Digging into Khaos
Mostra
personale di
Claudio
Fiorentini
Dal 25 al 31
gennaio 2014
Al centro di
promozione delle arti
“Polmone
Pulsante”
Salita del
Grillo n° 21, Roma
Inaugurazione
25 gennaio ore
18,00
Sono intervenuti:
Franco
Campegiani e Antonella Pagano
La serata è stata arricchita da una performance teatrale di Antonella Pagano ispirata all'opera di Fiorentini
Digging
into Khaos
(mostra
di Claudio Fiorentini al "Polmone pulsante" - 25 - 1 - 2014)
Partiamo da una breve notizia sull'autore.
Chi è Claudio Fiorentini? un personaggio eclettico, impegnato su più fronti
creativi, in particolare su quelli della scrittura e dell'arte figurativa. Ha
all'attivo pubblicazioni di poesia e di narrativa (alcuni titoli credo siano
esposti in bacheca). Inoltre è fotografo e, come possiamo vedere, pittore. "Digging
into Khaos" (scavando nel caos): questo è il titolo della mostra che
inauguriamo. Mi fa piacere riportare, a mo' di introduzione, un pensiero
comunicatomi giorni addietro dall'autore via mail, rispondendo ad una mia
precisa domanda. Lo leggo per intero, perché è emblematico e mi facilita il
compito di relatore. Una vera e propria dichiarazione di poetica, rispetto alla
quale le parole del critico diventano un'appendice quasi inutile, ripetitiva. Egli
dice: "quando scrivo "digging into Khaos", scavando nel Khaos, intendo
dire che quando dipingo non cerco di dire qualcosa, cerco l'armonia degli
elementi, l'equilibrio tra rilievo e colore... non certo un messaggio cabalistico.
Più semplice ancora, è una questione fisica, cerco (passami il termine)
l'orgasmo... tra me e la tela c'è un rapporto quasi ormonale... sta di fatto che
quando dipingo mi annullo, non "esisto" più, semplicemente
"sono"... l'evoluzione del linguaggio viene da sé, passo dopo passo,
tela dopo tela, e quando arrivo al massimo di un codice espressivo, ne cerco un
altro, sempre utilizzando materia (mater)... potrei osare, e dire
dell'archetipo, ma questa sarebbe presunzione da parte mia, in realtà è tutto
più semplice... provo piacere, mi piace, mi piaccio, armonizzo il mio
"io" con la mia "persona", e se il risultato mi supera, allora
so che devo alzare l'asticella della sfida e sfondare lo schema appena
scoperto, e farlo crescere ancora... dipingendo, caro Franco, cresco, mi
indago, tocco l'accenno d'infinito che è in me... ma tutto questo non è altro che
un intreccio di parole presuntuose... forse è ancora più semplice...".
Ebbene,
resta difficile per il critico dire qualcosa di più esplicativo. Posso aggiungere
alcune considerazioni a latere, nella
speranza di non deturpare la bellezza di questo pensiero. Qual'è l'orizzonte
creativo di Fiorentini? Risulta chiaro come questa sia un'arte materico-informale.
Una poetica, pertanto, della distruzione della forma (intesa come forma di un
contenuto) per lasciare che essa (la forma) significhi solo se stessa
attraverso la materia di cui è composta, al di fuori di qualunque significato
razionale. Il che non vuol dire - badate bene - che non possa avere significati
più profondi di quelli razionali. Questa è una leggenda da sfatare. Le
possibilità del pensiero non si esauriscono con quelle dell'intelletto
razionale. C'è un pensiero universale che supera il pensiero razionale e che può
esprimersi in tanti modi, uno dei quali è il linguaggio diretto del corpo, della
materia. Quando si parla dell'Action
Painting di Pollock o di altri artisti informali, si fa riferimento molto
spesso alla categoria del Caso. Non è così. Il Caso non c'entra, il Caso è
capriccioso, mentre quello che qui si cerca è l'adesione alle leggi elementari
della materia, della vita. Fiorentini lo dice chiaro nello scritto appena
citato: "Scavando nel Caos cerco l'Armonia", ossia l'Ordine, la
Legge, il Codice, l'Equilibrio universale. Egli mette le mani in pasta nel flusso
creativo del creato (e lo fa letteralmente, in quanto non lavora con i
pennelli, ma proprio con le dita, con le mani), nell'intento di aderire al
mistero della vita che è anche il mistero della morte; di aderire ossia al
mistero intelligente e creativo universale. Costruire è distruggere e
distruggere è costruire, secondo la legge dell'armonia dei contrari.
