tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post3821876489572097496..comments2024-03-27T02:02:35.206-07:00Comments on Alla volta di Leucade: "ANTOLOGIA POETICA DI LEUCADE"nazariopardinihttp://www.blogger.com/profile/16507694449914844380noreply@blogger.comBlogger52125tag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-90322683228786884512016-10-26T11:55:57.177-07:002016-10-26T11:55:57.177-07:00Carissimo Nazario, ancora grazie per aver inserito...Carissimo Nazario, ancora grazie per aver inserito in questa<br />importante Antologia la mia poesia sul "padre".<br />Un forte abbraccio da Anna MagnavaccaAnnahttps://www.blogger.com/profile/07799033233502459567noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-44099300472013716312016-10-10T03:18:39.220-07:002016-10-10T03:18:39.220-07:00Come mi sarebbe piaciuto esserci... è un tema che...Come mi sarebbe piaciuto esserci... è un tema che sento molto.<br />Congratulazioni ai presenti.Rina Accardonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-63519365681024197112016-10-10T00:59:26.353-07:002016-10-10T00:59:26.353-07:00Non ne ero stata avvisata da nessun messaggio, opp...Non ne ero stata avvisata da nessun messaggio, oppure invito per mezzo degli "Eventi" di FB o Bando o altro mezzo di comunicazione. Peccato, perché il tema del Padre è essenziale nella mia vita e quindi nella poesia. GBGGiorgina Busca Gernettihttps://www.blogger.com/profile/05385602759067180889noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-70046307685666454182016-01-28T04:14:57.100-08:002016-01-28T04:14:57.100-08:00poi pensandoci ancora su, vorrei aggiungere che il...poi pensandoci ancora su, vorrei aggiungere che il poemetto in prosa esiste ormai da diverso tempo già dall'Ottocento possiamo notare le prime mirabili prove, quindi la domanda riferita alla sua lunga o corta durata non è proponibile, forse quasi duecento anni sono pochi? o sono tanti per l'attestazione di un forma artistica? boh, e chi lo sa! considera pure che nonostante ciò non si sono scalfite né la “forma poesia” né la “forma prosa” in quanto tali, perché continuano ad co-esistere, non sono di certo andate a morire dopo la nascita del poemetto, anzi a dire la verità si sta imponendo a livello editoriale proprio un certo tipo di poesia ben strutturata, precisa, se non nostalgica addirittura, fissata su schemi metrici rigidi, ma per carità non cominciamo a parlare di editoria di massa o di nicchia, che qui il discorso sarebbe davvero impossibile da trattare su un blog. Detto ciò secondo me la domanda principale che ogni poeta e ogni lettore (quando si appresta a fruire/scrivere un testo) devono chiedersi è: il messaggio che si è espresso/scritto con questo testo è ben riuscito tramite questa forma? ovvero la forma e il contenuto sono adatti l’una all’altro perché il messaggio sia fruibile, interessante, innovativo, artistico ecc ecc? Insomma è la domanda che ti chiedi tu, nonostante tutto quello che c'è dietro però la trovo di difficile risoluzione. Io mi faccio sempre questa domanda, ma la risposta sono sicura che per quanto spiegata e analizzata può essere solo il frutto di una mia soggettiva percezione comunicativa, però qui si entra in altri ambiti come la psicologia della comunicazione e anche qui si va troppo oltre.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09994826175001291751noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-35531388585648169552016-01-27T08:08:37.346-08:002016-01-27T08:08:37.346-08:00Caro Umberto,
