Fabio Barcellandi è stato selezionato per l'importante
antologia 100 THOUSAND...
Non
ci resta di te
che
il freddo vuoto
di
una bara spezzata
su
cui piangere
per
far fiorire mani, le tue mani
per
far fiorire braccia, le tue braccia
per
far fiorire piedi, i tuoi piedi
per
far fiorire gambe, le tue gambe
per
far fiorire corpi, il tuo corpo
e
quello di tuo fratello
e
quello di tua sorella
e
quello di tua madre
e
quello di tuo padre
e
quello del tuo popolo
calpestato,
come fiori
recisi
per
far fiorire cuori, i nostri cuori
freddi
vuoti
spezzati
bare
su
cui piangere.
Fabio
Barcellandi
Nota
dellʼeditore: questa poesia è stata ispirata allʼautore da unʼimmagine, come tante, che si
vedono sui giornali, troppo spesso, troppo crude,
troppo raccapriccianti. La testa di un bimbo
palestinese che sbuca da un cumulo di macerie,
dopo un bombardamento. Ne vediamo continuamente,
di immagini così: provengono dalla
Siria, dallʼAfghanistan, dal Bangladesh, da ogni
angolo di mondo. Le vediamo velocemente sugli
schermi dei nostri PC, ipad, iphone, TV, veloci
arrivano e scompaiono lasciando il posto
a veline, promozioni, giochi a premi, auto,
detersivi. Restano nella nostra mente una frazione
di secondo e non ne conserviamo che un ricordo
distratto. Ecco perché, invece, la poesia, la
poesia che serve. Perché le parole entrano nel cuore
dalla pancia, non dagli occhi; più vicine alle
viscere che non al cervello.
Fabio
Barcellandi (Brescia, 1968), poeta, curatore
e traduttore. Collabora con Thauma Edizioni,
con il sito letterario Olandese Volante e
guida laboratori di composizione e scrittura poetica
con i ragazzi delle scuole medie e superiori
per la Cooperativa Zeroventi. Ha pubblicato
poesie, racconti e traduzioni in antologie
e riviste; ha vinto per la poesia i premi Solaris
e Teranova e pubblicato le sillogi Parole Alate
(Cicorivolta 2007), Nero, lʼinchiostro e Folle,
di gente (Montag 2008 e 2011).
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