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mercoledì 5 febbraio 2014

FRANCESCO SASSETTO: POESIA.



DALL'ANTOLOGIA POETICA: 100 THOUSAND POETS FOR CHANGE


Non avevi capito, Stefania, quanto ti amava,
davvero non lʼavevi capito.
Tutto il giorno al lavoro per te, per far bella
la casa e i vestiti eleganti e quel diamante,
un carato di purezza assoluta come i tuoi occhi.
Una luce accesa per sempre.
Tornava disfatto la sera, Matteo ti dava tutto
e tu, tu le tue fughe improvvise, quella tua distrazione,
i tuoi pensieri che migravano altrove, chissà dove,
lo sentiva e non capiva perché.
Un altro uomo, certo, unʼombra oscena e nascosta,
un tormento, un ansimo, un chiodo piantato in testa.
Questo tu, la sua Stefi, il suo grande amore.
E poi il primo schiaffo, il secondo, quasi ogni giorno,
e tu che piangevi e non ammettevi, tu lo deridevi,
ingrata e puttana urlava sconvolto e bestiale.
Poi si calmava.
Poi furono i pugni, più volte, ogni volta più forti,
decisi, da far sanguinare le labbra, le corse
allʼospedale di notte, qualche lacerazione, roba
da poco che va via in due settimane.
E non hai voluto firmare il verbale della polizia.
Eʼ nervoso, è stanco, troppo lavoro, Matteo è buono,
gli serve riposo, tre giorni di ferie nella casa
in collina, tu e lui nella pace del verde e smetterà,
capirà lʼassurdità di quel chiodo,
tornerà a sorriderti dolce di nuovo.
Tu e lui soli nella casa in collina, nel risvolto
del barbour una Beretta, tu lʼavevi già vista,
è naturale, per la sua sicurezza e poi non sapeva
nemmeno sparare, ti aveva detto ridendo,
la teneva così, non si può mai sapere.
E quella sera, in cucina, è quasi pronta la cena,
la Beretta in mano, stretta, diritta ai tuoi occhi,
un fuoco improvviso, una volta, due volte,
un terzo boato, i tuoi occhi sbarrati, il terrore,
un grido, il tuo sangue dappertutto.
E un sudario rosso gettato a terra.
Poi sul giornale, a pagina piena, la meraviglia,
il dolore di amici e parenti, le testimonianze,
le dichiarazioni, il pianto unanime dopo il massacro
senza alcuna ragione.
Senza spiegazione.
Due foto a colori, le foto del prima e del dopo e
un poliziotto che stende il verbale, le stesse parole.
Non lʼavevi davvero capito, Stefania,
il suo grande amore.

                                                                  Francesco Sassetto


Francesco Sassetto (1961) risiede a Venezia. Si è laureato con una tesi sul commento trecentesco di Francesco da Buti alla Commedia dantesca. Eʼ dottore di ricerca in Filologia e Tecniche dellʼInterpretazione e insegna a Preganziol (Treviso). I suoi componimenti in lingua e in dialetto veneziano hanno ricevuto premi. Ha pubblicato Da solo e in silenzio (Montedit, 2004), Ad un casello impreciso (Valentina Editrice, 2010), Background (Dot.com Press-Le Voci della Luna, 2012).



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