E ti rivissi, vita,con un sentire lieve e tanto amato che in ogni fatto lieto o meno lieto,ma scampato, vidi un superbo dono
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martedì 9 dicembre 2025
mercoledì 19 novembre 2025
Cinzia Baldazzi ci segnala.........
Premio Internazionale d’Eccellenza
“Sergio Camellini”
Modena, 22 novembre 2025
Salone d’Onore dell’Accademia Militare di Modena - Palazzo Ducale
Il Premio Sergio Camellini, istituito per
onorare la memoria del poeta, psicologo e umanista modenese, rappresenta un
momento di alto riconoscimento nel panorama culturale nazionale e
internazionale. Nato con l’intento di valorizzare personalità che si
distinguono per meriti artistici, letterari, scientifici e sociali, il premio
vuole sottolineare i valori che hanno guidato la vita e l’opera di Camellini:
sensibilità, ricerca interiore, impegno civile e amore per la bellezza.
Durante la cerimonia ufficiale, la commissione
giudicatrice conferirà il prestigioso riconoscimento a figure di rilievo che,
attraverso il loro talento e la loro dedizione, hanno saputo lasciare
un’impronta significativa nella società contemporanea.
Gli insigniti del Premio Sergio Camellini di
quest’anno sono:
INSIGNITI ALLA CARRIERA e ALLA
CULTURA
Sen. Vincenza Rando: Avvocato; Senatrice della Repubblica (XIX
legislatura).
Anna Maria Lombardi, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana, Filosofa, Psicologa, Psicoterapeuta, Autrice e poetessa
Angela Kosta: Scrittrice/poetessa, traduttrice, giornalista e
critica letteraria.
Anna Giada Altomare: Imprenditrice editoriale / Founder & CEO di
Another Coffee Stories.
Cinzia Baldazzi: Critica letteraria, scrittrice e giornalista
culturale.
Davide Foschi: pittore contemporaneo, artista visivo e poeta.
Domenico Pisana: Scrittore, poeta e studioso (teologo/ricercatore).
Donatella Rampado: Direttore Risorse Umane, formatrice e consulente in
marketing/comunicazione.
Francesco Lenoci: Dottore commercialista, consulente e docente
universitario.
Gianni Casale: avvocato, scrittore
Giuseppe Aletti: Poeta, editore e docente di scrittura.
Lorenzo Spurio: Poeta, scrittore e critico letterario.
Luciano Manfredi: Poeta, scrittore
Luigi Bulla: Presidente centro culturale e attività
poetiche/editoriali.
Marina Pratici: critico letterario, saggista e poeta. Fondatrice
e Presidente di prestigiosi Premi Letterari Internazionali
Michele Miano: Editor e co-editore (Guido Miano Editore).
Nicola Paone: studioso, Presidente e ideatore dei Premi.
Nina Miselli: Scrittrice e promotrice culturale,
organizzatrice di premi letterari.
Walter Zuliani, Primario Responsabile Chirurgia Generale Humanitas
Mater Domini
Rita Coruzzi: Giornalista e scrittrice di romanzi storici.
Rodolfo Vettorello: Architetto, poeta e narratore.
Simona Castiglioni: Primario radioterapia
Sonia Demurtas: Curatrice/editor d’arte e promotrice culturale.
La cerimonia si svolgerà nel Salone d’Onore
dell’Accademia Militare di Modena il 22 novembre 2025, alle ore 15.00 in un
clima di grande partecipazione, con la presenza di autorità, esponenti del
mondo della cultura e un pubblico numeroso che ha condiviso l’emozione del
riconoscimento.
Il Premio Sergio Camellini si conferma così come un
faro di eccellenza, capace di coniugare arte e umanità, memoria e futuro,
diventando un punto di riferimento per chi crede nel potere trasformativo della
cultura.
