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mercoledì 11 settembre 2013

ANTONELLA BORGHINI: "POESIE INEDITE"


  1. Gentilissimo Professor Pardini,

    grazie per la richiesta di mie poesie da pubblicare sul suo blog. Ne sono onoratissima.


    Che dire, mi chiamo Antonella Borghini, sono nata a Roma e vivo in Toscana.
    Scrivo poesie dal 2008, prima le pensavo e basta. E' vero, le pensavo. Il 5 Marzo del 2008 ho pubblicato sul sito di "Scrivere", la mia prima poesia pensata e scritta. Da quel giorno ho trovato il coraggio, o forse la faccia tosta, di farle leggere e non ho smesso più. Ho aperto un blog "L'isola di E'riu" e mi sono persino lanciata nel self-publishing e, con l'aiuto del Professor Omero Sala (che ha curato "le istruzioni per l'uso" ), ho pubblicato una raccolta con LaFeltrinelli.it dal titolo "Purpurea malerba".
    Tutto qua. Ringraziandola di nuovo per questo regalo inaspettato le stringo virtualmente la mano.


    (Le invio cinque poesie fra le ultime scritte, scelga Lei quelle che ritiene migliori.)



    *
    Il mio lamento non è più canto*


    Mi sono immaginata aquila 
    mentre volavo verso il sole

    e del sole avevo la luce dentro agli occhi

    e degli occhi lo sguardo dentro al cuore



    e il cuore mi ha tradita



    Il mio lamento

    non è più canto

    d'anima ferita

    ma il cigolare lento

    dell'ultima inferriata

    serrata 


    tra me e la vita



    *Soliloquio con il mare*

    Perché sei qui
    mi chiede il mare
    mentre non la smette di ondeggiare
    è freddo 
    oltre le scogliere
    si perde il biancheggiare
    acuto delle vele

    Son qui 
    perché tu solo sai tacere
    e non mi chiedi di restare o di capire
    e ogni nuova onda è un nuovo mare

    Ti porto via con me
    propone l'onda
    mentre si abbatte
    fragorosa e tonda
    vacillando la mia posizione

    No
    ho gli occhi stanchi
    e stanco ho il cuore
    e su sé stesso 
    s'è accasciato
    persino lo stupore

    Il mio orizzonte
    si confonde nelle sere
    e non mi serve più 
    guardare
    ...per vedere





    *Comincia dagli occhi*


    Comincia dagli occhi
    che strano
    mi scalda 
    la voce un po' roca

    ma vedo 
    ed è questo a portarmi lontano

    La mano che stringe
    che dolce accarezza
    le nuche imbiancate
    la scure 
    che spacca la brezza che arriva dal mare

    Le foglie d'ulivo
    bruciare 
    nel tuo focolare

    Vedo le strade 
    deserte 
    assolate
    ma fredde 
    adesso che l'estate è finita 
    sul muro non resta 
    della rosa 
    che l'ombra fiorita





    *Anima di albero*


    Con l'anima di un albero
    che fa da nido al volo
    sono partita per il mio
    sgangherato viaggio

    Viaggio
    tra le torri irte
    dove la quiete
    ti scuote e ti consola
    prendendoti alle spalle
    con un soffio sul collo
    -come furtivo bacio-

    Bacio liberato
    mentre lascio orme 
    da stambecco
    dietro me
    e alzo polvere con ali da sparviero

    Con ali di sparviero
    poi
    ho sospinto il mio destino
    di nascoste conchiglie
    su impreziosite rocce di corallo
    di pesci dal cuore giallo
    che su limpide scogliere
    san farsi di luce
    alla nascente Luna

    Luna nascente che il sonno
    cambi in febbre 
    ai dormienti amanti
    con occhi iridescenti
    illuminami il viaggio





    *L'invisibile cambiamento*


    E' una inclinazione
    quella alla decadenza

    L'invisibile cambiamento
    è un paesaggio d'inverno
    che invoca
    a trattenere il fiato
    per quella luce radente
    che ghiaccia
    come suono d'organo 
    nelle cattedrali

    E così è
    che io taccio
    per non disperdere
    un solo istante
    del mio inverno


6 commenti:

