dove la protagonista, una maestra elementare, deve accettare, per quanto gli sembrino assurde e sbagliate, l’immutabilità di alcune regole consolidate e la crudeltà della miseria, che costringe i suoi giovanissimi alunni a rinunciare all’istruzione per andare al lavoro in aiuto della famiglia.
In questa nuova opera di Adriana Pedicini è difficile distinguere dove finisce la prosa e inizia la poesia, capire dove il costrutto descrittivo, peraltro minuzioso e gradevolissimo, lascia il posto al linguaggio dell’anima. In ogni sua pagina si respira l’essenza del pensiero iniziale, dello spirito della Creazione, di quell’amore che tutti ci comprende e di cui tutti, più o meno consapevolmente, siamo messaggeri. Non è dunque solo attraverso la narrazione delle singole vicende o nella pur mirabile descrizione dei singoli protagonisti che l’autrice ci dona il suo contributo di speranza quanto con il suo abile far luce sulle pagine di eterno che ognuno di noi porta nel cuore, in quel sapiente risvegliare quella percezione della bellezza che la frenesia del quotidiano spesso ci nasconde.
Per apprezzare appieno quello che Adriana ci racconta non è necessario, quindi, conoscere la sua terra d’origine o gli scenari e le abitudini dei tanti mondi in cui ambienta le sue storie perché nel nostro dna emozionale sono già impresse le gioie e i dolori di chi ci ha preceduto e nella nostra memoria più profonda, quella che non sappiamo nemmeno di avere, è conservata la chiave di lettura di ogni segreto della vita, di ogni nostro dubbio irrisolto.
Ecco perché non è necessario aver conosciuto Teresina per capire la purezza del suo animo bambino, non è indispensabile aver provato il dolore di zia Assunta e della sua amica Concettina, rimaste vedove bianche di due “ragazzi del ’99”, per comprendere la loro freddezza e il loro risentimento verso il mondo intero, non c’è bisogno di aver vissuto un’infanzia priva della figura del padre, come Cary, per comprendere l’angoscia di chi non conosce le proprie radici.
Questi sono i luoghi preziosi dove ci conduce l’autrice, donandoci così la consapevolezza dell’importanza del nostro viaggio, che non può e non deve essere visto come fine a se stesso, ma come il compimento di un piccolo ma essenziale passo nell’infinito cammino dell’uomo, perché nessuno ha il tempo e le potenzialità per sciogliere tutti i nodi esistenziali nell’arco di una sola vita.
Questa incantevole raccolta è quindi un’opera in cui la memoria, sorretta dall’ideale di un disegno comune che prosegue e si evolve di generazione in generazione, anziché perdersi nel passato si lega a doppio filo con il futuro. 
Un libro che ci richiama, tutti, al mestiere più bello del mondo: quello di vivere.  
                                                               
                             Paolo Buzzacconi






martedì 28 marzo 2017

AURORA DE LUCA: "VIDEO"


Aurora De Luca,
collaboratrice di Lèucade

Un video di urgente potenza iconica tutto volto a dire del mondo, della vita, dell’amore, della natura, dell’anima di un essere aduso alle meditazioni, alle riflessioni; a dire di sé e del suo esistere tanto bello quanto problematico e complesso. Aurora De Luca con la sua solita sensibilità dà voce ad una poesia ricca, semplice, matura, avvolgente, contornata da immagini di superba pulcritudine, che si fanno oggettivazioni fresche e giovanili di un poema senza confini.

Ecco il link:


Il video ha fatto parte di un progetto più grande, ma ora è bello poterlo vedere perché contiene un testo "Con La Chioma Sconvolta" della nuova raccolta "Alle Gazze" di Aurora De Luca  ancora inedita.

Dentro l’Autrice e la voce di Paolo Di Santo, figlio di Maria Rizzi.