premetto che il discorso si sta fac...Caro Umberto,<br /><br />premetto che il discorso si sta facendo molto interessante e ti ringrazio per questo. Detto ciò andando oltre il concetto di “forma /contenuto” come ti dicevo rimane come hai detto tu, una “narrazione” che io chiamerei, "comunicazione" in senso ampio (perché in senso stretto sarebbe appunto ritornare a forme come: poesia, articolo di giornale, prosa, romanzo, poemetto… che non sono passate ma che coesistono all’ibridazione, e questo è un fatto) qui il problema si risolve non risolvendosi, ovvero se si vede la comunicazione in senso ampio come il frutto di un ambiente e del suo tempo, insomma dello scambio comunicativo legato a società, cultura e storia, non ha senso chiedersi - ne converrai con me - se “l’ibridazione” di una forma comunicativa possa o meno avere futuro o successo, esiste ed è un fatto storico-sociale, e questo succede all’infuori di quel che ne dice Linguaglossa, ma all’interno di quel che invece dice Miloz. Questo per dire che le forme letterarie non prescindono dalla loro Storia e non possono essere astratte da essa e analizzate come fossero bacilli in un vetrino, o meglio possono anche essere analizzate così, e a partire dal microscopio, ma non certo limitate a questa prima analisi. Se si conferma che la forma ibrida esiste, perché cercare a tutti i costi di applicargli un giudizio estetico? perché pensi che non possa durare a lungo? Io non lo so, non ho la sfera magica… al massimo vedremo! :-) <br />Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09994826175001291751noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-35138450379861140822016-01-24T06:36:24.154-08:002016-01-24T06:36:24.154-08:00Sono orgogliosa di aver partecipato a questa antol...Sono orgogliosa di aver partecipato a questa antologia , e ringrazio Nazario Pardini per l'ospitalità. Sento profondamente l'attualità del tema affrontato: oggi come non mai l'importanza della memoria e delle radici rappresenta un impegno da tramandare alle future generazioni. I prefatori propongono inoltre una ulteriore riflessione sulla forma e sul futuro della poesia, a cui sono succeduti vari stimolanti interventi. .Probabilmente non è possibile decidere a priori, perché la poesia può variare a seconda delle epoche storiche e della "genialità" dei singoli poeti... E come ha scritto la Szymborska "io non lo so, non lo so, e mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano". Nadia ChiaveriniAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-32608795542324082052016-01-22T02:43:27.749-08:002016-01-22T02:43:27.749-08:00Gentile Ambra,
è vero, come tu dici, che troppo lu...Gentile Ambra,<br />è vero, come tu dici, che troppo lungo sarebbe il discorso. Incardiniamo, però, la questione "forma-poesia" (e di pari passo l'altra, la "forma-prosa") nella giusta prospettiva. Fatta tale premessa, credo si possa convenire che tutto ciò che riguarda la parola, intesa come privilegiato strumento e veicolo di corrispondenza umana e sociale (ma anche politica, economica, religiosa, sentimentale, estetico-artistica...) è, semplicemente, "narrazione", sottendendo con tale termine la volontà di chi parla/scrive (come dice Ruffilli nella sua nota introduttiva, peraltro di diverso merito) di "manifestare", di "pronunciare" il proprio "vissuto". Pertanto la "narrazione", da questo punto di vista, è da considerarsi una sorta di comune denominatore di ogni "forma" di comunicazione e di corrispondenza. Ora, sappiamo tutti bene (anche senza per questo scomodare Jakobson, la funzione della lingua, mittente, messaggio, destinatario...) che la narrazione/comunicazione viene di volta in volta "adattata" al contesto di riferimento, viene compressa, manipolata, "piegata" alle diverse finalità della narrazione stessa. Ed è per questo che le diverse funzioni della comunicazione assumono "forme" specifiche. Di tali forme a noi interessano, qui, la comunicazione in "forma di prosa" e quella in "forma di poesia" Ed è qui che si pone il problema sollevato da G. Linguaglossa: se cioè è vero (e io aggiungo se è possibile, auspicabile, necessario, inevitabile...), che "La forma-poesia, come ci ha insegnato Miłosz, deve essere «una forma più spaziosa» che consenta la ricezione della «prosa». Il futuro della forma-poesia è in questa direzione.”