SE A ME IN FORMA DI SOFFIO
Se a me in forma di soffio vi svelate
e mi toccate con le vostre dita
di vento, benvenuti entrambi, padre
e madre, a questo vostro figlio giunti
da lontano ( ruggisce nella piazza
mattutina un furgone di lavoro ),
a questa stanza che pur sempre quieta
al sole rise della vostra vita.
Fiorì d’alba ogni notte; ed a voi sempre
lieta s’aprì la zolla generosa
di primavera al canto, e vi sorrise
l’austera messe del vino d’autunno.
Vi attraversò la vita, corpi pieni;
e vi scandì obblighi, tempi, lune
per la vostra fatica; e religione
del campanile fu per voi la mole.
Non spengo più i clamori delle stelle
né più del buio bramo il buon riparo,
miei cari,e allora mi produco cauto
all’abbraccio di luce che mi resta,
fino a incontrarci tra filari, padre,
di lune ed astri, questa volta uniti
a compiere vendemmie senza affanni,
ed a sederci, madre, intorno al desco
che
col tuo cuore domini e alimenti
sotto un tetto di cielo luminoso.
Con me verrà la Rosa , primo fiore,
da voi amata, figlia tra le figlie,
ché in alcun luogo senza lei starei.
Così io spero e voglio,
così sia.
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