Quale voce
Passare, come niente,
un tassello dei tanti
o tacca su corteccia
più distante ogni sera
dalle impronte dei passi:
orme su sabbia
di coturni calzati
per tragiche commedie.
Miraggi di esistenze
si sfaldano innocenti
nei deserti che sentono
la solitudine
- dei tremiti lunari
così chiari tra nembi
e dolci - quale voce di Poeta
che accende di sua vita
un lume; ancora.
Patrizia cara, tu non componi versi, arpeggi la vita con note di malinconica, struggente, melodiosa verità. Leggerti è ascoltare i giorni che ci passano dentro lasciando l'amarezza di perdere inutilmente il frammento d'eternità che ci è concesso in dono.
RispondiElimina"Passare, come niente,
un tassello dei tanti
o tacca su corteccia"
Nel tuo canto denso di pathos e di figure retoriche di rara bellezza, affidi alla voce dei Poeti il compito di accendere luci, di colorare il tempo, di renderlo degno di essere ricordato. Si può esistere, ma lasciarsi vivere è ben altra storia, rappresenta uno spreco, una scelta triste e priva di gratitudine. Siamo più in alto dei giorni in fila come le aste sui quaderni dei bambini, e tu sai dimostrarlo amica mia... Lasci impronte che nessuna onda potrà cancellare. Ti adoperi per il prossimo con devozione e scrivi con amore e con un talento che non finisce di incantarmi. Vorrei comporre, un giorno, una sola lirica che possa illuminare come le tue. Un forte abbraccio.
Maria Rizzi
Credo che questa poesia di Patrizia, che già dal titolo "Quale voce" ci impone un interrogativo esistenziale di enorme spessore, sia uno dei maggiori elogi fatti a quell'essere umano che vive la propria esistenza tra la realtà e l'oltre da questa, l'oltre da se -dove in questa al massimo può lasciare sulla sabbia solo orme fallaci che l'onda, la vita, il tempo presto cancelleranno. Sono "miraggi di esistenze". Ma quando tutto è o può sembrare un "passare, come niente, una tacca sulla corteccia", allora ecco che il poeta, nella propria "solitudine" mirabilmente accende e ci accende una luce per se e per tutti i simili per porsi e porgerci "ancora" in cammino seppure tra deserti e soli. Ammirevole e degna di inconfutabile bellezza poetica qual contrasto: ..."dei tremiti lunari così chiari tra nembi e dolci" Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaRICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaTi ringrazio Maestro caro, per aver voluto pubblicare questa mia. Ringrazio Maria, perché, come pubblicherò nella mia prossima uscita letteraria, sa leggermi come te tra le parole scritte ma, e soprattutto, tra quelle mancanti. Maria raccoglie i segni dei miei versi e me li porge vibranti di sensazioni. Li rende vitali e mi rincuora perché davvero spero di non scrivere eresie, di non offendere, ogni volta, la signora Poesia. La sua grande sensibilità la distingue e la eleva sopra ogni accadimento, con fatica, lo so bene. Conosco il dolore che viene dalla suggestione. Spesso abbiamo pensato di trovare luce in qualcosa o in qualcuno e ancora ci crediamo, così come fa il Poeta; ancora. Ringrazio Pasqualino per il suo commento aver accolto la luce di quei tremiti lunari vibranti tra i veli del tempo. Sì, siamo orme su sabbia e resteremo sospesi e vivi in una luce di poesia, che a nulla serve se non a illuminare la via per quei passi, uno dopo l'altro, fino a percorrere la vita. Grazie.
Patrizia