giovedì 24 maggio 2018

PASQUALINO CINNIRELLA: "IN MORTE DI G. FALCONE E P. BORSELLINO"


PALERMO  23 MAGGIO 1992
             In morte di G.Falcone e P.Borsellino

                    

I fiori d’arancio nella “ conca “ (*)
ora stilleranno gocciole di sangue
dai petali ridenti nell’aria
di un maggio senza nubi;
e dalla mia terra, che piange da secoli
lacrime perenni d’abbandono,
fuggirà per sempre il sogno di un riscatto.
Muore con noi ciò che edificammo
(in un’icona giusta di rivalsa)
e nel tempo di un tremore che divelse
anche suoli lastricati nel lampo del boato.
Come detriti, dall’alto di un cielo senza macchia
cadde, senza più alito d’eterno, la fragile carne
frantumata, intrisa nella lamina contorta
- e il pensiero audace;
così la fede nei giorni del domani
squarciata ancora come un velo sacro
in un tempio tra i  “ gentili ”.
Fuggì in un lampo la colomba spaventata;
attonita, più non tornerà tra quei rami e fiori
a covare, nel chiuso delle foglie, germi di vita
su un nido di speranza che s’attesta illuderci
nei giorni che verranno e che qui s’anela,
nell’ansia così forte, più che l’amore sappia
quando il verde dell’età sommuove.
Olocausto inutile alla storia che esige oramai
nuovi capitoli e certezze…in un tempo di rapidi eventi.
Dal sangue raggrumato nel fondo della conca
rifioriranno solo petali neri di fiori intonati
alla moda di quei lunghi scialli
delle nostre madri  ancora come sempre addolorate.
A latere degli steli, come in un angolo,
in silenzio per lo strazio,
il cuore del sicano ...è pietra millenaria.

(*) La conca d’oro di Palermo
Giu. 1992/ 35    

              

6 commenti:

  1. L'attualità e la cultura si intrecciano molto bene in questa poesia ritmicamente perfetta. E' una composizione notevole.
    Complimenti all'autore.!
    Edda Conte.

    RispondiElimina
  2. Le assicuro gent/ma Sig.ra Conte che il suo inaspettato, impensato commento è particolarmente gradito. Grazie per "poesia ritmicamente perfetta" e per "composizione notevole ". Lusingato eccome. Pasqualino Cinnirella

    RispondiElimina
  3. Dolore vivo e sanguinante. Poesia corale e tragica. Canto di sofferenza e perdita, di ferita millenaria rinnovata. Un nervo scoperto, un epicedio arcaico, una nenia che si ripete dalla notte dei tempi, testimone della gloriosa inciviltà della nobile stirpe di Adamo.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
  4. Poesia bellissima, straziante e commovente che scuote gli animi dall'intimo più profondo.
    Di Leopardiana e Pascoliana memoria, ode alle persone tra le più coraggiose mai esistite.
    Cinnirella continua a dimostrare grande sensibilità, profondità e liricità.
    Nessuno come lui, grazie!

    RispondiElimina
  5. Un carme di forte impatto che fa vedere il sanguinamento di ferite della carne e della terra, ferite che sono ancora aperte e ad ogni commemorazione riaffiorano con lo stesso dolore di allora. Qui Pasqualino, ci raffigura un luogo violato dall'efferatezza umana, in una terra di grandi bellezze naturalistiche punteggiata dai tanti sepolcri degli eroi vittime della mafia. Una poesia che denuncia il volo di una colomba simbolo di pace e di giustizia "Fuggì in un lampo la colomba spaventata", e difficilmente ritornerà a nidificare anche sull'albero della giustizia. Dice il poeta,
    "Olocausto inutile alla storia che esige oramai
    nuovi capitoli",
    denunciando come la gente tende a dimenticare, ma il cuore della gente di quella terra dei monti Sicani non sa dimenticare.
    Una grande sensibilità poetica, che ci offre l'opportunità di leggere e rileggere poesie per mantenere vivo il ricordo di uomini che hanno pagato un prezzo troppo alto per il nostro Paese e la nostra libertà.
    Grazie Pasqualino

    RispondiElimina
  6. Grazie infinite Francesco di questo tuo intervento inaspettatto, partecipe e appropriato. Hai colto eccome il messaggio di dolore mio e dei miei conterranei per questo doloroso fatto di storia, per questa pagina nera scritta sulla mia terra e nel cuore dei SICANI.Perdonami la presunzione, ma credo che solo un siciliano poteva scrivere e in tali termini lo scempio perpetrato in quei giorni in quanto vissuti quasi sulla propria pelle. Si percepiva in modo vivo e palese che lo Stato Italiano era stato messo in ginocchio dalla mala vita organizzata. Salvo poi Questi a riscattarsi nel fare giustizia. Pasqualino Cinnirella

    RispondiElimina