<br />Su tale affermazione concentravo la mia attenzione, chiedendomi (e chiedendovi) se è possibile la commistione/convivenza/collaborazione, tra la "forma-poesia" e la "forma-prosa"; e chiedendomi anche fino a che punto, e in che misura, l' "ibridazione" di queste due forme può "funzionare", senza che la poesia cessi di essere poesia (nella "forma" codificata che ci è stata consegnata e che permane nell'immaginario collettivo), senza cioè perdere le sue specificità (verso, strofe, "a capo", rima, metrica, ritmo, suono, figure retoriche...).<br />Ciò detto, "narrazione" e "poesia" non possono rappresentare i due poli del dilemma, essendo la prima un contenuto cui assegnare una forma; mentre la seconda rappresenta una forma cui assegnare un contenuto.<br />Da questo punto di vista anche il poema e il poemetto, che tu porti come esempio di riuscito connubio e di felice "ibridazione" prosa-poesia, cara Ambra, non dirimono la questione, essendo quegli esempi (come d'altronde il sonetto, la canzone, l'ode, l'elegia, la canzone, la ballata, la lirica...) niente altro che "narrazione" in "forma" di poesia.<br />Per quanto mi riguarda, sono indotto a ritenere che la "forma più ampia" di una poesia che consenta la "ricezione" della prosa rappresenterebbe, sì, una "comunione di beni", ma, al tempo stesso, una comunione di fattuale "separazione di beni", essendo le due forme irriducibili (in quanto appunto "formalmente" diverse) l'una all'altra. E non so se un "matrimonio" del genere possa dare frutti e possa durare durare a lungo...<br />Umberto Vicaretti<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-50408075298577779912016-01-20T07:34:12.482-08:002016-01-20T07:34:12.482-08:00
Mi aggiungo, buon ultimo (a causa della mia nega...<br /><br />Mi aggiungo, buon ultimo (a causa della mia negata padronanza dello strumento tecnico che consente di “postare”), a quanti hanno espresso sinceri e affettuosi ringraziamenti per i curatori di quest’opera poetica davvero di spessore, opera a cui auguro uno strepitoso successo e, da qui all’infinito, una formidabile schiera di lettori, tutti ‘affamati’ di poesia, pur sapendo che viviamo in un tempo che sembra del tutto estraneo ed anzi negato ad ogni forma d’arte (e peggio sarà domani!). Sono finiti i bei ‘salotti’ in cui si declamavano poesie e si onoravano e celebravano i poeti. Oggi tutti scrivono e nessuno legge, e questo è davvero il problema!<br />Entro nel merito. Un’antologia monotematica corre il rischio di risultare monotona e ripetitiva, ma non è questo il caso, proprio perché, come dice Balestrieri, in questo florilegio vi è “un campionario di testi variegato”, quasi fosse un’apertura a ventaglio di ritratti (del padre), realizzati con pennellate di colori e suoni che appartengono all’intimità di ogni poeta. Dai versi si colgono vari stili e contenuti, in ogni brano vi è profondità di pensiero e di sentimento (nel senso più esteso e bello di questa usurata parola). Vi è anche verità? Insomma, il poeta è un fingitore, come sostiene il poliedrico Pessoa, o dice la verità nella libertà della sua espressione? Neppure Cristo rispose alla domanda di Pilato: “Che cos’è la verità?”. Non rispose perché egli stesso è verità. Il poeta è sempre al centro del mondo, naturalmente del suo mondo personale come egli lo rappresenta e vive attraverso la sua opera. E spesso si accorge che la verità lo sfiora e fugge via, benché ne percepisca, almeno per un momento, la luce. Ma se la verità è luce, non sempre la luce è quella radiosa del sole, a volte è quella pallida della lanterna che confonde i contorni delle cose. Così conosciamo la verità come fosse riflessa in specchi infranti o opachi che inducono all’inganno.