Chi era Sergio Camellini
Poeta, psicologo e umanista modenese, Sergio Camellini ha dedicato la propria
vita alla ricerca dell’interiorità umana e alla valorizzazione della parola
come strumento di crescita personale e collettiva. Autore di numerose raccolte
poetiche e testi di riflessione, la sua opera si distingue per la profondità
etica e l’attenzione ai valori universali della solidarietà, della pace e della
dignità della persona. Con il Premio a lui intitolato si intende tramandare il
suo messaggio e mantenere viva una testimonianza che continua a ispirare nuove
generazioni.
Il Comitato promotore ringrazia tutti i partecipanti e
rinnova il proprio impegno a custodire e diffondere, attraverso il Premio, l’eredità
culturale e umana di Sergio Camellini.
COMITATO D’ONORE
Andrea Bortolamasi, Assessore alla cultura del Comune di Modena
Maria Savigni, Assessore alla cultura del Comune di Sassuolo
Giuliano Albarani, Assessore alla cultura del Comune di Carpi
Cav. Maria Carafoli, Presidente del Panathlon International Club
Modena
Silvia Stefani, Responsabile servizi di Staff del Sindaco di
Sassuolo e Relazioni esterne
Mirella Cristina, avvocato, già parlamentare, già commissione
giustizia.
Angela Govi, Artista
Francesco Lenoci, docente Università Cattolica Sacro Cuore Milano.
Francesco Nigri, Digital Marketing Specialist, Founder & CEO
iBusiness Srls, Poeta
Franco Guerzoni, Artista
Goffredo Palmerini, giornalista, scrittore
Hafez Haidar, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana, arabista, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano,
candidato al Premio Nobel per la pace e la letteratura.
Hebe Muñoz, poetessa, scrittrice, traduttrice.
Marcella Camellini, Medico Dirigente di Cardiologia, Docente e
Divulgatrice Medico Scientifica
Maria Pia Turiello, criminologa forense.
Regina Resta, Presidente Ass. VerbumlandiArtAps
Rodolfo Vettorello, poeta, critico letterario
Rosella Murano, docente, scrittrice, poetessa.
COMITATO DI GIURIA:
PRESIDENTE ONORARIO DEL PREMIO
Dott.ssa Marcella Camellini, Medico Dirigente di Cardiologia,
Docente e Divulgatrice Medico Scientifica
PRESIDENTE RESPONSABILE PER LA COMUNICAZIONE
Goffredo Palmerini, giornalista, scrittore
PRESIDENTE DI GIURIA
Hafez Haidar, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana,
arabista, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano, candidato al
Premio Nobel per la pace e la letteratura.
MEMBRI DI GIURIA AUTORI ITALIANI
Anna Maria Lombardi, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana, Filosofa, Psicologa, Psicoterapeuta, Autrice e poetessa
Francesco Nigri, Digital Marketing Specialist, Founder & CEO
iBusiness Srls, Poeta
Hebe Munoz, poetessa, scrittrice, traduttrice.
Rosella Murano, docente, scrittrice, poetessa.
Marcella Camellini, Medico Dirigente di Cardiologia, Docente e
Divulgatrice Medico Scientifica
Marilisa Palazzone, docente, avvocato, autrice.
Michele Miano, editore, critico letterario e poeta.
Stefania Romito, giornalista, scrittrice, poetessa.
MEMBRI DI GIURIA AUTORI STRANIERI
Angela Kosta, poetessa, scrittrice, giornalista, editore, traduttrice.
Hebe Munoz, poetessa, scrittrice, traduttrice.
Irene Doura Kavadia, scrittrice, poetessa, docente, traduttrice
multilingue, manager e promotrice culturale greca.
Marta Tarantino, Ph.D., Ricercatrice Post-doc – ERC MEGAMAPS Project,
Università di Napoli L’Orientale, scrittrice, traduttrice,
Miriam Haidar, docente, autrice, traduttrice.
Mirjana Dobrila, autrice, traduttrice.
Taghrid Bou Merhi, poetessa, scrittrice, giornalista, editrice, saggista
e traduttrice.