CLAUDIO FIORENTINI: NUOVA PUNTATA DI "VISIONI DA CAPTALOONA"


Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade

Il poemetto "Genetica" di Alberto Casadei, il romanzo "Tutte le foto del mondo tranne una" di Vittorio Pavoncello e la musica, nostra fedele compagna... Buon ascolto!





lunedì 27 marzo 2017

N. PARDINI: "DI MARE E DI VITA"

PUBBLICATO SU INVITO E A SPESE DELL'EDITORE
PER ORDINARE
macaboreditore@libero.it (macaboreditore@libero.it)
Nazario Pardini: DI MARE E DI VITA.
Macabor Editore. (CS). 2017. Pgg. 68. Euro 10,00

















DAL TESTO

Mi giunge alle narici

Mi giunge alle narici il saporito
brulichio di fascine arse alle vigne.
Bianchi i fumacchi si levano in cielo
e al vento si sparpagliano
per dirti che l’autunno se ne va
donandosi ai rigori della quiete.
Ascolta! L’accompagnano gli schiocchi
di forbici da pota risonanti
come tinniti di chiesa. Ricordi?
In questo piano c’era la tua vigna.
Buca dei tassi il nome che le demmo.
Fuggivano dai pampini
grappoli d’oro e il moro Sangiovese:
gareggiavano
al sole che esondava. Ti ricordi?
Mi porgevi i tuoi grappoli vogliosa
di sguardi giovanili. Mi era caro
levarti dalle mani i biondi chicchi,
carezzarti le chiome con la scusa
di toglierti pagliuzze. Anima mia!
Potessimo tornare
in quella vigna d’oro!

Ma so che il tempo ha spento coi tramonti
l’afrore di vendemmia. Resta solo
un sole che declina sopra il piano,
un rosso generoso di vulcani,
un trillo di un ramingo solitario,
e il ricordo
di una mano di perla fra i vitigni
che gareggiava con i chicchi d’oro.

  
Il mio ritorno

Si accendono le luci nelle case
e per le vie del borgo. Sarà notte!
Per ora il giorno mangia virtuale
la luce dei lampioni. È il mio ritorno.
Presto l’oscuro mangerà il cammino
e il verde dei miei colli e le memorie.
E spero solo che la luna in cielo
porti a spasso del sole, col suo volto
perlaceo e le sue chiome, dei frammenti
di luce. Tanto spero di vedere:
se privo di ricordi, alle colline
nell’ora del ritorno il mio partire.

domenica 26 marzo 2017

VALERIA SEROFILLI: "PRESENTAZIONI E APPUNTAMENTI"

Valeria Serofilli,
docente, critico, scrittrice



UNA MEMORIA EMBLEMATICA E SIMBOLICA



Nota di lettura di Valeria Serofilli a La figlia della memoria (Moretti e Vitali, Bergamo 2016) di Adele Desideri.