<br />Quest’antologia è splendida di luce solare ed emoziona il lettore. In essa, a mio parere, trova compiutezza l’essenza del pensiero dei tre critici: 1) il “singolare” diventa “universale”, come sostiene Ruffilli; 2) la “forma ibrida” (né troppo poesia né troppo prosa), come vorrebbe Linguaglossa, sembra essere riscontrabile nell’insieme dell’opera; 3) la visione di una “poesia che cerchi di tradurre il perpetuo conflitto fra la terrenità dell’esistere e lo slancio dell’oltre”, come afferma Pardini, sembra trovare proprio qui la sua perfetta dimora. Davvero mirabile l’intervento di Umberto Vicaretti, che pone l’eterna questione della forma e della sostanza, raggiungendo una sintesi di pensiero personale molto condivisibile. Dunque, un bravo ai curatori dell’opera, ai critici, e ai tanti poeti presenti in antologia (ed altri ve ne potrebbero essere, avendone capacità e merito).<br />Giovanni Caso<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-32996733817401157312016-01-19T10:34:21.118-08:002016-01-19T10:34:21.118-08:00caro Umberto,
mi sento di rispondere (per quanto ...caro Umberto,<br /><br />mi sento di rispondere (per quanto mi è possibile su di un blog, troppo lungo sarebbe il discorso) alle bellissime domande che hai sollevato soprattutto per la parte che riguarda il “dilemma prosa/poesia” (quello che ho studiato maggiormente) come lo hai chiamato, che è in realtà un falso dilemma.<br />La forma “ibrida” di prosa-poesia in realtà ha origini antiche: perché non pensiamo mai che per esempio l’epica è scritta in forma di poesia ma tratta di una narrazione?<br />Ecco, capovolgiamo il tutto, perché non potrebbe essere il contrario? ovvero una prosa che parli di contenuti poetici? ovvio che stiamo parlando secondo una dicotomia ormai passata di “forma e contenuto”, in quanto il messaggio è trasmesso da un “impasto” e senza questo impasto sarebbe illeggibile, ma in questo caso ne parlo solo per intenderci in qualche modo, altrimenti non ci capiamo. <br />Inoltre il poemetto in prosa ha origini antiche non è una trovata odierna, perché dovrebbe quindi essere un qualcosa di snaturato? comunque chi parla di “forma-poesia” o “forma-prosa”, come purtroppo fa lo stesso Linguaglossa, si attiene a macrotesti normativi datati e vecchi; in fondo la “norma” è appunto tale se il tempo gli dà ragione, ovviamente il tempo cambia e cambia di conseguenza anche la norma. <br />Ciò che linguisticamente succede dalla base, dai mattoni di un testo ovvero dalle “parole”, succede per tutti i macrotesti (poesia, prosa, romanzo, ecc. ecc) alcune spariscono dall’uso, altre cambiano nell’uso, solo quando si cristallizzano per un determinato periodo di tempo, allora diventano norma, per cui la norma è fissata solo dal tempo e dall’uso. <br />Ma questo è un periodo da un lato di “ibridazione” sociale e culturale, dall’altro di “controllo” di tutto, forse per esercitare un potere? che sia politico, sociale, culturale, critico, estetico? cosa c’è di meglio della regolarizzazione per ottenere potere? non a caso l’ibrido fa paura, perché è poco controllabile.<br />Ecco perché la norma continua ad oscillare, non possiamo tapparci gli occhi e credere che non esista questo pendolo, esiste e spero sia accettato per quello che è, e soprattutto studiato, analizzato, discusso.<br />Per quanto riguarda me poi, vorrei aggiungere che scrivo seguendo un mio respiro mentale, e penso che tutti gli autori lo facciano, per cui dentro un testo, c’è sempre un ritmo interno che lo segue. <br />Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/09994826175001291751noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-27879165689622675542016-01-18T02:11:48.012-08:002016-01-18T02:11:48.012-08:00Potrebbe essere la prima di altre simili iniziativ...Potrebbe essere la prima di altre simili iniziative su temi diversi per ritrovarsi insieme in un unico canto corale che nasce dall'anima per divenire poesia che, varia nei versi e nella musicalità, trasmette emozioni e sublimi stati d'animo.