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giovedì 28 novembre 2013

FRANCO CAMPEGIANI: PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO AL PREMIO "JUAN MONTALVO"


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Milano, 6 maggio 2013

COMUNICATO STAMPA

PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “JUAN MONTALVO”
Tra i 30 finalisti estratto anche un viaggio in Ecuador


Il Consolato Generale dell’Ecuador a Milano e il Centro Ecuadoriano di Arte e Cultura a Milano, in collaborazione con i Dipartimenti di Lingue e Letterature Straniere e di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Culturali dell’Università degli Studi di Milano, rinnovano l’appuntamento con la cultura, bandendo il Premio Letterario Internazionale “Juan Montalvo”. Un evento culturale giunto alla sua terza edizione e che quest’anno è dedicato alla figura di Montalvo, prestigioso esponente della letteratura ecuadoriana dell’800. 

Tre le sezioni previste: A Poesia, B Racconto, C Fotografia. Tre anche le giurie, composte da nomi illustri della cultura italiana e internazionale.

Poesia: Gianni Turchetta (Presidente), Vivian Lamarque, Ninnj Di Stefano Busà, Maurizio Cucchi, Franco Loi, Davide Rondoni, Roberto Malini, Corrado Calabrò, Alessandro Quasimodo.
Racconto: Emilia Perassi (Presidente), Sveva Casati Modignani, Nicoletta Vallorani, Maria Vittoria Calvi, Gianni Vattimo, Haidar Hafez, Don Alessandro Vavassori, Adrián Bravi.
Fotografia: Maria Jijón (Presidente), Lorry Salcedo Mitrani, Marco Carraro, Giampiero Piretto, Enrique Sepúlveda, Andrea Dynners.



LA POESIA CON CUI FRANCO CAMPEGIANI HA OTTENUTO IL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO: "PREMIO DELLA CRITICA" 


PREGHIERA

Da dove viene Usuni?
E’ forse sceso dal graffito
o da una grotta d’africana terra
l’ha scagliato il caldo vento
in questa anonima via
sulle ali del tam-tam?
Ora danza tra clacson impazziti
nel nero smog, con Erba Viva e Muta,
giunto questi tra nuvole di fumo
di un messaggio dakota lanciato
dalle alture dei Sioux.
Naso Corvino con José Garcia
giungono insieme a Tarik ed Anatole,
insieme ad Eva ad Ana a Maghidà,      
tutti fratelli nella Grande Dea.                
La pregano sul tappeto di asfalto
che fondono con sguardi di bragia
offrendone il grembo a Manitù.
O Grande Spirito, cerulea Voce,
possano i tuoi figli senza storia
- loro, radici senza fusto,
noi, pianta senza più radici -
riportarci nel vento degli angeli,
loro come noi nomadi infelici,
negli occhi ancora il lampo
della Grande Relazione,
noi avulsi dal cielo e dalla terra
e fuggiti dall’edenico coro,
spettri evasi in dedali nebbiosi
ricchi di storia e senza canti.


Franco Campegiani


2 commenti:

  1. Mi congratulo pubblicamente - dopo averlo fatto a voce - con il carissimo amico Franco Campegiani.
    Conosco bene questa poesia, che gli è valsa il prestigioso riconoscimento: è un testo altamente meritevole, che centra in pieno il senso dell'integrazione fra i popoli in nome della "Grande Relazione" universale, e lo fa attraverso immagini suggestive che si aprono a smisurati orizzonti.

    Sandro Angelucci

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  2. Franco nella sua poetica riesce a conferire alla spiritualità aspetti nuovi, impensabili, profondamente veri. Egli trascende con Arte pura il senso comune che viene attribuito alla religione e vola molto più in alto. Noi diveniamo, figli del 'vento degli angeli'... quale meravigliosa espressione! ...'ricchi di storia e senza canti'... Poteva non vincere una lirica simile?
    Sempre vicina al cuore di questo Amico - Poeta e Filosofo che m'insegna a camminare con levità e ardore sul prato dell'esistenza! Grazie!
    Maria Rizzi

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