Inedito di Antonio Spagnuolo
ANTONIO SPAGNUOLO
da :“Il senso della possibilità”
di prossima
pubblicazione (con prefazione / saggio del professor Carlo Di Lieto)
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Siamo tutti noi
nell’angolo,
ove il conteggio è una
serpe intollerante,
senza alcuna
tregua.
Forse l’orizzonte offre
la stella mattutina
dai falsi contorni per
ricattare la carne,
modulando le ore
leggiadre che lasciammo
per approdi del
flauto,
o raccattare le più che
povere stagioni.
Ricomincia dagli
ottanta la rincorsa
per una fase che non mi
stupisce,
certo tra fase e frase
l’esplicita zavorra
aiuta l’impotenza delle
nostre voci.
- Contorto ai
rotocalchi
rimpasto le vene di mio
padre - incenerito:
sono sicuro d’esserti
bislacco
prima che dalla nebbia
fiorisca
una copula incoerente,
sfida costante
di presenze nella
insulsa pantomima.
Ho cercato un passaggio
per l’eterno,
per quella luminosità
che in Cristo
la mia pelle di umano,
ferito nel conflitto,
traspare nelle tracce
di incursioni.
Non conclude la parola
, il verbo pregno,
nei sedimenti allertati
della fede,
cerco ancora quel
codice sospeso
lungo le pieghe della
mia stanchezza.
Così estremo il
giardino promesso
che io brucio
ricorrenze per non essere in colpa,
mentre
sul piede incandescente
indagavi pigrizie
per le tue moine
indigeste.
*
Nessuna epifania
conosce il gioco
inciso nella tua
verginità.
Ti lascerò distribuire
il sangue
rifiutando
pensieri,
doglianze del tuo
piccolo ventre
ormai più avvezzo allo
scherno che ai riflessi.
Recupero occasioni
rinverdite
confondendo le crepe
del passato
e a doppia fonte, ora
piena, o triste,
spacco le mie giornate
senza agganci.
Dal tempo degli
altari
denudavo le
lampade
nel perimetro corto
delle pene,
lentamente alle braccia
ora scolora
la strada senza un
fine, tra le congiunzioni
di una fragile
bacheca.
sguscio l’enigma,
distacco rifugi, che la mia mente
tra ombre e agguati
scintilla
per ritrovarti ancora
dove le offerte
lanciano sottintesi
,
non riesco a
distinguere pallori,
rivedo l’orrida
trasparenza della noia
dove lo sforzo è
inutile, gesticolando
o s’incastra tra i
cristalli della nonna
il filo della tua
scommessa.
*
Anche il trillo del
vuoto è un’illusione
di altri tempi e
guizzi, ultima frattura
a scaglie di
ripetizioni,
belva semiaperta a
mutamenti.
Il mio strappo ha
l’intreccio
delle tinte roventi,
delle attese,
ed ecco che le arterie
inceppano
per la sclerosi -
agguato,
filiere disperate
secondo impasti che fan
conto del sempre,
nel crepitio dei fiotti
d’ombra,
insistono gli abbracci
per fondere il cerchio,
là dove ancora sembra
intatta
la punta del pensiero
giovanile,
dove era scritto che la
carne in discesa
maliziosamente
rimetteva il verso giusto
condividendo il
medesimo guizzo
delle incisioni.
Salva le immagini delle
matrice
per l’endotelio che
aggruma lipemie
secondo errori piccolo
borghesi.
Ad incastonare
cristalli sogno di essere altrove
avvolgendo la vampa
come frusta di luna
sotto gli stridii dei
gabbiani
cambiando senza fine le
rese del miracolo….
*
Il perimetro corto
delle pene
s’accorda lentamente ai
debiti della notte.
Nessuno parla con me
!
Le bolle di sapone,
quelle intorno all’incerto
avvicendarsi dei
perdoni,
le vestizioni delle tue
varianti,
convergono agli
acciacchi delle vene.
Strane esattezze
corrono agli applausi
mentre il
cistoscopio
urla nudo nel segno
delle regressioni.
Anche il vento non cede
alle lusinghe
del silenzio:
all’incredibile ozio
giocano crocefissioni.
Non muta la tua
coscia
nel seguito dell’orbita
più nota,
memoria di quel
brivido
nel taglio arrugginito
delle voci.
Riallaccio giorni
franati:
ogni gesto nel fondo
dell’autunno
abbevera le nuove
identità dentro me stesso.
*
Antonio Spagnuolo ---
Vi colgo una religiosa carnalità, una tormentata tensione nella pervicace esplorazione della vita, una fisicità sofferta più che goduta, la consapevolezza dell’umana provvisorietà che provoca e scompiglia, recupera e ricompone in forme inedite la dimensione spazio-temporale, l’ieri e l’oggi, il qui e il là, con un gioco di rimbalzi che mette sotto pressione ogni potenzialità linguistica, ogni possibilità del dire.
Eppure Spagnuolo, che percepisce fin troppo bene lo scacco dell’esistere, sta nella vita con serenità, magari dolente, ma senza alcun accenno di disperazione, perché la sua percezione della vita è invece fortemente connotata da riflessi di positività e di speranza.
Pasquale Balestriere
Sandro Angelucci
La poesia di Antonio Spagnuolo non è tesa, comunque, al nichilismo; la vita permane, si manifesta anche “nel fondo dell’autunno”, riallaccia “giorni franati”, muove “nuove identità”, ri-trova tempi e spazi interiori linfa e voce all’interno di un ordito lessicale -- in movimento -- composito, di grande intensità. Maria Grazia Cabras
Cerca il poeta di partire dal significato delle cose, dalla strada maestra al suo estremo divenire, per trovare il senso universale del sentire: una ragione, una parte sconosciutil rovescio della logica. Trovo interessante la corrente che trascina con i suoi versi commeventi che nutrono all'istante.-
salvatore anzalone- "
Fa piacere , negli anni , riscontrare la fedeltà a questa "linea" , in uno con la personale espressività che la informa.- 1 ottobre 2012 -
Leopoldo Attolico " -