Sandro Angelucci
Non
c’è morte, Signore, nella vita:
è
quello che m’insegni.
Ma
non tutte le morti sono uguali:
c’è
chi muore vivendo
e
chi, con la vita, onora la morte
c’è
chi muore per sempre
e
chi, per sempre, non muore
c’è
una morte che fa male
e
una morte indolore.
E
poi c’è il denaro, l’odio, il potere
e
un rumore infernale
che
sovrasta i silenzi
con
cui seminasti l’alba nei cieli.
Ci
sono ragioni
che
hanno la meglio sulla ragione,
milioni
di dollari
che
tolgono il pane
e
fanno mangiare chi non ha fame.
Ci
sono i mercanti, c’è ancora Caino
c’è
di nuovo chi scaglia
la
pietra sul volto della Tua Maddalena.
C’è
il paradosso purtroppo, Signore,
di
chi suo malgrado invidia quel fango.
Ma
c’è anche un respiro: lungo, profondo
una
pace che sale
una
morte che nasce e sconfigge la morte
di
chi muore in eterno.
Segue testo integrale del Salmo n° 73
SALMO
73 (di Asaf)
Prosperità effimera dei malvagi
Certo, Dio è buono verso
Israele,
verso quelli che son puri di cuore.
2 Ma quasi inciamparono i miei piedi;
poco mancò che i miei passi non
scivolassero
3 Poiché invidiavo i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
4 Poiché per loro non vi son dolori,
il loro corpo è sano e ben nutrito.
5 Non sono tribolati come gli altri
mortali,
né sono colpiti come gli altri uomini.
6 Perciò la superbia li adorna come una
collana,
la violenza li avvolge come un manto.
7 Gli occhi escono loro fuori dalle
orbite per il grasso;
dal cuor loro traboccano i cattivi
pensieri.
8 Sbeffeggiano e malvagiamente
progettano d’opprimere;
parlano dall’alto in basso con
arroganza.
9 Alzano la loro bocca fino al cielo,
e la loro lingua percorre la terra.
10 Perciò il popolo si volge dalla loro
parte,
beve abbondantemente alla loro sorgente,
11 e dice: “Com’è possibile che Dio
sappia ogni cosa,
che vi sia conoscenza nell’Altissimo?”
12 Ecco, costoro sono empi:
eppure, tranquilli sempre, essi
accrescono le loro ricchezze.
13 Invano dunque ho purificato il mio
cuore
e ho lavato le mie mani nell’innocenza!
14 Poiché son colpito ogni giorno
e il mio tormento si rinnova ogni
mattina.
15 Se avessi detto: “Parlerò come loro”,
ecco avrei tradito la stirpe dei tuoi
figli.
16 Ho voluto riflettere per comprendere
questo,
ma la cosa mi è parsa molto ardua,
17 finché non sono entrato nel santuario
di Dio,
e non ho considerato la fine di costoro.
18 Certo, tu li metti in luoghi
sdrucciolevoli,
tu li fai cadere in rovina.
19 Come sono distrutti in un momento,
portati via, consumati in circostanze
orribili!
20 Come avviene d’un sogno quand’uno si
sveglia,
così tu, Signore, quando li desterai,
disprezzerai la loro vana apparenza.
21 Quando il mio cuore era amareggiato
e io mi sentivo trafitto internamente,
22 ero insensato e senza intelligenza;
io ero di fronte a te come una bestia.
23 Ma pure, io resto sempre con te;
tu m’hai preso per la mano destra;
e poi mi accoglierai nella gloria.
25 Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
26 La mia carne e il mio cuore possono
venir meno,
ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia
parte di eredità, in eterno.
27 Poiché, ecco, quelli che
s’allontanano da te periranno;
tu distruggi chiunque ti tradisce e ti
abbandona.
28 Ma quanto a me, il mio bene è stare
unito a Dio;
io ho fatto del Signore, di Dio, il mio
rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere
tue.
Note che aprono lo spiraglio da un passato al futuro, i cui lineamenti si smarriscono nell'altro e la sua infinita pienezza. Bravo.
RispondiEliminaGentilissima Signora De Francesco,
Eliminadesidero - valendomi del blog dell'amico Nazario - sentitamente ringraziarLa delle convincenti e pregevoli parole che ha voluto spendere a favore della mia lirica. E ciò per una semplicissima ragione: Lei ha saputo sinteticamente evidenziare e cogliere (soprattutto) nei miei versi lo "spiraglio" giusto, quello dal quale s'intravede una morte diversa, che fa da ponte, appunto, tra il passato e il futuro.
Grazie, dunque, con stima sincera,
Sandro Angelucci
p.s.: Venuto a conoscenza del portale on-line che con-dirige, l'ho visitato e mi sono permesso di scriverLe privatamente.
tradurre e condurre, una parola complessa ed ispirata al Salmo preso come riferimento da Angelucci evidenzia un'apertura verso la dia-logica e non la semplice conduzione mono-logica dell'Io-poetante. Un genere comunque poco frequentato. Matteo
RispondiEliminaRingrazio Matteo - che non ho il piacere di conoscere - per il suo intervento, che mette in luce un aspetto rilevante del mio testo. Mi guardo bene dal dare un giudizio di valore ma posso assicurare che la comunicazione c'è stata: forse, da questa comunione con me stesso ha preso le mosse la conduzione dia-logica dell'io poetante.
EliminaSandro Angelucci