“MIELE D’ARNIA”: IL SIGILLO DELL’AMORE
Sandro Angelucci
È la
relazione che m’interessa, ciò che rilevo attinente - nel senso di non
estraneità - sia all’amore sia ai filtri che sembrerebbero, nel bene e nel
male, coercitivi nei confronti della libera espressione dell’eros.
La nudità,
allora: rispettiamola, subito, senza porre in mezzo nient’altro che quella che
non esito un istante a considerare una piena assunzione di responsabilità
dell’autrice di questi versi, della sua poesia e della stessa passione amorosa
coinvolgente i sensi quanto la mente.
Ecco, a
seguire, il testo integrale della lirica che - a mio parere, ovviamente - può
essere la chiave di lettura della raccolta:
Tutto è
rimasto a quell’ora,
a quel luogo
che decantava l’amore
come acqua di
deserto.
Un corpo è
sempre un corpo,
anche nel
sorriso che esprime il possesso,
l’alterità di
un sogno che vi cresce dentro,
quando con
naturalezza ci attraversa
veloce un
altro sangue,
e rifiorisce
nelle vene il senso del mondo,
nudo e
segreto.
Cosa si percepisce? Intanto, appunto, che
la voce recitante (e - si badi - non ho detto chi scrive) consapevolmente
professa un suo sacrosanto diritto accettando, in nome della verità, l’onere,
con tutto quello che comporta, di essere ciò che è; no, nessuno scandalo, nulla
di cui doversi vergognare ma bellezza, sublime bellezza del rischio.
Poi, i
polisensi: segno di confusione? Esattamente l’opposto: bisogno di fare
chiarezza, di sgombrare il campo dai malintesi, di amare veramente.
Chi ama
non si veste, si spoglia, fino a togliersi persino la pelle, a provare dolore,
quindi, la cui soglia - lo sappiamo - è a così stretto contatto con quella del
piacere che diventa impossibile, al culmine, discernere l’uno dall’altro.
Che venga,
la nudità, che ci porti l’orgasmo più alto, ci riconsegni pure la sofferenza
del godere purché, con lei, si palesi l’amore.
Ho parlato
di varie accezioni o - meglio - di significati contrapposti del termine perché,
non soltanto per fini esegetici, sia totale la sua comprensione, ma anche e
soprattutto perché il fruitore possa identificare la propria aspettativa di
felicità nel senso stesso di attesa, nell’ “evento/avvento”, di cui scrive la
Busà, e tramite il quale esorta a dare “un nome all’amore” nonostante “i suoi
travestimenti”, indispensabili alla tutela del mistero: “diamo loro sembianza
di purissimo azzurro, / tra carne e sogno, senza ingannare / la castità”,
terminano così, con questa splendida chiusa, i versi che ho desiderato
sostenessero il mio pensiero.
Mi
sovvengono questi altri, ad esempio, che supportano quell’idea minima, eppure
estrema di benessere, di appagamento: “Felicità dell’attimo o del niente, pegni
/ lasciati in fondo all’anima / . . . . / Tutto poi si compone e si scompone, /
attorno a quel dettaglio che è la vita.”.
Già, la
vita, il luogo dove, in fondo, si consuma il tempo del “letargo”, e “delle
molte stagioni d’oblio” non resta che la primavera dell’amore, il vero
risveglio.
Dello
schiudersi ed appassire del fiore “permane / l’aroma inebriante dell’ultimo
dono”.
È l’Amore,
che brucia come fuoco di paglia nell’unione dei corpi e s’eterna in quella
stessa fiamma, il “miele d’arnia” che sigilla “alveari di silenzi”.
Nelle loro
celle - e concludo, associandomi all’auspicio, per il quale non trovo parole
più adatte (mi perdonerà) di quelle della poetessa - “possano le voci
continuare / a cercarsi al di là della fusione momentanea, / come la sete
l’acqua.”.
Sandro Angelucci
Ninnj Di Stefano Busà. Eros e la
nudità. Edizioni Tracce.
Pescara. 2013
Giorgio De Matteis,
RispondiEliminaho avuto in lettura l'opera prestatami da un amico e devo ammettere che la poesia è tra le più luminose e fervide che mi siano capitate tra le mani in questi ultimi anni. Davvero eccellente, e Sandro Angelucci nella sua recensione ne ha saputo cogliere tutta la forza e l'energia che sprigionano dai versi...bravi, complimenti vivissimi...