<br /><br />Claudio VicarioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-36203667455423089672016-01-17T23:17:27.242-08:002016-01-17T23:17:27.242-08:00Felice e onorata di far parte di questa antologia ...Felice e onorata di far parte di questa antologia così plurale, nei versi che al padre si richiamano. Grazie a Nazario Pardini e a Pasquale Balestriere per questa iniziativa che sicuramente ci dà una bella panoramica del poetare odierno. Interessanti gli interventi di apertura di Balestriere, Ruffilli, Linguaglossa e Pardini. Rifletto e con calma mi accingo a leggere tutte le poesie. Grazie Patrizia Stefanellihttps://www.blogger.com/profile/06705934521779076532noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-6156575664952886882016-01-17T14:41:12.569-08:002016-01-17T14:41:12.569-08:00Carissimo Nazario,
desidero porgerTi i più vivi ri...Carissimo Nazario,<br />desidero porgerTi i più vivi ringraziamenti e felicitazioni per la realizzazione su Lèucade della significativa Antologia poetica online a tema “Il Padre” nella quale mi sento onorata di essere stata inserita. <br />Esprimo profonda gratitudine a Te e a tutti gli Autori per l'impegno profuso e per il risultato ottenuto nel segno della condivisione di emozioni, sentimenti e cifre stilistiche in cui mi sono pienamente immersa. <br />Il successo della partecipazione testimonia la valenza rilevante dell’opera per i forti messaggi trasmessi con cuore, capacità e passione dai bravi Poeti antologizzati. Davvero lieta di avere potuto aderire a questa straordinaria iniziativa, ti abbraccio con affetto augurandoti un buon proseguimento di lavoro... alla volta di sempre più splendenti approdi.<br />Aff.ma<br /><br />Daniela Quieti<br />Daniela Quietihttp://www.literary.it/autori/dati/quieti_daniela/daniela_quieti.htmlnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-29092408023263686282016-01-17T02:58:07.303-08:002016-01-17T02:58:07.303-08:00L'ottimismo come la speranza sono duri a morir...L'ottimismo come la speranza sono duri a morire: meglio vivere ignari e ignavi. La vita di domani non ci restituirà il messaggio poetico come nel passato, ma noi faremo da baluardo xché non si esaurisca il seme che lo trasferirà al futuro. Auguri a tutti i partecipanti all'Antologia, che la Ns. grande "anima " letteraria: Nazario Pardini che ha saputo cogliere nei suoi più intrinseci significati, il valore di un testimonial alla futuro memoria della Letteratura. Un GRAZIE immenso vada al suo volontariato culturale che merita il ns. migliore elogio. <br />Ninnj Di Stefano Busà Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-24300737040500348062016-01-17T01:26:08.202-08:002016-01-17T01:26:08.202-08:0038 interventi a commento. Non ci ho provato, tanto...38 interventi a commento. Non ci ho provato, tanto mi sento intimidita, rischiando di dimenticare che ringraziare è doveroso, oltre che giusto in una iniziativa tanto meritoria, soprattutto in questo caso di assoluta generosità e lungimiranza: neppure dopo la stimolazione di Umberto Vicaretti, che trovo interessante ed intrigante, e che rimette in discussione l’Assunto della poesia in forma di rosa/e di prosa. Mi sento di condividere però in toto l’affermazione illuminante nella sua chiarezza psicologica e logica, oltre che estetica, di Ambra Simeoni: “ tutte interessanti le varie visioni di poetica e di poesia sia degli autori che dei prefatori; è il bello di questo blog, Nazario, ti ringrazio per questo spazio di libertà, non è da tutti serbarlo con tanta dedizione e attenzione, in altri blog succede spesso e purtroppo il contrario, che alcune voci (urli) cerchino di schiacciare le altre/gli altri, qui invece vige "una legge non detta" quella che garantisce la "diversità" come inizio e fine della scrittura.” Grazie allora, a tutti.Maria Grazia Ferrarishttps://www.blogger.com/profile/17803499441626376026noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-1536075492618776892016-01-16T15:50:57.478-08:002016-01-16T15:50:57.478-08:00Grazie Nazario e Pasquale! Avete realizzato un pro...Grazie Nazario e Pasquale! Avete realizzato un prodigio. <br />Radunare una manciata di perle sullo scoglio di Leucade ad onorare la figura dei nostri Padri!