LETTURA DI TESTI DI AUTORI CONTEMPORANEI
di
Nazario Pardini, Ed. Writer Milano, 2014, pp.776
di
Ninnj Di Stefano Busà
Si tratta della figura di un grande esegeta del ns.
tempo, che ci presenta un lavoro impegnativo su vari autori da lui trattati e
analizzati.
Inaspettatamente, da par suo, Nazario Pardini ci
presenta un lavoro certosino: quasi 800 pp di pura tecnologia critica; un
grande lavoro di ricognizione morfologica dei testi assemblati, che sembrano
pietre miliari di un progetto a più lunga scadenza della pagina letteraria di
questo fine secolo.
Un documento storico di grande rilevanza, quello che
ci accingiamo e recensire.
Pardini in questo lavoro di (de)strutturazione e
ricomposizione ne è il regista, la personalità più avvertita di una pletora di
elementi che da lungo tempo si presenta al più grosso pubblico con riferimenti
validi e circostanziati.
Nessuno dei selezionati è l’ultimo della classe:
sfilano nomi di un certo rilievo, direi quasi autorevoli nella loro grande
intellettualità.
Pardini li inserisce in un filone per soli esteti,
in una posizione, la sua, che definire superlativa è poco.
La sua presenza è preponderante rispetto al lucido e
concettuale criterio di abbordaggio e d’identificazione.
L’indagine esplorativa è sempre ricca e sapiente.
Si rivela un intelletto fertile che sa intuire
epifaniche consonanze con gli autori prescelti.
Ha assembrato autori più disparati, senza che ne
venisse meno la validità del testo.
Ha saputo mettere insieme il loro humus culturale, attraverso una ricostruzione
programmatica e lessicale d’ampio spettro:
“credere nella
vita vuol dire accettarne anche il suo dolore” vado continuando a dire, e
me ne convinco sempre di più perché: la
vita è la distanza tra il grido e la ferita”.
Anche Pardini conosce lo stesso dolore del mondo,
quello che condivide con ciascuno di noi e se ne fa interprete, è in grado di
cogliere la drammaticità del progetto esistenziale.
In questa rappresentazione così vasta e variegata ha
saputo menzionare come un fatto logico e
naturale del vivere, l’eterno messaggio del dolore.
Lo stile, soprattutto nelle prefazioni alle opere, è
carico di quel pathos che da sempre contraddistingue il suo linguismo. Un
patrimonio culturale acquisito in tanti anni di impegno didattico, in numerose
esperienze letterarie, in strategie di scrittura di notevole validità.
La sua lunga militanza in poesia e in tutte le forme
dell’esegesi ha formato la sua memoria e l’ha impregnata di una profonda verve
scrittoria, mai sentenziosa né asettica, ma sempre espressiva e lucida.
Una capacità dialettica che lo fa un grande regista
dell’animo umano, una delle personalità più aperte e progressiste: tra le più
preparate.
Il testo ne riscopre di volta in volta la libera
interpretazione dei segni che, il rigore e la bravura di un poeta sa costruire
sui modelli di una sorprendente classicità e con riferimenti di lettura che
solo Pardini sa approntare.
Ninnj
Di Stefano Busà
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