Carla Buccalossi,
RispondiEliminapoesia eccelsa...c'è di che rimanere allibiti e folgorati. Questa poesia
è davvero di alto livello. Auguri
Rosanna Maggi,
RispondiEliminaopera davvero encomiabile, leggerla è stata davvero una folgorazione...
Auguri sinceri
Una visione memorabile in cui la folgorazione fulminea ed istantanea del verso, trascina nell'arnia della vita il suo piacere eterno. Come una culla d'amore, anche queste parole, cosi' ben interpretate da Sandro Angelucci, producono quel gustoso nettare d'assaporare con la lettura.....anche qui.......Alla Volta di Leucade. Ottimo lavoro di componimento. Cari saluti, Miriam Binda
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione! ciao Simo
EliminaUna poetica alta che sa toccare corde difficilmente raggiungibili dalla comune poesia.
RispondiEliminaSi sfiorano vette non comparabili con la poesia quotidiana, quella dei versaioli della domenica.
Complimenti all'autrice che letteralmente vola dove volano le aquile, ma anche il critico non è da meno, perché sa individuare e richiamare l'attenzione sui punti cruciali di questa poesia non proprio facile. Saluti da Luca Pugliese
Aldo Raineri
RispondiEliminaOttima raccolta! auguri per sempre nuovi successi e saluti
Gianni L.
RispondiElimina"Possano le voci continuare a cercarsi al di là della fusione momentanea, come la sete l'acqua."
Versi memorabili che sprigionano
la forza dell'amore come energia di vita e di continuità cosmica. Davvero complimenti per questi esiti lirici abbrividenti.
Giovanna Dal Zotto
RispondiEliminaquesta poesia fa sognare l'amore, nelle sue più alte componenti fisiche e spirituali, sa trovare armonia tra la materia e il suo contrario. E' poesia viva, palpitante, con risultati davvero sorprendenti e di ottima scrittura. Auguri
Giorgia Citti
RispondiEliminauna poetica che non teme di parlare d'amore, lo fa senza forzature con ritmo e armonia, con toni elevati che fortemente attraggono chi legge.
Non sapevo vi fosse una misura così profondamente avvertita per parlare d'amore...difficilissimo da incontrare in questo caos di oggi, perciò sorprende come una favola di altri tempi. Brava
Bellissimo questo libro di versi mi ha riportato e ricordato l'amore autentico, un amore oltre il materico e il marciume di un'epoca contemporanea fatto di solo sesso. E' straordinario il linguaggio amoroso, eccezionale il modo come si porge e con quanta passione vera tratta l'argomento, che è difficissimo da gestire, perché o si cade nella retorica o nel troppo pragmatismo erotico. Questa poesia fa intuire l'amore come tutti vorremmo averlo! Molti versi vorrei averli scritti "io" Michela Artieri
RispondiEliminaLiliana Olivieri
RispondiEliminaUn libro d'amore che leggi e rileggi volentieri, (l'ho scoperto per caso in internet). Trasferisce in aree rarefatte, dove l'amore è puro. Questa scrittura è autentica arte della parola.
Lo consiglio da centellinare sotto l'ombrellone, mette in contatto con l'infinito stupore dei sensi.
Silvana Guidi
RispondiEliminauna scoperta interessante: l'accoppiata critica-poesia è davvero in sintonia.
Auguri vivissimi ad entrambi: autore/critico. Ho letto la raccolta poetica e ne sono rimasta entusiasta.
ANNA FEDERICI
RispondiEliminaBella poesia! complimenti
Un libro d'amore che vorrei avere scritto "io"
RispondiEliminaVi è la peculiare valenza a modellare vertiginose rarefazioni d'anima, a scavarne grotte sotterranee dove ripararsi dagli agguati della morte dell'anima.
Manuela Maggi
L.B
RispondiEliminagrazie per avermi fatto conoscere questa eccezionale autrice, da ora in poi seguirò il Vs. blog più da vicino, avendolo trovato interessante e di alto profilo.
Una poesia di alto livello che sa creare atmosfere indicibili e descrivere il sentimento amoroso con un tale fascino da ricrearne il mistero e la vertigine dei sensi.
RispondiEliminaElisa Valentini
Angela Romagnino
RispondiEliminaUna poesia raffinata che predilige toni alti della letteratura. Versi che colpiscono per la loro bellissima armonia. Complimenti all'autrice
Con tutta sincerità ho letto poesie di questa poetessa; e anche di questo libro ho letto alcuni passi (non ce l'ho fatta a leggerlo tutto. E' pesante). E' una poesia, quella di Busà, cervellotica che affoga in un complicato gioco di rimandi che annullano quelli che dovrebbero essere i cardini della poesia stessa: spontaneità, semplicità e comunicabilità. Cose di cui l'autrice sembra essere nemica. Il critico, in questo caso Angelucci, anche se non conosco bene, sembra portato più ad adulare che a stilare un testo obiettivo. Comunque sempre meglio l'esegesi critica della poesia. Della poesia???!!!!
