Maurizio Soldini
MAURIZIO SOLDINI
Maurizio Soldini è nato nel 1959 a Roma, dove
vive e lavora. Scrittore e poeta, insegna Bioetica
e svolge l'attività di clinico medico presso la “Sapienza” Università di Roma.
Ha all'attivo numerosi interventi, articoli e
saggi anche su riviste internazionali. Ha collaborato e collabora con Riviste e
quotidiani, in particolare con i quotidiani Avvenire
e Il Messaggero.
Ha pubblicato diverse monografie tra cui: La bioetica e l’anziano
(ISB, 1999), Argomenti di
Bioetica (Armando, 1999 e 20022), Bioetica della vita nascente
(CIC, 2001), Filosofia e
medicina. Per una filosofia pratica della medicina (Armando, 2006),
Wittgenstein e il libro blu
(Mattioli 1885, 2009), Il
linguaggio letterario della bioetica (Libreria Editrice Vaticana,
2012), Hume e la bioetica
(Mimesis Edizioni, 2012).
Ha pubblicato le seguenti raccolte di versi: Frammenti di un corpo e di un'anima
(Aracne, 2006), In controluce
(LietoColle, 2009), Uomo.
Poemetto di bioetica (LietoColle, 2010), La porta sul mondo (Giuliano
Ladolfi Editore, 2011) ed è in uscita Solo
per lei. Effemeridi baciate dal sole (LietoColle, 2013).
È presente in diverse antologie poetiche.
Numerosi anche i suoi interventi di critica letteraria.
Si sono occupati della sua poesia tra gli altri: Raffaele Aggujaro, Giorgio Barberi Squarotti, Franco Caporossi, Giovanni Caso, Giuseppe Conte, Salvatore Contessini, Flaminia Cruciani, Maurizio Cucchi, Rosaria Di Donato, Riccardo Duranti, Cristiana Freni, Emerico Giachery, Marco Godio, Giovanni Guanti, Giuliano Ladolfi, Maria Lanciotti, Giorgio Linguaglossa, Dante Maffia, Roberto Maggiani, Valerio Magrelli, Salvatore Martino, Cinzia Marulli Ramadori, Enrico Mattoccia, Eugenio Montale, Roberto Mussapi, Eugenio Nastasi, Plinio Perilli, Alberto Pucciarelli, Roberto Raieli, Merys Rizzo, Paolo Ruffilli, Antonio Spagnuolo, Antonietta Tiberia, Stefano Verdino, Marcello Vitale.
Si sono occupati della sua poesia tra gli altri: Raffaele Aggujaro, Giorgio Barberi Squarotti, Franco Caporossi, Giovanni Caso, Giuseppe Conte, Salvatore Contessini, Flaminia Cruciani, Maurizio Cucchi, Rosaria Di Donato, Riccardo Duranti, Cristiana Freni, Emerico Giachery, Marco Godio, Giovanni Guanti, Giuliano Ladolfi, Maria Lanciotti, Giorgio Linguaglossa, Dante Maffia, Roberto Maggiani, Valerio Magrelli, Salvatore Martino, Cinzia Marulli Ramadori, Enrico Mattoccia, Eugenio Montale, Roberto Mussapi, Eugenio Nastasi, Plinio Perilli, Alberto Pucciarelli, Roberto Raieli, Merys Rizzo, Paolo Ruffilli, Antonio Spagnuolo, Antonietta Tiberia, Stefano Verdino, Marcello Vitale.
***
Da
Maurizio Soldini, In controluce,
LietoColle, 2009
IL
VOLO DELL’ARRENDEVOLE PROFUMO
Il
giorno del supplizio arriva
quando
meno te lo aspetti
quando
ti sembra che non
sia
giunta ancora l’ora.
È
come metter le ali a un elefante
allora,
perché quel che c’è
non
può prendere il volo
gravato
di arrendevole profumo.
Profumo
della morte che ti inchioda
ti
crocifigge appeso alla paura
ti
fa piombare in una grotta scura
e
ti cattura prima che tu sia morto,
prima
l’anima e poi il folle corpo.
***
MEMENTO
MORI
Il
palpito dei sogni avverti
in
fasce quando sboccia il giorno
come
lo stelo sotto la corolla.
Poi
l’abitudine si incardina
e
prende il sopravvento, tace
il
tuo cuore e più non senti
battere
i precordi. Tenue tracolla
la
speranza e i giorni tutti uguali
disperdono
entusiasmo e colori
e
sempre ti sovviene acerbo
il
tuo memento mori.
***
SUL
DAVANZALE DEL NUOVO ANNO
Scivolano
le carte a sorte
sui
tavoli boscosi della vita
e
trovano sentieri preclusi
dove
la radura dischiude
all’orizzonte
di soffici muschi
che
nutre la rugiada al sole.
Alle
spalle vecchi bagliori fumosi
della
notte di un anno di dolore
evaporano
e si intravedono
schiuse
di gemme solitarie:
parole
frasi versi lo stupore
che
canta la poesia per noi
nelle
ore dell’incipit dell’anno.
***
Se attendi un’alba
albuminosa di piovose tracce
Se
attendi un’alba albuminosa di piovose tracce
sui
muri scalcinati di prebende fatiscenti
e
invece trovi luce chiara di specchi riflettenti
il
canto di usignoli aperto alla radura e non
tediose
sbavature di lumache nelle erbacce,
liquefa
l’atrabiliare peso di splenici venti
che
incombono sul lato del crinale ad occidente,
a
est contempla il sorgere del sole sempre nuovo
e
carica il fucile con i fiori nell’incavo della mano.
Poi
spara contro lo scoraggiamento che strepita
come
aquila imbizzarrita e vola nel coraggio
e
aspetta ogni volta che venga il mattino
per
salutare lo sbocciare sempre nuovo
del
senso rabbonito della vita.
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