Luisa Martiniello:
Selezione
di
poesie edite
Se telefonando….
I
Trattieni il respiro
figlio,
china il capo e
accavalla le dita
giunte in preghiera.
So del tuo cruccio:
cavaliere mancato
sul dorso
negato
non speroni i miei fianchi
con tallonate dolci ma risolute.
So del tuo disappunto:
fantasma mancato
nel nascondino impedito
non ti celi dietro spalliere
nella barricata di sedie.
L’ultimo dentino nato
lo scorgo in ritardo,
non si districa il ricciolo
che stringe a sé
tracce di semolino svolazzante.
L’amore viaggia ancora
su fili telefonici
Ritrosia di risposte-
“chelle-ché” nei capelli-
bacini di buona notte.-
Respiri cadenzati dai
colpi della cornetta.
Non offenderti, figlio.
Non è facile qui!
II
Nel petto spasima
un rovo di
brace.
L’abbraccio rigido del
mattino
attizza i desideri
distribuendoli al giorno
e alla notte
e al mattino seguente.
Ti cerco negli occhi
dei bimbi
gli altri,
che incontro
invidiando le ignare
mamme
che li trascinano via,
sbuffando.
III
Trattieni il respiro,
figlio.
Non consentirò al tuo
buccolo ribelle
di arruffarsi.
Arresterò il grido amaro,
le
parole pesanti
ma solo un gesto di sfida
eleverò verso il cielo
con due dita a fionda
in auspicio di vittoria.
Luisa Martiniello: La rondine sul filo ( Interurbane in
versi ), Ed Ferraro , Napoli, 1998
Dialogo interiore
Nel camino
del tuo petto
incamero calore
che sprigiona
l’antica fiamma
del tuo alito d’amore.
Raccolgo con mano
l’impatto tumultuoso
di battiti veloci
nell’ascolto segreto
delle risposte
che puntuali
giungono con tepore
prima di proferire
domande.
Temo
la paura
troppo lunga
dei silenzi.
Ma tu,
Antonio,
taciturno di labbra
abbondi in loquacità
di cuore:
nel camino
del tuo petto.
Luisa Martiniello: La casa del sole, Ed.
Ferraro, Napoli, 2003
L’onda nuova
Non siamo più le cerve
ingenue nelle riserve
fiorite
di caccia dei “lor
signori”
Né temiamo le voglie
insane
dei tiranni sradicati
per sempre
Noi nipoti di
artigiani mezzadri
coloni e braccianti
abbiamo
memorie di canti aviti
intinti
di finte allegrie che
condivano
stagioni di ceneri e
il poco pane
amaro e ferroso di
granoturco
sposato con frittata e
un’alice
Noi siamo onda nuova
le leonesse
dagli artigli nobili
fornite di lauree
diplomi e
specializzazioni Siamo
un esercito di
emigrati docenti medici
ingegneri che batte le
vie lastricate
di nebbie e sole Siamo gente di qualità
senza nostalgie con
valigie di lusso
e con assegni in tasca
e con gruzzoli
in banche Siamo nuove radici che
hanno bene attecchito
nel Nord fecondo
a est e a ovest Il lavoro è leva di viaggio
Oggi non ci sono dighe
bavagli alle bocche
mani o lacci alle
gole Il volere è l’ala
vincente e la terra
dei padri ha ancora
nidi per cornacchie e
stazzi per pecore
da lupi e orti di
girasoli accecati da gazze
ladre e ritorni
minacciosi di ombre ai noti
e superbi castelli e
campanili
Luisa Martiniello: Il verso della vita, Ed.Ferraro, Napoli,2009
Poesie intense, frutto di meditazioni emotive, e di vicissitudini esistenziali.
RispondiEliminaAntonio