Il libro La figlia della memoria di Adele Desideri, pubblicato per i tipi di Moretti & Vitali di  Bergamo nel  2016,   è una esplorazione attenta e documentata tra diario e immaginazione, di un mondo, un'epoca, una vicenda personale che diviene specchio di un periodo, una generazione, e, più in generale, un romanzo di formazione in cui ciascuno può riconoscersi.
Un romanzo avvincente, questo di Adele Desideri, ricco di eventi ed accadimenti, suasivo e suadente, ma anche pieno di colpi di scena. Si parla di uno dei periodi fondamentali dell'esistenza di ciascun uomo e ciascuna donna, l'infanzia e l'adolescenza.  Per dirla con le parole della poetica e suggestiva  nota al libro scritta da Franco Loi "l'infanzia e l'adolescenza, risorgenti in noi durante l'intera vita come un sogno, sono la radice stessa dell'esistere. Spesso non si sa dove e come si siano nascoste, se mai ci siano state. Spesso ci richiamano, in un alternarsi di luce e buio significativi. È il tempo in cui intuiamo e pratichiamo l'essenza stessa di ogni cosa e ci nutriamo della gioia e dei più profondi dolori".
Basterebbero queste parole, scritte con intensità da un poeta di grande valore, per capire che questo libro ha notevole importanza, sia per il lettore che per l'autrice. Importante è sottolineare che si tratta di un lavoro di fantasia, e non di un diario, ma che parla di un momento fondamentale in grado di influenzare tutte le successive epoche e ogni altro momento e incontro. Si parla delle emozioni e delle scoperte di grande rilievo, l'amore, il sesso, l'attrazione, la gelosia, la paura. Delle imperfezioni del mondo, dolci o taglienti, ma il tutto senza isterie freudiane o junghiane scoprendo con occhi, dita e paure, che il mondo non è perfetto. C'è inoltre una serie nutrita di personaggi, alcuni con un ruolo breve e passeggero, altri consistente, ma tutti lasciano un'impronta e contribuiscono a formare la strada, il cammino. La protagonista, Andreina, vive ogni emozione come un turbine che la coinvolge e la travolge. Tra i tanti episodi possibili, potremmo fare riferimento, ad esempio, ad un suo tentativo di suicidio, quello narrato  a partire da pagina 143, in cui in realtà rivela la sua forza, paradossalmente, e la sua attrazione per la dolcezza, quella che è definita varie volte come "la voce dolce".
L'episodio inizia in modo brusco, con un grido : "Presto, chiudi il rubinetto, presto la barella... Misura la pressione". Ci si trova di fronte quasi ad una scena da film, ma è la vita vera,  il modo di essere della protagonista che propone quasi un proprio autoritratto. Si veda a questo proposito il brano di pagina 144: "Andreina,  mi chiamo. Chi sei tu? Butta fuori quegli uomini. Non voglio uomini qui. Che se ne vadano. Sono libera di fare quello che mi pare e piace in casa mia. Il suicidio non è un reato. Guarda ho perso la vista, ma sono ancora lucida. Se vuoi, fammi pure compagnia. Non  mi toccare però. Mi alzo da sola da questa stronza di barella".
Di questo avrà modo eventualmente di parlarne meglio e nei dettagli l'autrice nell'ambito della presentazione letteraria che ho oggi il piacere di curare per AstrolabioCultura all' interno del  Calendario di presentazioni dell'Ussero di Pisa, mentre personalmente, in qualità di lettrice, rilevo vari possibili simboli legati alla personalità del personaggio ma anche, in modo più ampio, gli scontri psicologici tipici dell'età giovanile.

La trama è complessa e articolata, basati su molti episodi, anche sorprendenti, quindi è opportuno lasciare al lettore il gusto di scoprirli gradualmente e di assaporarli. Possiamo però qui esprimere un parere e una sensazione riguardo a quest'opera, scritta con schiettezza e in modo coinvolgente, grazie alla ben calibrata unione di memoria e fantasia, ricordo e immaginazione.
Perché Adele Desideri, in questo suo romanzo, riesce sapidamente ad  unire la passione e il rimorso, il peccato e la redenzione, il dubbio e una conversione, in senso specifico e simbolico. Per concludere, un romanzo da leggere ed assaporare con attenzione, per scoprire affinità di destini e sensazioni.

                                                                                                                                            Valeria Serofilli

Pisa, Caffè Storico Letterario dell'Ussero, 24 marzo 2017                                   Capodanno Pisano 2018

Prof.ssa Valeria Serofilli
Presidente AstrolabioCultura,
Premio Astrolabio e Incontri Letterari di Pisa e Villa di Corliano



Nota a lettura di Valeria Serofilli al volume Fruttorto sperimentale (La Vita Felice Edizioni 2016) di Anna Maria Dall’Olio

