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domenica 7 ottobre 2012

Tre poesie di Alessio Pasquali


Non c’è altro


Addio,
alla casa
giù al Fabbricone
dove
tra allegrezze
e favole arcane
ho cantato la mia storia.
Dietro la roccia
che costeggia il mare
tra le tamerici,
la ragazza
saluta nel vento.
Strisce luminose
solcano il cielo.
Non c’è altro.
Si è perso nell’oblio
lo specchio delle mie brame.
Misteri ed enigmi
non sono stati svelati.
Prima che te ne vada
regalami ancora
un sogno felice.
Dopo
non ti chiamerò più.
Madre



La battaglia di Stalingrado


A lungo mi fermerò
dove il muschio sporgeva
tra le macerie di quella casa
con un clavicembalo ignaro
che invitava a un giro di danza
in mezzo alle note
della canzone più bella

Sul ghiaccio del Volga
l’enfasi del dolore prorompeva
sullo scenario della storia.
In quella neve
il tempo era dissolto.
Su quelle rive
pietrificata era la tomba
di migliaia di angeli caduti
prima lungo la steppa
dove la polvere
era scagliata in aria,
poi sulla neve
silenziosa e immensa.

La serata era placida
colore delle spighe;
il cuore del soldatino
cantava correndo
in quell’orizzonte senza fine.
Gli accordi del clavicembalo
lo raggiungevano
in un travestimento del dolore.

Ritornerò,
ritornerò da te.
Da te, Lili Marleen





De senectute

La fase più temuta della vita
può diventare un dono
se il gioco di pensieri
e di passioni
fa intravvedere ancora
l’offerta di futuro
e di infinito.

Allora, vecchio, tu sei
viandante sul confine
che affronta l’avvenire
con un sempre presente.

Il tuo cuore veleggia
sull’onda di saggezza.
Continua pure a leggere
i romanzi d’amore.
Racconta ai nipotini
che le balene cantano,
aiuta il tuo germoglio
a diventare albero.
Giardino dei ricordi
è inusitato incanto.

E quando si presenta
la sorella del sonno
offri candide rose
a quell’ultima stella
che si ritira quieta
dalla fuga del tempo.







Note Bio-bibliografiche:

Nato ad Allumiere (Roma), l’8/09/1935. Maturità classica conseguita nel 1955 (un paio di anni perduti causa guerra). Da ragazzo frequentavo i “poeti a braccio” della maremma laziale (Montalto, Tarquinia e Tolfa). Con loro “gareggiavo” a comporre in rima. Ispirandomi a Catullo e Ovidio, al liceo, componevo versi che oggi potremmo definire “pornografici” in latino (esametri e pentametri, distici elegiaci). La distribuzione dei poemi presso le classi del Liceo era, ovviamente, anonima. Sempre da ragazzo per sbarcare il lunario, impartivo lezioni private di latino e italiano agli adolescenti non troppo svegli delle scuole medie. Ho fatto l’istitutore in vari collegi di Roma, ho collaborato a varie testate locali minori, giornalistiche-sportive. Poi sono finito in una banca e lì sono rimasto trentasei anni. Ho pubblicato due libri di poesie dal titolo “Figure erranti di elegie e rime” e “Nonostante tutto”.
Partecipo ai concorsi letterari e ogni tanto riesco persino a racimolare qualche premio.
A 77 anni è così bello scrivere…

Alessio Pasquali

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