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mercoledì 28 settembre 2022

ADRIANA PEDICINI: "SILLOGE"

 

 

Poesie 2022

 

Elenco

1.      immobile l’aria e l’anima

2.      Colore tzigano

3.      Storia

4.      Libertà

5.      Natura,natura

6.      L’ultima alba

7.      Il sipario

8.      Uriel

9.      Giorni testardi

10.  Cos’è questo strano senso

11.  UCRAINA 24 FEBBRAIO 2022

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IMMOBILE L’ARIA E L’ANIMA

 

 

Immobile l’aria e l’anima

in questo giorno di sole di latte

di nuvole livide sospese nel cielo.

Attesa di un lampo di niente

che il tempo dilati in fiducia e rassereni

il cielo riflesso dell’anima.

Con quali parole possa elevare il mio inno

non so, vestale impura di un fuoco

che tutte le colpe non brucia

e profumo d’incenso disperdono

i venti incerti del divenire.

M’imprigiono tra sensi di colpa

e il non vissuto del tempo trascorso.

Vorrei un nuovo spartito

su cui appuntare gli informi vagiti

di appena risorta a vita creatura.

 

 

NATURA, NATURA!

 

Ti chiamo a soccorrerci

in questo funambolico vivere

attesa di giorni creduti lontani

sgomento di attimi che cadono

a pioggia sulle nostre vite insensate.

Dicono che il senso sia oltre.

Eppure deve essere il vero.

In questo animo sempre proteso

in questo animo sempre assetato

nel bailamme delle false chimere

nella schiavitù dei reali bisogni

almeno tu donaci il sonno pacato

come infanti nel sonno beato.

 

 

 


L’ULTIMA ALBA

 

Lo sguardo ladro ancora fruga

negli anfratti angusti della memoria

a ri-costruire le mura ciclopiche

di un’esistenza effimera.

Non è più tempo.

L’ultimo passo avanza

più veloce di un respiro

alla fonte sul limite della pietraia

arida di acqua sorgiva

per la bocca bramosa.

Tutto quel che fummo è andato.

Attendono l’ultima alba

estasi dinanzi al tramonto

passi trepidi a evitare gli ostacoli

sorrisi liberi e tiepidi pianti

le ore capovolte e insonni

la paura senza rimorso

senza rimpianto il perdono

l’ebbrezza al profumo di tiglio

tra i meandri del verde giardino. 

 

 


L’ULTIMA PAGINA

 

Sarà l’ultima pagina

a farmi mutar forma

con il finale a sorpresa.

Ne ho scritte tante e non mi pareva

allorché lenivo il mal di nulla

tra couches pour bébé

e tacitavo i pensieri vergando

di rosso e di blu quelli altrui.

Confondevo la voce muta

tra le gaie parole giovanili

mentre domande di senso e di vita

bussavano alla porta

senza che potessi trovare una risposta

per mancanza di tempo e di argomenti.

Ora sono allo scoperto.

Il tempo

è solo mio

Il vuoto

appare totale.

Non mi ci tufferò come secchio nel pozzo a capofitto.

Lo riempirò non di domande che

tante hanno martoriato con punture di spillo

l’anima. Né di risposte consolatorie.

Lo riempirò di fiori di biancospino

di cieli azzurri, del canto dei fringuelli

lo riempirò del mormorio del fiume

che placido scorre nel suo silenzio.

Adagiata in questa meraviglia

attenderò senza rimpianti il guado.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

URIEL

 

Uriel angelo del fuoco

fuoco che divora e sana

che distrugge e crea.

Fuoco divino ardimi dentro

brucia la lingua maledetta

i pensieri distorti

la paura la viltà il sogno e l’incubo

divorami la pelle con la tunica di Nesso

come serpente a primavera

donami la muta

ché non debba pormi più domande

ché non cerchi la risposta

che di vivere solo mi soddisfi il desiderio

nelle foglie rosse e gialle del mio autunno.

 

 

 


IL SIPARIO

 

Giorni testardi vanno

vengono trotterellando

nuvole o tele azzurrate

menando nel cielo

a dispetto della valle di lacrime.

Niente di vero sul palco

scene confuse e progetti

ignoti di idee non nostre

o forsanche.

Il sipario

Sale

Scende

Si apre

Si chiude

Comparse

non attori primari

Non sono niente… Chi vale… A che poi…

Non attende risposte la vita.

Incalza soltanto.

E ci assordiamo di cose.

Già mi vedo granello invisibile

di polvere inutile anche agli uccelli

forse il lombrico se ne vedrà bene.

 

*****

 

Potessi tutto in uno ridurre

e lasciarlo alle spalle

E dormire sulla riva dell’ombra

sonni quieti nel bosco.

Ma questo il senso?

Capisco.

Giù, il senso è ancora più giù

nel profondo dell’anima

laddove il magma

si fa incandescente e stenta

a trovare la via.

La verità abita lì.

Lì dove il cuore urla le domande

e le risposte trova in un fremito

che placa la ricerca e la pace

trova nel divino abbandono.

 

 

COS’È QUESTO STRANO SENSO

 

                                                    Cos’è questo strano senso

che mi occupa l’anima

mi allontana dalle usate vie

mi apre a cieli nuovi

a intentate vie e a mai vissute libertà?

L’affanno non mi appartiene

della formica, non attendo il futuro

e a guisa di cicala frinisco i miei pensieri

in un canto che a sera illanguidisce di malinconia.