<br />Quale miglior tributo alla Cultura in questi giorni di brutture e nefandezze che impoveriscono la società? <br />Le parole che escono dal cuore e si trasformano in versi aiutano gli uomini a non rinchiudersi nelle proprie stanze anguste.<br />“La casa della Poesia non avrà mai porte” (Alda Merini).<br />Ed io sono orgoglioso di vivere in questa casa, accanto a voi.<br /><br />Roberto MestroneAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-89884900869175409952016-01-16T15:50:09.043-08:002016-01-16T15:50:09.043-08:00(Parte seconda)
La seconda questione, posta da Gio...(Parte seconda)<br />La seconda questione, posta da Giorgio Linguaglossa e intercettata da Nazario Pardini, riguarda la “forma della poesia”, questione già dibattuta qualche tempo fa sul blog “L'Ombra delle Parole”. Afferma dunque Linguaglossa, nel commentare la poesia “Ars Poetica” di Czesław Miłosz, che “Il punto centrale della riflessione sulla poesia viene introdotto subito nei primi versi: «una forma più capace», che non sia «né troppo poesia né troppo prosa». Una forma ampia, dunque, che consenta l'ingresso nella forma-poesia della forza rigenerante della prosa”. E continua: “Oggi non è più possibile né ragionevolmente concepibile scrivere in endecasillabi tonici come faceva il Pascoli o nelle forme artatamente chiuse in base ad un programma elitario ed olistico della poesia”. E, rafforzando il suo concetto, conclude: “La forma-poesia (…) deve essere «una forma più spaziosa» che consenta la ricezione della «prosa». Il futuro della forma-poesia è in questa direzione”. <br />Una forma “ibrida” di poesia, quindi; una forma capace di coniugare versi e prosa, e “che contemperi (…) la storia degli uomini e i piccoli fatti del quotidiano”. Si tratterebbe di una rivoluzione non solo estetico-formale, ma anche sostanziale e contenutistica. <br />Questa, in sintesi, la “provocazione” di Giorgio Linguaglossa. Ma se tale è l’assunto, le domande da porsi sono le seguenti: in che misura la poesia può essere “contaminata” dalla prosa, senza per questo perdere i suoi specifici connotati, senza cioè snaturarsi? E se, ad esempio, una “modica quantità” di prosa può consentire alla poesia di conservare i suoi elementi costitutivi, cosa avverrebbe con l’ingresso nella forma-poesia di una proporzionale dose di prosa? Si avrebbe quell’azione “rigenerante” nei confronti della poesia, oppure quella “forma più spaziosa” altro non sarebbe che un contenitore indistinto di parole prive ormai di ogni specificità e appartenenza? In sintesi, si vorrebbe una forma-poesia “liquida” e aperta, oppure una forma-poesia più rigorosa, ancorata ai parametri che tradizionalmente la contraddistinguono? <br />Non avrebbe dubbi, in proposito, Nazario Pardini: per lui la poesia è sonorità, sogno, passione, mito. E non può esservi, per Pardini, che poesia pura, classica, onirica, fascinosa e visionaria; per lui, ancora, la poesia è musica, metrica, brivido, emozione...<br />Linguaglossa-Pardini, due concezioni assolutamente antitetiche per ciò che riguarda la “forma della poesia”. Un bel “duello”, non c’è che dire. <br />Ne riassumo il senso proponendo questo dilemma: “Poesia in forma di rosa” (il rimando a Pasolini è puramente nominalistico...), oppure “Poesia in forma di (p)rosa”?...<br /><br />Umberto Vicaretti.