….un
barlume di luce
vedo
– madre - questa sera
nella nostra casa di un tempo,
adesso
infinitamente
lontano.
Sulla
finestra
il
vaso d’anemoni
è
rinsecchito
e
non si protende più curioso e spavaldo.
Non
illumina la tenda
il
vetro
e
una mano straniera
è
intenta all’allinearsi
dei
panni sullo stenditoio.
All’intonaco rosato
alla
trama dei tetti
s’aggrappa
il ricordo di remote sere,
di
antiche voci
di
nebbie lontane.
Madre,
perché
non si può prendere
tempo
in prestito
per
allungare il vivere di chi si ama?
Potresti
rispondermi
che
conosci forse i segreti
di
un mondo
a
me per fortuna ( o sfortuna – non so –) sconosciuto.
Nel
vuoto silenzio
ora
questa
(nostra) casa
e
vuoto il mio cuore
senza
quel nostro parlare.
Disperde
– con la sua corsa –
il
tempo
(che
spesso ci regala dimenticanze non volute)
questo
mio brandello di vita.
E’
assenza
ma
splende la tua immagine
nel
canto della sera.
Ti
scrivo……..
Ti
scrivo per ricordarti le prime foglie secche
che
il vento disperde ai margini del cuore.
L’
autunno sottile nei suoi appiccicosi passi.
La
caldaia da controllare, gli indumenti estivi
scrostati
dal sole i maglioni nella canfora
da
mettere all’aria. Nel gelo il grande vaso
di
geranio, ha bisogno di un piccolo sole
un
amore di mani una briciola di tempo.
Una
luce di tulle fra la biancheria stesa.
Ho
risalito – oggi - i vicoli odorosi di mare e scale
tante
scale. Rimasugli di salmastro nelle crepe
di
terra – erosione dei giorni – tegole ancora calde
sul
tetto dei gabbiani, la luce di una stella viola.
Intenso
– solitario l’odore del mare nelle narici
e
sulla pelle come il sapore del fuoco sulla neve.
Disperde
il vento vetri di nuvole e solitudini
l’onda
piega l’orizzonte nel suo sangue
azzurro.
Sentinella
una bianca imbarcazione.
Sono
passata davanti all’antica trattoria.
In
atmosfere rinnovate “Incipit – parte prima –
parte
seconda - epilogo” – offre il suo menù.
Uno
spicchio di cielo il ticchettio dell’obbediente
fontana
i panni stesi sulla piazzetta, l’odore
delle
fogne e i pesanti portoni testimoni
dei
primi amori rubati al suono delle ore.
Il
volo di una corsa per prendere l’autobus.
Lontana
la tua mano nel fischio rotto del treno.
Nel
silenzio della sera brilla d’azzurro
un’antica
casa. Ho immaginato la casa popolata
di
bocche mani occhi… e voci…e piccoli pianti…
risate…e
l’amore rischiarato dalla luna nelle lunghe
sere
estive o nella magia di un crepuscolo di neve.
Ti
scrivo per ricordarti che ogni tempo reclama
i
suoi giorni le sue notti i suoi cieli i suoi amori
e
noi ne vediamo il passaggio triste o felice.
Tu
non spegnere mai il cuore sognante.
Imprigiona
l’oro di una stella.
A
VOLTE IL TEMPO…
A volte il tempo
ferma
la sua esaltante corsa
nei
brandelli di un fiore
che
brilla nel ghiaccio,
nell’odore
del gelsomino
o
in bianche esistenze.
A
volte il tempo
taglia
il confine
come
uccello che trasvola
e
nel silenzio nudo e riarso
di
una parete rocciosa
diventa
dono del cielo.
A
volte il tempo
una
pallida orchidea veste di perla
e
della gonfia buganvillea
il
vertiginoso colore
avvizzisce
sul
muro di cinta del cuore
e
poi trascina
nella
lucida strettoia della ragione.
Possiamo
dormire
in
avelli di lontananze
ma
a volte il tempo,
inaspettato,
spazza
via gli aghi di pino dal viso
e
ci porta nuove coppe d’amore
sulla
rotta del fluttuante vento
che
corre nel sangue della primavera.
Acqua…odore
di cenere
Ti
scrivo per dirti che ho cullato
il
tumore
e
l’ho fatto addormentare
in
lenzuola di cenere nell’odore del latte
di
una sommessa ninna-nanna.
