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giovedì 6 giugno 2013

ROBERTO MESTRONE: POESIA "I TAGLI ALLA CULTURA"


Poesia in cui la forte sub/stantia etica e civile si integra in un verbo degno di tanta cifra significante. Verbo pronto, calzante, arrivante, incisivo che, amalgamandosi in nessi artisticamente combinati, crea strutture di notevole impatto emotivo. Il poeta, oltre a  rifarsi, con maestria e padronanza metrica, alla grande storia della nostra tradizione letteraria, si rinnova in un canto stilisticamente ri/lucidato e riportato a vivere. Il Nostro si ispira ad uno schema metrico petrarchesco ("Italia mia..."), e riesce, con notevole personalità, ad attualizzare il tutto ricorrendo, con un "J'accuse" perspicace, ad uno dei problemi più sentiti della nostra storia attuale: l'umiliazione dell'arte e della cultura. Perfetto il dipanarsi versificatorio. Disteso su un ordito di rime, metafore, enjambements, e figure di stile allusivo, si completa in una musicalità fertile e generosa. Bella la parola, armonioso il canto, fluido il contesto per iperboli creative.



I TAGLI ALLA CULTURA



Oggi la si calpesta la Cultura:
si dice che non sfami
né che elargisca soldi a profusione. 
Quando si fanno largo i tempi grami
il risparmio assicura
vistosi benefici alla Nazione.
Ma con l'umiliazione
dell'arte nei mutevoli suoi volti
non si raggiunge la sperata meta:
si zittisce il poeta
e i suoi gioielli vengono sepolti;
restano spogli e incolti
gli orti dell'Elicona
e i frutti più non pendono dal ramo.
Una stirpe tardona
profana le dottrine che più amiamo.

Oh giovani studenti!
Figli precari di egoisti padri.
La piazza accoglie l'ora del riscatto;
non avvezzi al baratto,
voi vi opponete ai governanti ladri
di progetti leggiadri
improntati al decoro:
sogni ancorati all'umile pretesa
di accostarvi al lavoro.
E questa vostra lotta è senza resa!




Canzone.
      Schema metrico: da Petrarca,  Canzoniere (CXXVIII) - “Italia mia, benché 'l parlar  sia indarno“ (una stanza col congedo).

2 commenti:

  1. Un commento interessante che si chiude anche con una poesia che ha un titolo davvero poco amichevole per l'era poetica. Per stirpe tardona forse l'autore si riferisce al fatto che si dorme oppure che chi paga in genere sono le tardone che si divertono a fare cultura?
    Sembrerebbe così ma poi c'e' anche un accostamento al lavoro che si sa, la cultura è sempre tardona per il lavoro.....ma questo aspetto vale oramai da molti anni non solo per questi ultimi tempi. Simpatico. Ciao
    Chiara De Francesco

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  2. Carissimo Roberto,
    trovo questo schema petrarchesco un illuminante esempio di come si possa fare satira ricorrendo alla cifra stilistica classica. Tu hai la capacità rara e straordinaria di giocare su ogni registro e di riuscire a trovare formule espressive eccellenti nelle liriche amorose, malinconiche. di denuncia o di satira...
    In questo caso inviti i giovani a rispondere al 'baratro'
    che tenta di affossarli con la forza della cultura,mettendo spalle al muro i governanti che si ostinano a spegnere i sogni!
    Un'ode di altissimo valore morale e didattico, che in qualche modo risarcisce! Grazie! Maria Rizzi

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