… ho ricercato sempre, nella poesia,
i contorni inaspettati, così come i profili misteriosi, tipici di una scrittura
in grado di allungare luci e di allungare ombre.
Personalmente sono propensa a
costruire una sorta di istantanea, ma geometrica visionarietà, carnosa oppure
febbrile. Credo del resto in una parola che non sia soltanto conciliante, ma
che invece, come all’ interno di una vicenda metamorfica , possa innescare – se
necessario – una fertile turbativa.
Come gran parte dei linguaggi
artistici anche la scrittura diviene così una vera e propria “ pista di
invenzione “ ( pianeggiante o rocciosa ), dove si muove l’ impegno per
reinventare lo SGUARDO, in primo luogo, e più o meno obliquamente anche la
lingua.
La poesia fermamente richiede una
sosta, per poter scovare barlumi, segmenti e sezioni di vita da circoscrivere e
poi tra-scrivere . L’ auspicio è che si possano trovare sempre nuove
calibrature nella scrittura e che la parola stessa possa dimostrarsi sempre più
felicemente e facilmente ABITABILE. Ma di una abitabilità vagamente eccentrica,
non troppo confusa con le linearità e con le trame che caratterizzano le nostre pratiche discorsive.
Anna Laura Longo
Nessun commento:
Posta un commento