Non
mi ha lasciato
neppure
un messaggio – breve
sul
palmo della mano.
Nulla.
Silenzio.
Apatia
nell’aria.
“
Non svegliarlo – dico al vento –
l’ho
fatto addormentare con paziente suadenza.
Attento
– vento – non è il sonno finto
di
una dolce bambola dagli occhi viola.
Si
è tirato le coperte fin sulla testa
sui
capelli – serpi addormentate
sugli
occhi – pallide luci in cerchi bluastri”.
Acqua…odore
di cenere…la conca del bucato.
Acqua…cenere…odore
di lisciva
che
porta via schiuma di dolore.
………………………………………..
Stare
dentro – all’improvviso –
a
una vita diversa……………………
…………………………………………
Scivola
l’acqua lungo il mio corpo
tutto
solchi rughe fossette aderenze anfratti.
Sogno
l’azzurro di cieli infiniti
la
pioggia sottile sul cuore
l’odore
del muschio sulla pietra umida di notte,
rossi
tacchi a spillo
il
rossetto su labbra piene
il
rimmel che si disfa…durante l’amore.
Voglio
ancora sognare e sognare
e
ancora appendere desideri a lenzuola d’aria.
.
Curriculum di Anna Magnavacca
Nata alla
Spezia, proviene dalla città di Pontremoli. Risiede ad Aulla – in Lunigiana dove ha insegnato per molti anni. E’
vice-presidente del “ Cenacolo Artistico Letterario” Val di Magra e collabora
con saggi riguardanti la sua terra a “Cronaca e storia di Val di Magra”. È membro di giuria in importanti concorsi
letterari. Ha avuto il riconoscimento del titolo “ Poeta di pace” dal “ Centro Lunigianese
di Studi Danteschi” e – dallo stesso- il 10 settembre 2011 ha ricevuto il
prestigioso “ Premio alla carriera”. Molti i premi conseguiti da Torino ( Città
di Torino – M: Pannunzio – Garcia Lorca) a Reggio Calabria. Nel 2010 ha ottenuto
ex-aequo il 1° premio al “CAPUT GAURI”. Suoi testi poetici sono presenti in
diverse antologie di premi letterari, fra queste: la prestigiosa antologia del “ Premio San Domenichino”( anno
2003- 2006 -2007 - 2a classificata / anno 2009 1a classificata – Presidente di
giuria Alessandro Quasimodo), l’antologia “ Quaderni di línfera” 2008 - con prefazione di Maria Luisa Spaziani,“Quaderni di
línfera” 2009 con prefazione di Dante
Maffia (2a classificata) – Quaderni di linfera 2010 con prefazione di Angelo
Sagnelli e l’antologia della “ Storia della letteratura italiana” 2000 Ed.
Helicon a cura di Giovanni Nocentini. È
inserita anche nella “ Storia della letteratura Italiana contemporanea” 2003
–Ed. Helicon- a cura di Giorgio Luti. È presente nell’Antologia “ Il segreto
delle fragole 2012” edita da Lietocolle-
Pubblicazioni: “Pietra e memoria” Collana Uomini e donne del
2000 - “Righe d’amaro” Ed. Il Cenacolo - La Spezia 2004 - “Spiccioli di latta e
altre poesie” Ed. Guerra – Perugia - 2004
–
“Soste” Ed. Guerra – Perugia 2009 – Prefazione del prof. Renzo Pavese.
“ Poesia in
forma di lettera” Ed. Ibiskos-Ulivieri Empoli 2010 con prefazione del
prof.Giuseppe Benelli ( Presidente della Fondazione “ Città del libro” Premio
Bancarella – Pontremoli - Docente
Universitario ) e dr Riccardo Boggi (
Ufficio cultura del comune di Aulla- responsabile del Museo di San Caprasio –
Aulla-) –“ Dell’Amore- Ed. Guerra con note critiche di Anna Oliverio Ferraris
(Ordinario di Psicologia dello sviluppo presso “ La Sapienza” Università di
Roma. Psicologa e Psicoterapeuta- Scrittrice ) e Massimiliana De Vecchi. – poetessa-
critico letterario.
Per quanto
riguarda la saggistica:
“ Culto di San
Giorgio in Lunigiana” Storia e leggenda 2006----
“ Nella magia
dei boschi lunigianesi” Note di etnografia e letteratura popolare---2008-
“ Le Rogazioni
– Cronaca e storia-( 2010)
Anna Magnavacca
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