RispondiEliminaTiberio Tognacci
Lidia Abbiati
RispondiEliminaAdulare poi, perchè ?NON VEDO LA NECESSITA' DI ADULARE CHI, CHICCHESSIA.
Se c'è poesia si deve riconoscere...ai gusti semmai, darei una scala di valori differente.
Anche la Poesia e il grado di capirla e accettarla dipendono dai gusti: Il suo giudizio caro Tognacci gronda invece di astiosa e irrimediabile gelosia, mi pare troppo evidente...si limiti!!! altrimenti si nota troppo.
Loredana Ferrari,
RispondiEliminaPuò dire: "non mi piace" la poesia della Di Stefano Busà, ma non può giudicarla se non è in grado di capirla e apprezzarla semanticamente. E mi pare Lei, Tognacci manchi dei più elementari strumenti per riconoscere la vera, alta poesia. Concordo con Lidia Abbiati: è fin troppo evidente l'invidia per una poesia tanto lontana dalle sue capacità
Piera Tozzi
RispondiEliminaNon può dire questo sig. Tiberio Tognacci che la poesia della Di Stefano Busà sia "cervellotica"e affoghi in un complicato gioco di rimandi. Tale definizione è semplicemente e palesemente strumentale, carica di una dose massiccia d'invidia e gelosia per i successi della Busà. Un genere di livore il suo, che disturba, perché si appalesano i suoi molteplici limiti alla comprensione della vera poesia.
Claudia Valeri
RispondiEliminaCom'è meschina la gelosia che emette come onde radioattive questo tal Tiberio Vattelapesca, fortemente improntata al malanimo, risente di una vera sindrome da "limiti". Per me è questo lettore a non capire affatto la poesia, (e non solo quella della Di Stefano), poiché nel caso in esame non è la Poesia ad essere oscura e cervellotica, ma la sensibilità e la preparazione ad essere limitate.
Flavia Buldrini
RispondiEliminaLe liriche della poetessa Ninnj Di Stefano Busà spiccano per il tono aulico e sublime che evoca le vertiginose meditazioni di Mario Luzi. Sono rêveries, che pizzicano sottilmente le corde dell’anima [...] L’armonia dei paesaggi si sposa alla levità delle emozioni, il mondo naturale diventa metafora di quello interiore...altro che incomunicabile e cervellotica; E' poesia di altissimo spessore!!! per rispondere a certo Tognacci
Gianni Carpaneto
RispondiEliminaMa chi è questo Tarcisio Tognacci? un signor nessuno che si mette a giudicare la Poesia (con la P maiuscola) Bravo 10+
Nicola Cossu,
RispondiEliminaconcordo e condivido pienamente il giudizio di tutti gli estimatori della Di Stefano Busà.
L'autrice è ad altissimo livello in Poesia, e credo che sia incontrovertibile la critica positiva e benevola che accoglie, con entusiamo, ogni sua opera. Se poi non si capisce la poesia o si è invidiosi questo rientra in un altro ordine di cose.
Lidia Romagnino
RispondiEliminasono d'accordo con Nicola Cossu e con gli altri, la Poesia vera bisogna soltanto amarla, da chiunque origina e da qualunque luogo ci giunge. Senza preconcetti, gelosie o altro. La Poesia è un dono di Dio, l'unico dono dello spirito che ci viene dato gratuitamente dal cielo...Apprezziamolo, senza falsi pregiudizi e senza scorie di assilli, o riserve mentali di qualsiasi tipo.
Carlo Inzerillo
RispondiEliminaLeggo per caso la diatriba micidiale tra gli estimatori (che sono tanti...) della Di Stefano Busà e il solo detrattore certo: Tiberio Tognacci, credo che il tutto sia condito con un po' di acredine, da parte di quest'ultimo, dovita al fatto che la poetessa gode di un grande successo personale e sia considerata una delle massime figure in fatto di Poesia. Poeti del resto si nasce, lo si eccelle???, solo quando la poesia è dentro le vene e nell'anima, da oltre 40 anni. E questo è il caso della poetessa suddetta. Il resto sono chiacchere, pinzillacchere e inutilissime forme di invidia latente o palese?