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-21199493386475233202016-01-16T15:46:49.284-08:002016-01-16T15:46:49.284-08:00Per amore di verità va chiarito che non è stata op...Per amore di verità va chiarito che non è stata operata alcuna selezione ma sono stati accettati tutti i testi pervenuti e, a mano a mano, disposti nell'antologia secondo l'ordine di arrivo.<br />La precisazione che fornisco, in qualità di collaboratore nell'ideazione e nella realizzazione dell'antologia, vuole essere una testimonianza della validità dei poeti che, in vario modo e in tempi diversi, hanno fornito a Lèucade il loro contributo di pensiero, di cultura e di poesia.<br />Pasquale Balestriere ALDEBARANhttps://www.blogger.com/profile/06969500650951458820noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-46967590601143039822016-01-16T15:42:03.794-08:002016-01-16T15:42:03.794-08:00Bene, bravi, bis!, verrebbe da dire. E anch’io mi ...Bene, bravi, bis!, verrebbe da dire. E anch’io mi associo al coro di consensi che accompagna questa iniziativa del duo Balestriere-Pardini. Bello il tema del Padre, come peraltro conferma il nutrito numero di adesioni; interessante il ventaglio delle proposte poetiche. Con questa antologia, dice Pasquale Balestriere, Lèucade ha voluto offrire “un momento di visibilità collettiva a tutti i poeti che, in vario modo, sono legati a questo blog. Tutti insieme, in un canto a più voci, in vari stili e tendenze. Perché Lèucade è plurale, accogliente, grande. Perciò chi legge avrà davanti agli occhi un campionario di testi talmente variegato che gli sarà difficile non trovare rispondenze al suo sentire”. Parole misurate, chiare, direi ecumeniche; e, alla resa dei conti, perfettamente verificate.I numerosi commenti, poi, rendono un quadro d'insieme del tutto positivo: un'iniziativa molto ben riuscita. <br />Restano tuttavia defilate, e del tutto inesplorate, le questioni di fondo poste da due dei quattro prefatori. <br />La prima la pone Paolo Ruffilli quando afferma: “Non cerco l’empatia ad ogni costo e (...) forse questa neanche mi interessa. No, l’empatia non mi interessa”. E ancora: “Non scrivo poesia pensando al lettore o mosso dal desiderio di accattivarmelo”.<br />L'affermazione di Ruffilli non è contestabile, perché appare del tutto evidente che il poeta, nel momento in cui si accinge a scrivere, non lo fa con intento “utilitaristico” (fatta eccezione, forse, per la poesia celebrativa), ma egli scrive unicamente obbedendo al dèmone della poesia. Non si scrive per “accattivarsi” il lettore; se così fosse, si tratterebbe di una sorta di “corruzione” di tipo estetico-sentimentale nei confronti del lettore stesso, di una “captatio benevolentiae” del tutto strumentale e, per ciò stesso, poeticamente inautentica. E, tuttavia, questa non è che una delle due facce della medaglia. Se infatti analizziamo l'altra affermazione di Ruffilli, per cui “In fondo non mi pongo il problema di far partecipare l’altro, il lettore, al mio vissuto, ma solamente di manifestarlo, di pronunciarlo”, è evidente che l'assunto precedente (“l'empatia non mi interessa”) perde il suo smalto e il suo accento perentorio. Si entra infatti, per così dire, nella fase due della produzione poetica, quella cioè che caratterizza il “battesimo” della propria creatura artistica, e che coincide con il desiderio, come lo stesso Ruffilli dice, di “manifestare”, di “pronunciare” il proprio “vissuto”. E' vero che sarà poi il lettore, con una sua “scelta individuale, come una forza attiva decisiva”, ad entrare in sintonia con il poeta e che, quindi, “provvederà lui stesso [il lettore] a realizzare l'empatia”. Tutto vero, ma ormai, nel frattempo, il dado è tratto: l'empatia è esattamente come un vaso comunicante, nel senso che anche il poeta, avendo “sdoganato” la sua produzione (sia pure come “pratica esoterica” condotta tra gli addetti ai lavori, peraltro anch'essi, a loro volta, “lettori”) l'ha cercata. D’altronde, se così non fosse, perché si chiederebbero prefazioni e postfazioni, recensioni e note critiche?...