Ariella Sponza
Ai lettori
del ‘blog’ dedico queste poesie, le mie preferite tra quelle pubblicate
Ariella
SMS dei
quattro elementi
Che urge al tuo cuore
difficile amico prezioso
La macchia bruciante rovente ed ardente
fremente
sul seno
in forma di
rose scarlatte
di foggia
recente, di uso corrente
promessa di
perfido amore
Oppure la
calma
del lino
celeste
azzurro
zaffiro di acque lontane
fluenti in
cerulea dinamica massa
vibranti di
fibre palustri e solenni
Invece piuttosto
magari mi
scorgi
lontano
pavone
di terra
vestita
o di cotone
indiano
Nell’aria
dissolta
eterea
presenza
immane
costanza
trascendere
i sensi
e l’ora e
l’oblio
L’Oasi
L’oasi, il
paradiso,
è profumato
e ricco e
verde e pieno
del canto
degli uccelli
Al mattino,
tortora scura che non addolora
in volo
con il
lamento del loro troppo noto verso
Al mattino
la sabbia che s’incendia
e tuttavia
non arde, non ancora,
nel lanciar
alto in cielo
il sole a
perdifiato
E tutto il
lungo giorno
profumi in
carovana
di verde e
d’acqua e fiori e di riposo.
L’oasi, il
paradiso,
si rivela
dopo un lungo viaggio
polveroso e
stanco ed affranto all’arrivo.
Ma è
paradiso, è l’oasi: rimane.
Fino a giungere a galla
L’acqua (stanca) dell’Ouse
mi attira
e il velo del suo scorrere
pesa
come un sudario
Grava su di te, amica,
mentre io alzo il mento
a sfida
forte del peso
che quotidianamente mi opprime.
Nelle tasche sformate
della mia veste chiara
non trovano luogo
i sassi levigati dal fiume
Già son zavorrate a fondo
dal dovere che mi sostiene,
salda
sulla ferma terra
l’onere di te, figlia;
ed il mistero di un sesso diverso dal
mio
che partorisco il luoghi
equidistanti dal padre.
Allora carne e sangue
scalciano
e ribolle la superficie dell’acqua,
affiora il peso mortale di voi,
figli,
della vostra esistenza
Sale
fino a giungere a galla
e trascinarmi a riva.
Le poesie: “SMS dei quattro elementi”
“L’Oasi”
“Fino a giungere a galla”
sono pubblicate nel volume “Follia metafisica” Ed. Libroitaliano
2004
Il poemetto “Eva ritorna al paradiso perduto”
È pubblicato nella silloge “quasi primavera” Ed. Cannarsa 2007
Eva ritorna al paradiso perduto
Voi tutti
attingete al pozzo profondo del mio
essere,
vi nutrite
dei frutti costosi colti dalla mia mano
Dove
potrò mai piangere sull’umana miseria,
dove curare il corpo
e dissetare l’anima
senza inquinarne l’acqua?
La mia mente è una freccia in volo
va!
dove non sa d’esser mai stata;
il cuore, nido per gli aironi,
ritorna alla stagione di fiori e di
promesse;
corrono i piedi, danzano le membra
al ritmo d’una musica antica d’infinito e
di eterno:
dove poter volare,
come saper sentire,
a cosa ritornare …
Cullata, dapprima, nel caldo ancestrale
oceano di latte;
sbattuta, di poi, dallo tsunami
dell’immane onda;
prostrata infine su di una spiaggia
sfatta,
incolti scorgo i giardini del caos:
custodi ne sono scarlatte pozioni di rose
e fiere vaganti, falò divampanti,
sinuosi serpenti signori.
Sibila, sibila, astuto compagno
soffia svolgi sciorina
sfaccettato mostra, a piombo, l’occhio tuo
prismatico
ove sfilacciato giace scomposto arcobaleno
di luridi nastri adorno nelle carni …
Ma non sola, serpe,
son fin qui ora giunta:
figli dei figli ho per braccianti meco,
figlie e nipoti ancora partorienti
sin a Roraima porterò con me.
Anche Rahula ci potrà seguire,
comodo e caldo nel venir con noi
nel bel canestro di Rachele e Marta;
e la bella Deidre sarà la sua compagna,
cullata in braccio al perdonato Adamo,
se Ganesha ogni impaccio rimuover potrà.
L’angelo, il toro, l’aquila, il leone
della Kumari sosterranno il peso;
Iside intanto, esperta nella cerca,
appronta mele con cui ci nutriremo,
colte da Yggdrasil e mai più marcite,
e l’acque incanta l’amor di Yemanjà.
Nati e non-nati figli del mio grembo,
partoriti da Haumea,
poi da Pegaso mossi,
con simpatia una luce accenderemo:
dal silenzio assordante, dal frastuono,
in cerchio – tutti – assieme all’Urobouro
scampar potremo all’olocausto umano.
Allora fuoco, fiamma, passione
arde incendia divora
libera
combure
di terra l’impasto intriso di peccato
si strina, si strema, esausto.
Attorto in rinnovate spire serpe: ti vedo
per quel che tu sei,
nel pozzo della tua rettile pupilla
splendida appaio:
Eva e i suoi figli già da Khum partiti
verso Shamballa di ritorno sono;
Acqua lucente in viaggio verso il mare
aria nell’aria, respiro della vita.
ARIELLA SPONZA - note biografiche
Nata nella mitteleuropea Trieste in
primavera, viaggiatrice, scrittrice “per passione ed intrinseca necessità” Ariella
Sponza esprime il suo talento vincendo numerosi premi letterari; di pari passo
si cimenta con gli studi di Psicologia clinica, pubblica vari lavori
scientifici, esercita la libera professione di Psicoterapeuta. L’Autrice si
occupa personalmente del progetto di impegno umano e sociale “San Nicolò a Puri”
nell’Orissa, India, cui sono devoluti tutti i proventi derivanti dalle sue
pubblicazioni:
romanzo “Comunicazioni interpersonali in tema di Amore” Helicon 2003
sillogi di poesie
:“Follia metafisica” Ed. Libroitaliano 2004; “quasi
primavera” Ed. Cannarsa 2007;
“La deriva dei continenti” Ed. Cannarsa 2011;
saggio
“Pellegrina scalza”
nn.144-145 Rivista di letteratura e
filosofia‘Sistematica’ Ed.Pergamena 2009
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