Se è
vero che nelle sue fasi iniziali, l'arte materico-informale si lasciò prendere
da suggestioni nichilistiche, mostrando il disfarsi puro e semplice delle cose,
il loro distruggersi e logorarsi, il loro lento ridursi a polvere e a terriccio
informe, sembra oggi farsi strada (e Fiorentini ne è un ottimo esempio) una
visione metamorfica e ciclica, più che nichilistica, della vita. Una visione
misterica, oserei dire, che prevede il rinnovarsi, oltre che il distruggersi delle
cose. Come l'araba fenice. L'occhio pittorico di Fiorentini sembra scorgere l'alba
al di là del tramonto, per cui le atmosfere sono vergini e alludono al primo
giorno che fu la terra, anziché all'ultimo e definitivo. E' un tripudio armonico
di colori, quello che appare sulla tela; un vorticare di corpi materici, di lacerazioni
e strappi, di crateri e spigoli, di eruzioni, risucchi e magmi. L'esecuzione
è gestuale e rapida, fondendo assieme vari materiali: sabbia, legno,
stucco, sacchi, vinavil, scarti industriali e oggetti trovati in natura, scampati
all’azione divoratrice del tempo, unitamente a residui e rottami di cose che hanno avuto una lunga consuetudine con le
culture umane. È un rimettere
in gioco, un ridonare vita ad un mondo altrimenti perduto, destinato a misera
estinzione. Così l’inizio e la fine s’incontrano nel perire e
rinascere perenne della vita.
Franco Campegiani
ALCUNE OPERE ESPOSTE
Non ero presente alla mostra, ma so di esserci stata, tra la folla incredula e ammirata, orgogliosa di un simile poliedrico Amico, che fa della Passione la sua bandiera. So di aver applaudito Antonella, performer straordinaria e Franco, che da anni mi incatena con critiche d'arte come quella che ho appena letto e che sposa magnificamente la teoria dell'armonia dei contrari. La vita stessa sposa ogni giorno la teoria del carissimo Franco e sto divenendo una sua modesta 'allieva'...
RispondiEliminaI complimenti più vivi a Claudio e agli amici che hanno reso omaggio e onore alla sua Mostra e un bacio al mio Professor Nazario, che accoglie le altrui storie, come la risacca accoglie i ciottoli del mare...
Maria Rizzi
Ho potuto apprezzare ieri sera, all'inaugurazione della mostra di Claudio Fiorentini, una pittura suggestiva e ricca di fantasia. La felice, armoniosa giustapposizione di tinte "fredde"e "calde" percepita nei suoi dipinti, la dice lunga, a mio avviso, sulla felice, umanistica apertura di un artista che ha già offerto, da tempo, ampia prova di sé in chiave poetica e narrativa.
RispondiEliminaAndrea Mariotti
L'atmosfera del "Polmone Pulsante" armonizzava perfettamente con la mostra di Claudio. Il "Caos" artistico del luogo -travi di legno, odore di vino, vetrine con utensili e ceramiche in contrasto con vecchie poltrone, tarallucci- si mischiava e armonizzava con le tinte e le forme dei quadri. Una pittura al limite con la scultura, uno schizzo che diventa "crosta" e viene lavorato con le mani. Suggestivo ed intimistico.
RispondiEliminaLa performance di Antonella ed il Commento di Franco hanno reso bene lo stimolo creativo di Claudio. Proprio il piccolo spazio ha fatto si che si creasse una alchimia pulsante - appunto- in cui ognuno dei presenti è potuto divenire parte attiva dell'arte. Molti gli interventi, molti gli spunti, molti i meritati applausi!!!
Aurora De Luca
Anch'io - come Maria -non ero presente al "Polmone Pulsante" ma, come lei, ritengo di esserci stato. Non fosse altro per il fatto che ho avuto modo sia di ammirare le opere di Fiorentini, solo tre per l'esattezza, portate in visione dall'artista stesso a Franco, ed apprezzarne l'armonia cromatica sia perché il caro amico Critico mi ha fatto conoscere comunque la sua puntuale presentazione, nella quale totalmente mi ritrovo: è proprio così: "scavando nel Caos (che non è scavare a caso) che si cerca - e si trova, aggiungo io - l'universale, e dunque anche nostro, equilibrio.
RispondiEliminaSandro Angelucci