DI TE RICORDERÓ
Di te ricorderò il buon profumo,
di
quella pelle bruna e misteriosa,
di
quello sguardo intenso e penetrante
che
si scioglieva al caldo di un abbraccio.
Di
te ricorderò mille parole
dette
in soffio a non turbar silenzio,
ed
il sorriso che s’apriva lieto
poi,
dopo un sol secondo, si spegneva.
Di
te ricorderò frasi scherzose
al
tempo delle estati, mie, giocose
e
pure quei ritagli di progetti
presi
a sassate in una volta sola.
Di
te ricorderò, poi, la tristezza,
i
lumi spenti prima dell’aurora,
la
pergola, la vigna ch’è ormai secca
e
i grappoli appassiti appena in boccio.
Di
te ricorderò la mia amarezza,
così
tagliente da forare il cielo,
ma
lieve come un gioco, un bel trastullo,
giammai
scordato e ancor ne serbo traccia.
E
pure mi sovvien la tenerezza
pronta
a fluire in morbide carezze,
di
te ricorderò gioia e dolore
e
attimi d’intensa nostalgia.
Felicità…
quaderni ancora bianchi
da
scrivere tra ciottoli e tra spini,
da
scrivere rubando le emozioni,
da
scrivere nel cielo, tra le stelle.
Di
te ricorderò il nostro amore,
leggero
come il volo di una piuma,
possente
come incudine e martello,
ed
esile qual pianto di fanciullo.
Amor
che tutto vuole e nulla cede
…
di te ricorderò.
Nota
Poesia che si affida ad una
musicalità carezzevole e trascinante. La padronanza di un endecasillabo
sapientemente intrecciato, unita ad una passione erotica che si concretizza in
apparizioni fluide e leggiadre, fanno del “poema” un inno all’amore che traduce
il ricordo in un presente carico di
vitalità. Le estati, l’aurora, la pergola, la vigna, quaderni ancora bianchi,
il volo di una piuma sono tante oggettivazioni di un sentire che ricorre a
visioni allusive per dare sostanza al suo esistere. E il tutto scorre come una
romanza calda e suasiva da intermezzo pucciniano. C’è qui la vita col suo
passato, con i suoi luoghi e i suoi tempi che segnano percorsi ora gioiosi ora
tristi. Una vicissitudine che sa elevarsi alle alte vette del poiein, dopo
essere rimasta a decantare in un animo fecondo e alimentatore di universale
bellezza:
Di te ricorderò il nostro
amore,
leggero come il volo di una
piuma,
possente come incudine e
martello,
ed esile qual pianto di
fanciullo.
Amor che tutto vuole e nulla
cede
… di te ricorderò.
Un
amore che in quell’anaforico incisivo memento
trova la forza di tornare a vivere; a soffrire, anche, per sentirsi vivo in una
amarezza così tagliente da forare il cielo; in un gioco che persiste, alfine, e
vince la sua sfida col tempo nella chiusa della poesia:
di
te ricorderò.
Nazario Pardini
Gentile Professore,
RispondiEliminaquando si sente il bisogno di ‘’esplodere’’ attraverso la poesia, ci si accorge che sensazioni istintive o, a volte ragionate, spingono le persone a cercare aiuto morale, psichico o culturale nei propri simili o nelle proprie, intime, emozioni.
Voglio ringraziare Lei, gentile Prof. Pardini, per la magnifica nota di critica che esprime il senso pieno dei miei versi e, per fare ciò, trascriverò un pensiero di Kahlil Gibran:
-Quando l’amore chiama, seguitelo, anche se le sue strade sono ardue e ripide. E quando le sue ali vi avvolgeranno, abbandonatevi a lui, anche se la spada celata fra le sue piume vi potrà ferire. E, quando vi parla, credetegli, anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni e disperderli’’
Ancora ringraziando saluto con l’affettuosa stima di sempre.
Fulvia Marconi