Né agogno gli anni giovanili per quel che sono stati

o potrebbero essere nell’ansia edace

che arranca su per le scale del futuro.

Che sia questa l’età più bella,

quando l’attesa non dimensiona l’animo

e ogni attimo è un guadagno

senza impegno e ogni impegno

ha la leggerezza del piacere necessario.


COLORE TZIGANO

 

Il mondo d’attorno si sfrangia nei sollazzi

malefici del denaro che veleno alitano

su bocche inermi spalancate alla vita.

Muri grigi negli occhi e nel cuore.

Non così nelle colorate carovane

di chi conosce il calore del sangue comune

la gioia dei riti comuni al tramonto

la preghiera antica concorde.

Anche il dolore e il patibolo del passato recente

hanno intessuto serti congiunti di anime

a imperitura memoria.

Non così nelle radici di chi riconosce ovunque

la patria a cantare le nenie dei padri

al ritmo dei violini tzigani.

 


STORIA TZIGANA

 

La terra mi generò e dai lei trassi alimento

finché aspra e inaridita mi disse di partire.

Girovagai il mondo e dei tramonti

m’innamorai delle distese gelate e delle vette

che nel mare si specchiano e nei laghi da lungi.

Me ne innamorai e volli andar via

per conoscere altrove altre meraviglie.

Ci chiamano nomadi e non sanno

che la casa è ovunque noi siamo

perché la casa l’abbiamo nei cuori

e l’adagiamo a terra solo se stanchi.

 

LA LIBERTÀ

 

Non solo a noi ma anche a noi

toccò di perdere la libertà.

Si badi bene…il permesso di vivere

da parte di chi non aveva il diritto

di mandarci qua e là come anime infernali

al richiamo pauroso del dimonio Caronte.

Non sapemmo mai perché dal comignolo

il fosco delle anime vostre s’inanellava

nelle volute bianche delle anime nostre

vittime sull’altare del folle nonsense.

Nessuna pietà financo per i più piccoli

perché la vita non si colorasse oltre

dei sogni striati di arcobaleno

che sempre sulle macerie splende

che senza scampo negaste al futuro.


 

UCRAINA 24 FEBBRAIO 2022

 

Non è la vita mia, non è mia la vita

quella di chi vedo fuggire a piedi nudi

lontano dalle percosse aspre di un’insensata guerra.

Eppure mi ci trovo dentro

mi avvolgo del loro gelido fiato,

mi asciugo le lacrime loro col dorso della mano

e apro gli occhi

perché nel sonno gli spettri avanzano minacciosi più di ora.

La sciagura più tremenda vivere

 con il lugubre orologio che scandisce di notte i passi della morte.

Chi darà le case, le cose, il pane quotidiano, la dignità

 a chi hanno tolto perfino l’umanità?

Di chi sono il cuore che palpita, gli occhi consunti dal pianto,

le vene che tremano, le mani che implorano.

Davvero pietruzze da stritolare per farne asfalto sulla via dell’oppressione?

Nessuno nella stanza dei bottoni

sa come sia finito il destino di ognuno

e come la dea bendata si diverta a rovesciare i tavoli

prima che la giostra sia terminata?

Nessuno che abbia pietà, nemmeno per se stesso.

 


2 commenti:

  1. Adriana mia, la tua vena poetica si arricchisce con il tempo di pepite d'oro sublimi da leggere e da decantare. la Poesia 'viene a cercarti 'sempre, come disse Neruda e ti trova estatica e ispiratissima. Le liriche, aprono il sipario su un nuovo, emozionante capitolo del tuo lirismo. Viaggi con l'immaginazione e inventi la libertà che è possible sono agli Artisti. Sei dentro e fuori di te. Figlia di nuovi universi: "Che sia questa l’età più bella, / quando l’attesa non dimensiona l’animo /e ogni attimo è un guadagno /senza impegno e ogni impegno / / ha la leggerezza del piacere necessario." . Il tempo assume nuovi contorni, sa divenire danza lenta, lieta di assaporare i momenti, le storie, i sentimenti. E ti consente un'ubiquità dolcissima. Sei nelle carovane tzigane: "Girovagai il mondo e dei tramonti / m’innamorai delle distese gelate e delle vette", nei loro viaggi nomadi e nella loro libertà. Esiste forse nella vita, amica bella, il desiderio di rompere gli schemi, di divenire anima e respiro della natura, del mondo, del tutto. Tu sei calata in questa dimensione e, al tempo stesso, sei nei campi di una guerra fratricida che da marzo non trova requie. Il Poeta entra tra le pieghe dell'esistenza, fa facoltà di 'vivere' le atrocità : "Eppure mi ci trovo dentro / mi avvolgo del loro gelido fiato,/ mi asciugo le lacrime loro col dorso della mano" e di piangere e urlare. Inascoltato forse, ma teso al coraggio, nudo nella rabbia, autentico nel dolore. L'indifferenza, che ci veste come seconda pelle non gli appartiene. Le tue liriche risarciscono e ricordano le colpe. Mai saremo salvi. Grazie Adriana per questi versi di seta oro e strazio e per la tua capacità di librarti in volo. Ti voglio bene!

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  2. Carissima Maria, dolci come il miele sono le tue lodi alle mie povere parole e alla mia semplice persona. Lo so, mi vuoi bene e vedi valenze oltre, troppo oltre. Non ti ringrazierò mai abbastanza per aver voluto attribuirmi dei meriti che spero siano solo un passaggio e non un punto di arrivo. Ti abbraccio forte. Adriana

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