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giovedì 21 febbraio 2013

R. CARIFI: LA POETICA DI NINNJ DI STEFANO BUSA'


La poetica di Ninnj Di Stefano Busà,
a cura di Roberto Carifi




Quasi tutta l’opera Ninnj Di Stefano Busà si affaccia sul silenzio percorrendo tutte le strade del dolore. Del resto i poeti, quelli veri, giungono all'’ultima parola dopo aver percorso fiumi “di dolore e di destino”. L'’autrice sa cos’'è il lento dipanarsi della vita, “la distanza tra il grido e la ferita” e sa come attraversarli, come portare la sua croce, e tuttavia sa come si spegne “la nuda realtà della sete”. La realtà della sofferenza (del dukkha, per dirla con il pensiero buddista) è in quasi tutte le poesie di Ninnj Di Stefan Busà per superarlo, per raggiungere il silenzio, la pace. Tuttavia bisogna viverlo fino i fondo, fino all’'abisso, fino a scorticarsi l'’anima. “Ogni piccolo filo d’orizzonte/ si ritrae, si ripete la meraviglia/ che serve alla cecità/ per estinguere il suo pianto”. Versi alti, di una poetica che resta ai bordi della sofferenza, persino del male dettato dal destino. Il tragico, ricorda Hoderlin, ha più fato e virtù atletica, rispetto a ciò che è “dùsmoron”, privo di destino. Ma Ninnj Di Stefano Busà vuole liberarsi dal destino, preferisce il silenzio, la libertà, l'’aperto. La sofferenza è il sottofondo della sua scrittura, ma la liberazione è lì, a portata di mano. La poesia di Ninnj Di Stefano Busà è bagnata da quella forza contemplativa che ha in sé la rivelazione e il dono, è accostabile al ringraziamento che fa di ogni lingua poetica una pietà del pensiero. A volte si ha l’'impressione di sentirla quasi respirare, offrirsi all'’esterno, all'’aperto, fare tutt’uno con la libertà che caratterizza in fin dei conti, la sua poesia.



7 commenti:

  1. Alessandro Pagani
    Carifi è uno di quei personaggi la cui critica era temuta e seguita quando era il n° 1 della pagina poetica, responsabile della Rivista Poesia di Crocetti. Dalle sue labbra pendevano tanti poeti e lui diffondeva il "verbo" con disumanità e crudeltà, facendo una critica dissacratoria e discriminatoria. Mi pare così benevolo il giudizio critico rivolto alla poesia di Ninnj Di Stefano Busà, da farla apparire davvero un campione, ma bravi come lei ve ne sono stati tantissimi, eppure non era mai magnanimo con nessuno di loro....

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  2. Per chi come noi ha qualche anno di attività sulle spalle e segue anche la Crocetti, conosce questo Carifi che un po' l'ha data a bere a tutti, anche con durezza. Forse con gli anni o si è ammorbidito anche lui. Bene anche al blog. Roberto

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    1. Luigi Mandelli
      Ma è proprio vero che fosse così ingeneroso e orco da essere ricordato con tanto malanimo questo tale Roberto Carifi? Da essere così tanto temuto e detestato...Mi pare di averlo trovato ancora come critico di Crocetti in qualche numero passato della Rivista Poesia.E' molto probabile che odiasse il sottobosco poetico e non fosse troppo favorevole al "populismo" in ars poetandi.
      Del resto, chi parla in questi termini non è al corrente che quasi tutti i critici elitari sono ostili alla poesia che viene dal basso? che dice cose scontate ed è povera di contenuti?

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  3. Franco Braccini,
    persona spregevole questo Carifi, lanciava strali a destra e a manca, non salvava quasi nessuno dal suo reame incontrastato. Era il reuccio che decretava la morte o la vita alla Poesia dei poeti che vi si accostavano. Ho fatto l'errore anch'io una volta e mi ha massacrato. Mi meraviglia tanto che trovi almeno "ad ogni morte di papa" qualcosa che gli vada a genio. Deve essere proprio brava questa poetessa se l'ha fatta degna di una sua recensione...Mi ricordo le diatribe che suscitava ogni suo giudizio !!! sulla rubrica che curava per Crocetti e come li caricava della sua spocchia di critico indiscusso!!! i suoi sproloqui...

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  4. Luciano Bentivoglio

    quando la critica è solo dissacratoria, come nel caso di questo personaggio inqualificabile che spargeva il suo "verbo" sulla Rivista Poesia, ci si ricorda, eccome..!!
    Aveva solo parole di duro e rigido giudizio. Di tanto in tanto qualche nome entrava nelle sue grazie e...questo deve essere stato uno dei pochi casi in cui ha sparso semi di lode. Grazie, però, lo ha fatto con un nome prestigioso -Ninnj Di Stefano Busà - che già di per sè è una garanzia di ottimo livello poetico. Non si è troppo sforzato, proprio non riesce ad essere critico e basta,

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  5. Walter Tozzi
    ..e qui siamo alle solite...!!!
    Carifi è il solito di sempre: dice bene solo di chi è in alto nella scala, mai dei piccoli medi poeti, che stentano a tirarsi fuori dal gorgo...quelli invece di incoraggiarli (se meritano) li distrugge e ne dice peste e corna. Oggi, il mio giudizio è che il grande Roberto Carifi, considerato un Vate della critica non lo è affatto, è di parte, è...quello che è un pover'uomo anche lui che si arrabatta...o forse lo è stato qualche rara volta...

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  6. Massimo L.

    ho letto con attenzione il battibecco sul commento di Roberto Carifi alla poetessa Ninnj Di Stefano Busà (un'autrice interessante e di rara perizia), non vi sorge il dubbio che Carifi quando c'è la poesia vera riesce a riconoscerla? deve essere stato tanto crudele da escludere tout court tutti quelli meritevoli? In varie circostanze è stato un critico obiettivo e mi pare anche un poeta di buon livello. Che Dio ci salvi dai maligni...

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