Carla Bruno
RispondiEliminaHo avuto il piacere di conoscere la grande poetessa Ninnj Di Stefano Busà a Roma, in occasione della presentazione del consuntivo storico da lei curato. Assicuro che ero un po' scettica, ma quando ho visto con quanta passione e amore tratta la Poesia con quale trasporto e competenza s'inserisce nel filone della Storia, quando troppi critici se ne infischiano della poesia degli altri, pensano solo all'autocelebrazione e ad apparire in qualche TV. Mi sono ricreduta. Non è solo brava, per quanto mi riguarda è anche grande nell'anima, perché non pensa a se stessa soltanto, ma a portare avanti un discorso unitario sulla Poesia, quanto meno, di quella che merita di passare alla pagina Letteraria di domani, e questo è solo esemplare...Brava e non solo mi viene da dire. Grazie
Luisa Delli Colli
RispondiEliminadopo tanto parlare sull'autrice in questione e sul suo Eros, mi sono documentata personalmente e ho richiesto all'editore il libro stesso. Ebbene, tutto vero quello che dicono: Ninnj Di Stefano Busà è poetessa . Vi sono punte altissime in questa raccolta di poesie, che non potranno passare inosservate. Complimenti
Roberto Ambrosini
RispondiEliminaAcciderbole!!! se è brava questa poetessa, desidero farle tutte le mie congratulazioni, merita appieno il successo che ha, ma credo anche di più...
Seri problemi di connessione internet, e non solo, mi hanno impedito di intervenire prima in questo stimolante dibattito. L’amico Sandro, leggendo e commentando con il consueto acume i versi straordinari di Ninnj, pone in evidenza l’innocenza di ogni genuino atto d’amore, attraverso il quale gli umani si svestono, non soltanto fisicamente degli abiti, ma spiritualmente di ogni ipocrisia e di ogni mascheramento, tornando come per incanto all’Eden, alla condizione originaria: “Ora, ambedue erano nudi, l’uomo e la donna, ma non provavano vergogna” (Genesi). La nudità è una qualità dello spirito, ma può esserlo anche del corpo. Come accade agli animali, che sono sempre e comunque innocenti (nell’etimo del termine, non c’è forse un esplicito riferimento all’anima?). Mi riprometto di tornare sull’argomento e lo farò quanto prima, con una mia recensione su questo stesso blog, che toccherà il tema metafisico di questa stupenda poesia.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Non ero al corrente di questa diatriba provocata dalla mia poesia. Mi sento di ringraziare vivamente, di cuore, tutti i miei estimatori e lettori che mi hanno difeso a spada tratta, ma anche qualche detrattore, liberissimo di non gradire la mia scrittura.
RispondiEliminaVi abbraccio tutti con sinceri pensieri. Grata dei Vs. giudizi positivi che non fanno che accrescere il mio amore per la poesia e la mia ansia di esplicitarvi il "mio meglio" che quando è apprezzato è estremamente confortante e stimolante.
Ninnj Di Stefano Busà
Ho avuto modo più volte di parlare nel mio blog della poesia di Ninnj Di Stefano Busà, anche in merito alla raccolta in oggetto, in grado di stimolare, quest'ultima, quel lungo e interessante confronto di voci che ho davanti agli occhi. Ora, di fronte alla poetica della Busà, dal mio punto di vista, dovrò qui insistere ancora una volta sulla qualità precipua in essa ravvisabile. Trattasi, in senso altamente suggestivo, di un vero e proprio sistema d vasi comunicanti attivo nei versi della poetessa; tale da non ammettere una preminenza dell'io poetico rispetto alle altre forme di vita evocate. Tutto è sullo stesso piano, ugualmente degno di poetica cittadinanza, per dignità ontologica istintivamente appresa dalla forza creativa di Ninnj Di Stefano Busà. Detto poetico livellamento (in direzione di un incessante processo autoriduttivo dell'ego), assicura alla lirica della Busà il sostrato evidente di una musica polivalente, sinfonica, davvero affascinante (occorre leggere e rileggere i suoi libri per rendersi conto di questa mia posizione critica forse non del tutto infondata). Che poi la poetessa, a proposito dell'Eros, sappia esprimersi nel modo toccante e "nudo" evidenziato nei commenti qui sopra leggibili poco mi stupisce, considerando il fatto che la "semplicità" nell'arte, è un punto d'arrivo e non di partenza (si pensi, per nobiltà d'esempio, all'ultima "maniera" della musica di Mozart; più o meno dal "Quintetto per clarinetto" K581 sino al "Fauto Magico"; laddove una disarmante purezza guarda dall'alto le stesse forme espressive).