RESPONSABILI CONDUZIONE: Francesco Nigri ed Hebe Muñoz
COMITATO ORGANIZZATIVO
Goffredo Palmerini, giornalista, scrittore
Marcella Camellini, Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Cardiologia
dell’Ospedale di Sassuolo.
Maria Pia Turiello, criminologa forense.
Mirella Cristina, avvocato, già parlamentare, già commissione
giustizia.
Regina Resta, Presidente Ass. VerbumlandiArtAps.
70 ANNI DI LIBRI E UN APPUNTAMENTO SPECIALE
GUIDO MIANO
EDITORE
Comunicato
stampa
So che ti prenderai cura di me, edito Guido Miano Editore, è il nuovo volume di poesie di
Michele Miano
Milano,18
novembre 2025
– Guido Miano
Editore celebra 70
anni di attività con un evento speciale dedicato alla poesia e alla memoria,
con autori e collaboratori che hanno accompagnato la casa editrice in questo
lungo percorso.
Nell’ambito dell’evento, sarà presentato il nuovo volume di poesie di Michele Miano, dal titolo “So che ti prenderai cura di me”. L’opera, intensa e personale, è un commosso omaggio al padre Guido Miano scomparso nel 2022. Attraverso lettere inedite, versi poetici e foto d’archivio, il libro ripercorre momenti significativi della vita dell’autore e della sua famiglia, strettamente legata alla storia dell’editrice.
Fondata nel 1955, Guido Miano Editore è da sempre punto di riferimento nel panorama culturale italiano, con una produzione continua di titoli dedicati alla poesia, letteratura, saggistica e arte, anche in ambito universitario.
Durante l’evento, ricco di ospiti, autori e collaboratori storici condivideranno testimonianze e ricordi, tracciando le tappe più significative di questa realtà editoriale indipendente. La presentazione del volume sarà accompagnata da letture e riflessioni insieme all’autore.
·
Come afferma l’autore: “il presente
volumetto è una sorta di preghiera – soliloquio che ho voluto rivolgere a mio
padre in quanto sento di dirgli: “So che ti prenderai cura di me”.
Programma
dettagliato dell’evento nella locandina allegata.
Michele Miano, editor e co-editore di Guido Miano Editore. Studi classici e laurea in Giurisprudenza. Consulente legale, insieme alla professione coltiva la passione per la storia del libro e della stampa. Umanista bibliofilo, da sempre nel mondo dei libri e dell’editoria indipendente, è operatore culturale, poeta, critico letterario e d’arte. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Quaderno senza titolo (2013), Deltaplano (2014) e So che ti prenderai cura di me (2025). Membro di varie Giurie in Premi Nazionali di poesia e arte, si occupa prevalentemente di critica letteraria con profili, articoli e monografie di autori e artisti contemporanei; relatore in convegni letterari, ha curato eventi letterari ed artistici. Ha in corso vari progetti editoriali.
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Guido
Miano Editore
Ufficio
stampa: Via Emanuele Filiberto 12 - 20149 MilanO
michelemianoposta@gmail.com / mianoposta@gmail.com
02.3451804
- 02.3451806 – cell 3475552140
Rita Fulvia Fazio: Per Amorem ad lucem
PREFAZIONE
Scrivere poesie d’amore è come tuffarsi in un lago pieno di fascino e di mistero, così com’è questo sentimento, da sempre presente e protagonista dell’esistenza umana. Un viaggio dai risvolti e dai contorni indefiniti, con il risultato di perdersi, o lasciarsi trasportare da un inevitabile coinvolgimento emotivo. In questa raccolta il viaggio si snoda in un percorso intenso e vissuto, che tuttavia supera la condizione personale per divenire paradigma universale dello stato d’animo connesso alla dimensione amorosa. L’amore ha prodotto nel corso della storia fiumi di parole, di testi poetici per trovare definizioni, chiavi di lettura, capaci di interpretarne il senso profondo nelle sue vaste e multiformi estrinsecazioni. Questo sentimento rappresenta il più alto momento esistenziale, associato al perseguimento del piacere e dell’elevazione spirituale. Il tema amoroso ha dominato le pagine e i versi di molti autori, dall’antichità, come