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giovedì 27 dicembre 2012

M. A. Bedini: LA LINGUA DI DIO. G. Einaudi Editore




Maria Angela Bedini: LA LINGUA DI DIO. Giulio Einaudi Editore. Torino. 2003. Pp. 146. Euro 12 
 

Bedini Maria Angela
(Buenos Aires 1965 -)
La poesia della Bedini si distingue per il fascino oracolare di versi che registrano eventi della quotidianità in un incalzante flusso di parole ininterrotte da cui emerge la drammatica sensibilità della poetessa espressa ai limiti della “divinazione”


Maria Angela Bedini è nata a Buenos Aires nel 1965, dove ha trascorso l’infanzia.
Si è laureata in ingegneria elettronica presso l’Università di Ancona, dove svolge attualmente attività di ricerca.
E’ presente nel volume Nuovi Poeti Italiani 4 (aprile 1995 per i tipi della “bianca” Einaudi”), con la silloge Ma il vuoto fu scarso a sparire.
Collabora alla redazione della rivista “Marcheterritorio”.
Sue poesie sono presenti in numerosi cataloghi e antologie e in alcune riviste come “Istmi. Tracce di vita letteraria”.




Già presentata nel quarto volume dei Nuovi poeti italiani in questa stessa collana, Maria Angela Bedini ha ora realizzato un denso poemetto in cui la parola viene tesa, accelerata e stritolata in direzione di una spiritualità quasi fisica, «muscolare», alla maniera delle grandi mistiche. Il sentimento di questa tensione panica oscilla dall'estasi erotica a quella religiosa fino all'identificazione del verbo con l'«amato» e con il «cristo», emblema lancinante di totale annullamento ed esaltazione nell'irreversibilità della scrittura e del nome. Nella furia della sintassi e delle visioni, desiderio, corpo, dolore e lacerazione si fanno tutt'uno. La costante invocazione alla notte, al buio dell'essere, è al tempo stesso ricerca di autodistruzione e volontà di adesione a un respiro totalizzante. Abbraccio di una pienezza esclusiva ed estrema.


DA LA LINGUA DI DIO

CANTO LII

un respiro scagliato tra due ponti


ma tu cammini e respiri e spargi d’essere
tra le cose un nome e sfili dalle labbra baci
come anelli apri furtive braccia per aprile
che s’intreccia di molti accordi di viali
sbalorditi per la furia delle mercanzie
e tremi d’essere un respiro scagliato tra due ponti
uno sterco d’amore sopra i prati verecondi
il torace sbuchi trae ombre e la notte recepisci
come un fianco illividito e per le manoscritte
lune ricominci ad essere nel corpo vivo
e negli istinti volto e atto dell’istante

Maria Angela Bedini 

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