<br /><br />(Parte prima)<br />Umberto Vicaretti.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-55719528602181702972016-01-16T12:01:05.113-08:002016-01-16T12:01:05.113-08:00Fantastica idea e bellissimo risultato! Per me un ...Fantastica idea e bellissimo risultato! Per me un onore unico, visto il prestigio dei nomi che ho trovato e un modo per imparare a migliorare nel confronto, ma anche un'occasione incredibile che magicamente mi è venuta incontro in un momento molto difficile della mia vita.Grazie infinite,Nazario,grande poeta e grande amico che mi sorprendi sempre.Giusy Frisinahttps://www.blogger.com/profile/05564120411434222967noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-2674866531637436922016-01-16T11:31:00.003-08:002016-01-16T11:31:00.003-08:00Grato al Prof. Nazario Pardini, per accogliere anc...Grato al Prof. Nazario Pardini, per accogliere anche me in questa Antologia poetica a tema, "Il padre". Buona lettura! <br />Emanuele MarcuccioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-44954487481678690062016-01-16T09:52:58.329-08:002016-01-16T09:52:58.329-08:00Una bella sorpresa per tutti voi dal grande profes...Una bella sorpresa per tutti voi dal grande professor Nazario Pardini: un'antologia online a tema: "Il Padre" cui hanno preso parte molti autori contemporanei da lui selezionati. Lo ringrazio pubblicamente, per avermi scelta. Una meravigliosa opportunità... <br />Grazie, Nazario.<br />Giorgia CatalanoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-71648011048469697582016-01-16T09:47:30.533-08:002016-01-16T09:47:30.533-08:00Ringrazio Nazario Pardini per avere inserito in qu...Ringrazio Nazario Pardini per avere inserito in questo valido contesto la mia lirica "Lettera a mio padre" con la traduzione in inglese del poeta Emanuel di Pasquale,già traduttore della Vita Nova di Dante.Complimenti a Pardini per la valida iniziativa letteraria.<br />Valeria SerofilliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-65873793361790123782016-01-16T07:34:58.989-08:002016-01-16T07:34:58.989-08:00Carissimo Nazario. Come sempre stupisci. Hai racco...Carissimo Nazario. Come sempre stupisci. Hai raccolto le voci più belle della poesia italiana attorno alla figura del "padre" allestendo, attraverso il tuo formidabile blog e in tempo record, una vetrina preziosa di magnifiche liriche. Una dimostrazione ancora una volta delle tue grandi capacità e del tuo insostituibile apporto di cultura e umanità. Grazie di cuore. <br />Carmelo ConsoliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-61830886921475212672016-01-15T06:34:58.036-08:002016-01-15T06:34:58.036-08:00E’ molto bello essere, con il piacere comune, “tut...E’ molto bello essere, con il piacere comune, “tutti insieme, in un canto a più voci, in vari stili e tendenze” sulla nostra “plurale e accogliente, grande” Lèucade. Il mio grazie per Nazario Pardini è, ogni volta, infinito; come è grande il mio grazie per i curatori di questa antologia, che mi vede presente. Ho attraversato ogni sentiero paterno che mi avete permesso di leggere e mi sono trovata a percorrere l’ampio spazio su cui si distende la forza di quelle radici che accrescono il senso del futuro. <br />Sonia Giovannetti<br /><br />sonia giovannettihttps://www.blogger.com/profile/13909294507403279985noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8291667872930653212.post-15425516877471376252016-01-15T00:45:51.925-08:002016-01-15T00:45:51.925-08:00Un grazie infinito a tutti i partecipanti, che ci ...Un grazie infinito a tutti i partecipanti, che ci hanno guidato nelle stanze più intime del cuore e un sentito grazie agli ideatori e ai curatori di questa bellissima antilogia. E mille grazie, infine, al professor Pardini, sulla sua Leucade siamo tutti un pò meno soli.<br />Paolo BuzzacconiAnonymousnoreply@blogger.com