  1. Poesie fresche, contaminanti, liricamente coinvolgenti, dove l'anima dell'autrice trova l'alcòva adatta, attinente alle sue vibrazioni esistenziali. La Borghini si lascia avvincere da quello che risplende, da quello che fugge attorno a lei, da quello che illumina il viaggio; insomma da tutto ciò che, in maniera più consona, concretizza le sue meditazioni estemporanee, vicine al sentire di ognuno: le foglie che bruciano nel focolare, le strade deserte, assolate ma fredde, l'estate finita, l'ombra fiorita della rosa: tempus fugit; il sentimento eracliteo dell’essere e dell’esistere; il senso della precarietà del giorno si insinua nel pensiero della Borghini; un senso che la porta a vivere, intensamente, ogni frangente della vita; senza distinzioni temporali; vere elegie semantiche:

    E così è
    che io taccio
    per non disperdere
    un solo istante
    del mio inverno

    Tanti momenti di un diacronico evolversi sentimentale che invade gli spazi sottostanti del pensiero. Ma il massimo della liricità sta in quel soliloquio che la poetessa snocciola con il mare:

    Son qui
    perché tu solo sai tacere
    e non mi chiedi di restare o di capire
    e ogni nuova onda è un nuovo mare

    Ti porto via con me
    propone l'onda
    mentre si abbatte
    fragorosa e tonda
    vacillando la mia posizione

    Ci sono qui tutte le occasioni ispirative per una poesia che sboccia nei giardini del reale per azzardare fughe verso approdi/oltre, per tramutare in gaudio le lacrime, o per trovare spazi alla soltudine. E la natura aiuta. Con tutta la sua potenza cromatico-allusiva, con tutte le sue immagini sincronizzate al bisogno di andare al di là degli spazi ristretti,la natura aiuta gli intendimenti poetici della poetessa che fa della spontaneità l'arma vincente del suo canto. Un canto che raggiunge questa simbiotica fusione fra anima e parola con l'apporto di figure stilistiche indirizzate ad una armonia di sapore pucciniano. Vere romanze di grande impatto musicale: rime, assonanze, consonanze, allitterazioni, ossimori, enjambements... Spartiti di note di avvincente sonorità. Chidermi di fare una selezione fra queste poesie non è giusto. Tutte concorrono, ognuna coi suoi abbrivi, a tratteggiare un’artista tutta volta a dire di sé tramite una ricerca emotivo-verbale, tramite un percorso tradizionale/innovativo. E quello che soprattutto risalta da questo canto è una curiosità vivace che si alimenta di audaci scoperte. Quelle scoperte che sa donare la Poesia. E la Nostra crede nella Poesia, e le affida il compito di narrare il senso della vita: il nostro esser/ci, i tanti perché, le insicurezze e le palpabili bellezze di un mondo che ci adorna. Un mondo in un verso lavorato, ri/cercato, intrecciato, armato di quella semplicità che il De Sanctis definisce il “cuore della Forma”.

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    1. Grazie, grazie... Mai avrei sperato, nemmeno mai creduto possibile, poter un giorno leggere parole così belle anche per una sola delle mie poesie. Mi ha fatto un regalo bellissimo. Ha saputo leggere tra le mie righe e ha saputo cogliere tutte le parole non scritte, quelle segrete, che ogni poesia nasconde.

      Un caro saluto Antonella

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  2. Accidenti. La mia prefazioncella appare quasi scolorita di fronte a questi entusiasmi. E le mie poesiole (abbandonate) sembrano proesie, discorsi persi, pallidi e dimessi.
    Ma sono felice di aver fiutato per tempo il genio di Antonella. E mi lascio lusingare dalla sua amicizia virtuale.
    Quanto a nazariopardini : avessi io la metà della metà della metà ... della sua recensione!

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    1. Omero, sono io ad essere lusingata della tua virtuale amicizia e dell'attenzione che il professor Pardini mi ha dedicato. Chi scrive poesie è spesso (sempre) visto come un soggetto anomalo, e accolto con un sorrisino di compiaciuta ilarità (almeno a me succede così)e le vostre parole mi fanno sentire... "normale" :))
      Un saluto e un sorriso

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  3. Complimenti Antonella!
    L'ispirazione è simile ad un torrente carsico. Talvolta scorre in superficie, brilla e risplende in riflessi dorati, talvolta scende nel sottosuolo ma quell'acqua che fluisce è fresca, limpida e soprattutto toglie la sete. Un caro saluto

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    1. Grazie Carlo, è vero, è così che riesco a dissetare l'arsura di certi vuoti...
      Un caro saluto a te

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