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mercoledì 22 agosto 2012

Nazario Pardini: Lettera al figlio


   Lettera a mio figlio

 

Figlio mio, ama la libertà, la democrazia, l’alternativa, il confronto! Contribuisci ad esaltare quei paesi dove tale libertà regna e si compie. Puoi vivere in pace con la tua anima, se la tua anima è in pace con se stessa. Lotta per un potere che ti permetta di esprimere le tue idee, che ti permetta di contribuire col tuo potenziale umano al progresso degli uomini. Ama la libertà, prima perché libertà significa rispetto e memoria per tutti quelli che per lei sono morti; secondo perché vuol dire tutela continua dei diritti e delle necessità dei lavoratori. Rispetta e giustifica anche tutti quelli che hanno creduto fermamente in un ideale fino a dare la vita per quello, perché lo ritenevano giusto; anche costoro hanno creduto nella libertà, in quella dello spirito. Magari, strumentalizzati dai poteri, sono stati condotti su errate vie. Ma anche loro pensavano di liberare il loro spirito cogli ideali e di fronte alla morte hanno gridato: “Viva l’Italia”. Fai in modo che anche per costoro venga eretto un altare, perché la libertà non ha confini, ma la sua essenza principale è costituita dal rispetto per tutti quelli che hanno veramente creduto: stimare il nemico, quando è leale, è un atto di catarsi e contribuisce fortemente a renderci degni. È nella libertà che i popoli si possono associare liberamente per costituire una forza democratica che i paesi liberi permettono. Diffida delle dittature, da qualsiasi parte esse abbiano la pretesa di farsi largo: di quelle dei singoli, di quelle militari, di quelle del proletariato, di quelle dei monopoli, o della magistratura, o di quelle sinuose dei mass media. Già nella parola dittatura sono negati i diritti più grandi degli uomini, insopprimibili e necessari per un armonico avvenire del progresso. Spesso anche le democrazie sono paraventi che nascondono, al di sotto dei loro apparati, dittature ben più pericolose delle vere: dalle seconde ti puoi difendere meglio, perché ne portano già il nome; ma anche le false democrazie sono facilmente identificabili e gli aspetti più evidenti sono l’amoralità, la speculazione, e la decadenza dei valori familiari e civili. Difendi fermamente il diritto a scegliere sulla tua vita e sul tuo destino, sia moralmente che civilmente. Diffida di coloro che parlano di soppressione di competitività tra gli uomini, perché è nel confronto e nella competizione che l’uomo progredisce, trova se stesso e offre in maniera schietta e sincera il valore reale delle sue prestazioni morali e sociali, individuali e collettive. Non credere né a uguaglianze utopistiche né a massificazioni, ma credi nella produttività, nell’ambizione onesta di migliorare te stesso e il tuo paese. Credi nella ricchezza delle nazioni, solo allora potrai anche, e lo dovrai, migliorare le condizioni di quelli che la natura ha generato meno capaci e meno intelligenti. Lotta comunque perché costoro non ostacolino con azioni demagogiche e falsamente umanitarie il processo di produttività economica e intellettiva. Tocca agli uomini limitare le disuguaglianze con un socialismo democratico, liberale, basato sul rispetto dei valori individuali, senza intaccare quelle che sono le prerogative indispensabili delle buona storia: verità dell’economia di mercato, falsità del socialismo reale e libertà in campo politico, estetico, etico, ed economico. Confrontati continuamente con gli altri in una competizione leale e sincera e quando trovi persone più dotate, impara con voglia e umiltà. Vogli bene alla nazione e allo stato, quando ti permette di criticarlo e di votarlo come elettore. In quel momento lo stato sei tu, non ti sentire in urto con lui, anche se le tue idee sono rappresentate dall’opposizione; apprezzalo, stimalo, difendilo dalle malelingue, interne ed esterne, perché la tua nazione significa tuo padre, tua madre, i tuoi figli, te stesso, la patria con tutti i doveri materiali e spirituali. Ciò non significa che tu non debba fare una critica costruttiva alle istituzioni e alla vita civile e politica della gestione del paese. Ricordati una cosa: non c’è stato perfetto, come non esistono cose perfette tra gli uomini. Quindi che la critica non si trasformi mai in odio, quando lo stato è democratico e liberale, ma resti sempre una critica giusta e positiva, che scaturisca dall’amore per la nazione e abbia per fine il bene della nazione. Ricordati che l’uomo è nato per essere libero, per scegliere il suo destino, per dimostrare che in questo piccolo segmento di esistenza il bene più grande è quello di arrivare alla fine dei giorni illusi o convinti di avere operato per l’eternità.

 

 

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