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sabato 14 dicembre 2013

FULVIA MARCONI: "NATALE DI GUERRA"

Scende la notte, pigra, sopra il mondo,
bianche le cime di montagne attorno,
tremulo il fumo sgorga dai camini,
dentro le case odor di pane al forno.
Le timide lucerne a luccicare
di qua e di là per tutta la borgata,
il vento freddo agghiaccia l’Ora Santa
e la campana suona il dolce tocco.
‘’E’ mezzanotte,’’ canta dolcemente
dal campanile l’orologio antico.
Esce la gente per recarsi in frotte
nella chiesetta dagli spazi angusti.
Quattro candele e quel sentor di culla,
due lumi accesi spuntano di lato,
come è pacato e lento quest’incanto,
sembra fermarsi il tempo per gioire.
Pochi mattoni sopra una panchetta
per riprodurre quella grotta avita,
finto il ruscello di stagnola brilla
e nello sfondo luccica la stella.
E proprio al centro ‘’splende’’ il Bambinello;
è così bello che fa bene al cuore,
dolce la mamma china sul figliolo
gli adatta la camicia miserella.
Proprio davanti a quel presepe spoglio,
sosta un bambino con la mamma accanto
e prega il bimbo inginocchiato in terra:
‘’Fa che il mio babbo torni dalla guerra!’’






1 commento:

  1. Con la speranza che nessun bambino debba mai più dire: ''Fa che il mio babbo torni dalla guerra''. Fulvia Marconi

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