il Cantico dei Cantici, al periodo classico, come Saffo e Catullo, al medioevo, con la letteratura provenzale e il Dolce Stil Novo, ai poemi cavallereschi, fino ai grandi poeti dell’Ottocento e Novecento, da Leopardi, D’Annunzio, a Emily Dickinson ad Alda Merini. Talvolta l’amore si correla con la ricerca del divino, come una forza soprannaturale alla quale è impossibile resistere, o con l’elaborazione filosofica, di derivazione platonica e aristotelica, come nella Commedia Dantesca in cui l’amore rappresenta la forza motrice dell’universo, o infine nell’esaltazione dell’Eros, che già presente nei poeti elegiaci, diviene l’elemento portante nelle liriche dannunziane. Per Fulvia Fazio l’amore è inteso come totalità, un sentimento che parte dal coinvolgimento del corpo e della mente, fino a divenire momento spirituale, collegandosi per questo allo stilnovismo, ma assumendo i connotati profondi della poesia elegiaca. Sono indubbiamente presenti in questa opera le tre valenze dell’amore, riconducibile a Eros, Agape e Philia, cioè l’amore, passionale, quello spirituale, puro, infinito e quello sentimentale che stabilisce un rapporto di complicità, amicizia e condivisione con la persona amata. L’originalità di questa raccolta è anche rappresentata dal fatto che le liriche si articolano nel doppio registro della poesia e della canzone, creando allo stesso tempo suggestioni intense e sognanti. Il rapporto tra poesia e musica è antico e fortemente dibattuto. È indubbio che i poemi antichi abbiano avuto un esito musicale, in quanto cantati e accompagnati dalla cetra, così come in tempi più recenti, ad esempio nei I fiori del Male, di Baudelaire, alcune poesie assumono i connotati della canzone. È così per esempio per la poesia di Baudelaire Invito al viaggio che ha ispirato l’omonima canzone di Franco Battiato, tra cui esiste una sorprendente corrispondenza di contenuto e versificazione. Piccola mia, sorella, / quale favola bella / vivere insieme laggiù dolcemente! / Amare a non finire, / amare e morire, / in un paese che a te è somigliante! (Charles Baudelaire) Ti invito al viaggio / In quel paese che ti somiglia tanto / I soli languidi dei suoi cieli annebbiati / Hanno per il mio spirito l’incanto dei tuoi occhi / Quando brillano offuscati (Franco Battiato) Tuttavia, qui Fulvia Fazio tenta un ulteriore passo, indubbiamente riuscito di un’intima connessione tra i due registri. Poesie e canzoni si alternano senza soluzione di continuità, quasi a voler dimostrare un’armoniosa corrispondenza, in cui le poesie sembrano canzoni e viceversa. È evidente già nella poesia incipitaria, Note del tempo in ascolto, in cui si spiega poeticamente questa correlazione: In primis sopraggiunge la musica / e le parole prendono forma: / mente e cuore intrecciano idee ed emozioni / licenziando la meditazione e la riflessione La canzone diviene così essenza poetica, perché così come la poesia, è l’emozione e non la narrazione che trasferisce il messaggio musicale. Questa contaminazione tra musica e poesia presuppone un intervento sulla versificazione e allora la struttura ritmica assume toni cantilenanti, come nella canzone Nel e fuori dal tempo: Una volta ti Amavo. / Una volta di te. / Una volta che il tempo / resta al senso di sé. / Una volta il tuo bacio / era il bacio di me. / Una volta il mio bacio / era il bacio di te. e come nella poesia L’acrobata, in cui è presente un ritmo musicale dello stesso tipo: Fammi sognar, / fammi parlare / del nostro Amore / e presterò / al mio dolore / quel seme ancor / che parla al cuore. Concludendo si può senz’altro dire che il tentativo di sperimentare questo connubio tra poesia e canzone sia essenzialmente riuscito, grazie all’uso sapiente, ma non convenzionale, degli strumenti base della composizione poetica, quali il ritmo, la metrica, l’immagine, il linguaggio e soprattutto attraverso una versificazione particolare che avvicina la poesia a una partitura musicale.