RispondiEliminaAndrea Mariotti
Gentilissimo Andrea Mariotti, e amici tutti ugualmente a me cari, quello che esprimete nei miei confronti è sempre molto generoso e io ve ne sono sinceramente riconoscente.
RispondiEliminaE' bello sentirsi confortati dalla vs. attenzione umana oltre che di scrittura critica, mi commuove e mi fa da sprone nel chiedere al mio "alter ego" risorse sempre più audaci...Il confronto-dibattito ne è una prova lampante che in parte mi rende conto del mio operato quasi sempre autoriduttivo nei confronti di se stesso. Grazie di cuore.
Ninnj Di Stefano Busà
Lidia Rancati
RispondiEliminaè un privilegio in questi tempi di "magra" e di declino dei valori, di tutti i valori...una poesia tanto alta e dalla disarmante purezza interiore, come avverte l'acuto Andrea Mariotti comparandola a Mozart. Condivido. La poesia della Di Stefano Busà è poesia netta da scorie, pura e comprensibile (cosa assai difficile oggi).
La poesia della suddetta autrice bisogna centellinarla, leggerla e rileggerla, non perché non la si capisce, ma al contrario per gustarla, gustarla fino all'ultima goccia. Tengo il suo ultimo libro -quello dell'Eros- sul comodino, ogni sera ritorno sui suoi versi e m'imbevo d'immenso, d'infinito, perché questo è quello che ispira questa fervida poesia e, in parte rilassa lo spirito combattivo del "quotidiano" soffrire. Consiglio di leggerlo a tutti.
RispondiEliminaFulvia Ferraro
Dopo così tanti commenti sulla poesia della Di Stefano Busà, sono stata presa dalla curiosità di approfondire. Così ho acquistato on line il volume e vi ho trovato versi davvero encomiabili, un'aura di disarmante dolcezza, stile e valore letterario di alto livello. Congratulazioni sincere all'autrice...Dove la poesia c'è (ed è difficile trovarla oggi) bisogna riconoscerla e apprezzarla, altrimenti torniamo indietro come cavernicoli.
RispondiEliminaLaura Rescaglio
Versi di livello superiore, che per fortuna confermano che la Poesia, quella vera,
RispondiEliminanon è morta (come dicono), ma di tanto in tanto se ne avvertono segnali di ripresa e di
fervida rinascita, come dire che ciò che è bello è immortale. Complimenti all'autrice, che mi farebbe onore conoscere personalmente!
Andrea Testi
Isabella Castellari
RispondiEliminaBella poesia!!! ho letto il libro tutto in un fiato..."Eros e la nudità" è quanto di più bello mi sia capitato di leggere in questo periodo così cupo per la letteratura e la cultura: elegante, sobrio, ha dalla sua lo stile e il contenuto, difficili da trovare coi tempi che corriamo. Auguri
Rosanna Buozzi
RispondiEliminaseguo questa poetica da qualche tempo, la trovo interessante e di buon livello. Mi è piaciuto molto anche il libro precedente: "La traiettoria del vento" e anche "Quella luce che tocca il mondo" dei quali ho letto molte critiche apprezzabili. E' una poesia ben dosata e magistralmente adatta ad essere portata nelle Scuole. La leggo ogni tanto ai miei allievi come modello di stile. Desidero ringraziare l'autrice per il dono grande di una poesia in grado di commuovere e interessare anche i giovani. Prof. Maria Guidi Arcuri
C'è tanta confusione nell'ultimo commento. Non si capisce se l'autrice sia Rosanna Buozzi o Maria Guidi Arcuri. Non sarà mica la stessa poetessa Busà ad averlo pubblicato per farsi pubblicità?
RispondiEliminaAveni Franco (CT)
Siamo entrambe ad averlo letto e commentato. Io l'ho avuto dalla mia amica Rossana e ho chiesto di poterlo utilizzare come lettura in classe. Anche ai ragazzi è piaciuto molto. Il Sig. Aveni Franco (CT) potrebbe astenersi dal lanciare strali all'autrice del libro, la quale non è al corrente di questi pettegolezzi e non li segue...Eccolo qui un altro maligno che tenta di provocare, ignorando che così è lui a rimetterci in dignità, perché chi pensa tanto male è quasi sempre in malafede.
RispondiEliminaRossana Buozzi e Maria Guidi Arcuri