         Quanto mai espressivo, fin dalla copertina, il libro di Anna Maria Dall'Olio pubblicato per i tipi de La Vita Felice. Innanzitutto la parte grafica: una sovrapposizione tra la più classica delle immagini, l'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci e “Forme uniche nella continuità dello spazio” di Umberto Boccioni. Da un lato quindi la linearità geometrica, sul fronte opposto un'immagine innovativa, di stampo futurista. Già questo dice molto del libro: c'è una volontà di rinnovare che però parte dalla tradizione, non la cancella, non la elimina. Semmai la integra, la modifica. A ciò si ricollega il titolo del libro: Fruttorto, come viene spiegato nella nota in calce al libro, è uno spazio pubblico, gestito da cittadini, con finalità socioculturali e ambientali, dove ci si prende cura del proprio quartiere. Il Fruttorto viene definito sperimentale, ed è chiaro che si tratta della cura del linguaggio e del pensiero. C'è nell'autrice la volontà di innovare ma non tanto per proporre un qualsiasi cambiamento quanto per provare a migliorare.
         Non è un caso forse che l'autrice sia anche esperantista. Il linguaggio non è solo un modo per comunicare ma anche una cosa concreta, una volontà di condivisione e di dialogo. Le poesie di questo libro spesso contengono un messaggio. Come ad esempio a pagina 36 nella lirica “Le donne cantano lungo il Cevetta”, in cui l'impegno sociale è presente ma sempre con un tono ironico e innovativo. Molti sono gli esempi di questo intento che si potrebbero citare ma è giusto lasciare al lettore il gusto di scoprire da solo le varie liriche.
         Questo libro è molto vario, come toni e come spunti. C'è però costante una tendenza al gioco linguistico che non è mai però puro divertimento ma anche necessità di comunicare. Uno dei tanti esempi possibili si trova a pagina 37 nella lirica in cui il destino del precari viene descritto tramite un acronimo che riassume con ironia la loro sorte.
         L'autrice esplora tutte le possibilità del linguaggio, tutti le lettere e i segni grafici. Come un futurista esprime anche grida e giochi e innova creando nuove parole oppure quelle vecchie con nuove funzioni. Non sono però poesie astratte: spesso ci sono precisi riferimenti alla realtà e alla situazione mondiale attuale, come ad esempio nella poesia di pagina 55 “Ayiti Ayiti” in cui si fa un ritratto della situazione geografica e politica di una parte del mondo. Si parte da una conoscenza concreta delle cose e delle situazioni per poi inventare altre condizioni e mondi possibili, non solo linguistici.
         Il libro è agile e formato da un numero non elevato di pagine ma ogni pagina contiene molte informazioni e l'autrice vuole che tutto venga compreso, per questo ha messo in calce al libro molte note che spiegano tutti i punti complessa. In questo senso e basandosi su quanto detto poco sopra si può essere d'accordo con la bella nota introduttiva scritta da Annamaria Pecoraro, in cui si afferma che nel libro Fruttorto Sperimentale “la tematica sociale, ultramoderna, richiama oggetti, sentimenti, arrivando in modo brillante, scorrevole e diretto al nocciolo, un po' come aveva operato Ungaretti a suo tempo. La metrica stessa, incalzante e sconvolta dai canoni tradizionali, trova nel fiume della poesis la folgorazione per osare, creare e liberare quanto l'occhio e il cuore umano vede e sente. Ne scaturisce il senso dell'esistenza, intrisa di consapevolezza, drammaticità, fragilità ed esternazione per quell'essenzialità base/segreto del vero viaggio su questa madre terra”.
Il viaggio è anche quello del lettore che si  confronta con interesse e curiosità con i
versi di questo libro così diverso dai canoni tradizionali eppure in grado di
 interessare e di fare riflettere e pensare.

Valeria Serofilli

Pisa, Caffè Storico Letterario dell'Ussero, 24 marzo 2017
Capodanno pisano 2018
Prof.ssa Valeria Serofilli
Presidente AstrolabioCultura,
Premio Astrolabio e Incontri Letterari di Pisa e Villa di Corliano






CLICCARE PER INGRANDIRE