Prof. Franco Donatini, Università di Pisa
Quest'opera é essenzialmente un percorso, non subito evidente e lineare anche per l'uso di linguaggi diversi come l'accostamento di poesie e testi di canzoni, tutti dell'autrice (evidenziati, i testi delle canzoni, apponendo una nota accanto al titolo) nata da un ricordo in cui rivede i trucioli di legno fatti dal padre artigiano falegname ebanista e da cui veniva affascinata. Il truciolo si origina dalla pialla ed é tanto più bello quanto più é armonioso e competente il gesto di chi agisce. Acquista la sua forma a ricciolo in quanto la lama, nel tagliarlo, dilata un poco il legno sul lato interno obbligando la materia ad arrotolarsi su se stessa ma il gesto che lo origina, é dritto come una spada. Da questo nasce l'ispirazione di questa raccolta di testi ove si é lasciata la libertà alla mente, senza opporsi alle spinte dei sentimenti e delle sensazioni, di arrotolarsi esprimendosi con vari linguaggi ma, ed é quello che si vuole evidenziare, seguendo un percorso logico e lineare. Il risultato é un po’ come in un altro ricciolo famoso e cioé la Grande Boucle, il tour de France, fatta di tappe attraverso i posti più belli della Francia senza un'apparente logica unitaria, con percorsi i più disparati, uniti però dallo scopo di far emergere il concorrente migliore. Parimenti, se il lettore si farà accompagnare nel viaggio scoprirà anche lui il migliore che, nell'intenzione di chi scrive, é il nostro lato migliore, quello dei pensieri più profondi e sinceri.
Rita Fulvia Fazio
venerdì 14 novembre 2025
TOMMASO SPAZZINI VILLA Autoritratti Quodlibet novembre 2024
Nelle carceri il
fragore del silenzio
- tramonta o sole così che possa io trovare la morte - (dal testo pag. 357)
Posso dire che
le carceri mi hanno da tempo interessato e, per la loro struttura, e, perché in
esse c’erano più vite, i loro drammi, il loro annientamento, il distacco dal
quotidiano e quasi mai la speranza.
Un anno imprecisato, con una barca, sono approdata all’Asinara. Due gli
approdi: Piana dei Fornelli e Cala Reale. Quiete azzurra, natura brulla, rocce
segmentate in blocchi irregolari. Sono luoghi che trasudano storia recente.
Case come spettri e il mare assolato, testimone di passate tempeste, di
bestemmie, rauchi singhiozzi. Ancora qualche segno di vita negli asini bianchi
e grigi che vagano. Nudo squallore negli edifici con nere inferriate e vetri
spaccati e sporchi. Negli anni ’70/’80 era un carcere di massima sicurezza. Dal
1998 l’isola dell’Asinara è Parco Nazionale. Mi torna alla memoria un altro
carcere, quello di Ventotene, costruito da un architetto austriaco; di forma
circolare e con impossibile ogni tentativo di fuga. Vi furono detenuti, Altiero
Spinelli e Sandro Pertini. Nell’isola vive in solitudine Enrico Mereu,
scultore, che ha disseminato nell’isola molte sue opere.
Mi incammino nel
silenzio e avverto intorno a me una violenza repressa ma non domata; quella dei
detenuti degli anni di piombo.
Sono oppressa dai fantasmi di uomini che un tempo furono, anch’essi, bambini
innocenti. Qui, negli anni ’80, Falcone e Borsellino si riunivano per costruire
le loro tesi di accusa per i mafiosi. Visito le carceri; un lungo corridoio con
anguste celle contrassegnate da numeri progressivi; piccole finestre in alto;
un lavabo, un pitale. Sul letto ancora un vestito. Poi, oggetti di lavoro,
utensili per cucinare.
Quello che colpisce di
più è un’ampia stanza; dall’alto penzolano vestiti che ondeggiano nel vento;
sembrano impiccati. Hanno un’anima prigioniera che grida nel silenzio degli
anni. Non ci sarà libertà. Vicino, ma irraggiungibile, il mare.
Io, fin’ora sulle
figure dei detenuti conoscevo solo quanto letto sui giornali. Sapevo però delle
condizioni terribili delle carceri; il sovraffollamento, la scarsa o
inesistente possibilità di lavorare e quando quella non vita diventava
intollerabile, innumerevoli suicidi. Il caso mi ha portato una sera alla
Biblioteca Luzi. Si presentava Tommaso Spazzini Villa con i suoi Autoritratti –
ediz. Quodlibet –.
Non posso che
esprimere la mia gratitudine e ammirazione per la sua attività. È un artista ma
non scrittore. Si può definire un “artista raccoglitore”: non crea ex novo ma
privilegia l’incontro, il contatto umano con le persone e le cose. In lui una
umanità e la necessità di penetrare l’animo altrui facendone scaturire i
segreti, i rimpianti, le aspirazioni di un’anima prigioniera. È un artista che
per anni ha osservato, raccolto immagini. Direi che punta all’essenza spesso
nascosta delle cose. Tra le sue numerose opere che hanno avuto prestigiosi
riconoscimenti, cito: - La fortuna della fragilità, ospitata alla galleria
Mattia De Luca nel 2022. Questa sua raccolta crea fascino e poesia. Nel 2018,
Tommaso, dopo aver visitato diverse carceri italiane, coinvolge 361 detenuti.
Dal libro da lui fortemente amato e ritenuto idoneo: - L’Odissea di Omero – ha
staccato 361 pagine dandone una ad ogni detenuto. Quel foglio, pieno di parole,
poteva per loro divenire un mezzo di liberazione; espressione della loro anima
oppressa con la voluta scelta di parole sottolineate, oppure niente.
Quelle
sottolineature e i silenzi penetrano nell’anima del lettore che non è più
spettatore ma interlocutore muto e consapevole di angosce, speranze, sprazzi di
luce che sgorgano da un imposto stato di costrizione. Ho letto e riletto
moltissime di queste frasi e desidero riportarne un certo numero. Per questi
detenuti, vivere nel dolore è come essere avvolti da una nebbia che offusca la
luce dell’anima.
- Non
trattenermi più mi preme andare a casa -
- Un uccello
cantava straziante pensante la mala sorte degli uomini -
- Stavano in
fila davanti al muro dopo aver sofferto e notte e giorno sfuggendo alla morte -
- Mare
bellissimo mare chioma azzurra, mare chiuso nel petto come salutarlo? Sono
un vecchio -
- Stranieri
siamo tutti sulla madre terra -
- Un
dolcissimo bisogno di abbracci -
- Che Dio al
più presto venga qui. Ho molto sofferto e piango sempre -
- Sole, mare,
luce, parole, lacrime -
- Compagni
sfiniti i giorni lunghi: ricordati il sole e la mia voce a casa -
- Il tuo
ritorno mi colse con dolcezza di miele -
Davanti ai miei occhi questa pioggia di parole come stelle spente che
improvvisamente si accendono. La parola si è fatta luce, denuncia, desiderio,
rimpianto. È poesia che sgorga da una fonte di lacrime e dolore. Forte il
ricordo di ciò che non hai più. La
realtà è un muro alto, un finestrino con inferriate, una cella stretta con
tante persone. Bisognerebbe riflettere e poter agire per mutare queste
situazioni che affondano l’io di un uomo. Intervenire sulle prigioni; renderle
luoghi in cui si può lavorare, respirare ogni tanto
aria pura. A Bollate, carcere di Milano, le celle sono aperte e I
detenuti possono girare. Ci sono laboratori, dialogo. Ma non basta e la strada
è lunga.
Questa lettura, Tommaso, ha aperto
il mio animo all’ascolto e “alla magia delle cose nascoste” come hai scritto
nella dedica del libro.
Grazie!
Anna Vincitorio
28 ottobre 2025 – Firenze





