Pagine

martedì 29 aprile 2014

PRESENTAZIONE DEL ROMANZO "2079", DI A. LUCIANI E M. T. ANTONELLI

Mercoledì 30 aprile alle 17 e 30 nel Palazzo De' Mayo in Corso Marrucino 121 a Chieti presso l’Auditorium Fondazione Carichieti  presentazione del romanzo "2079" di Antonio Luciani e Maria Teresa Antonarelli (Edizioni Noubs). Relatore Francesco Di Vincenzo, attori Maria Cristina Stumpo e Mirko Amicone, moderatore Massimo Pamio.    
 L’iniziativa è promossa dalle Associazioni Culturali “Sacro e profano” e “Maramé”.    


IL LIBRO    

Javier, scrittore spagnolo giramondo, Franca, donna di alti ideali e valori morali, Umberto, politico arrogante e potente sono i protagonisti di questo romanzo di fantapolitica che ci accompagna in un viaggio nel tempo, nel 2079, a scoprire uno scenario drammatico e desolante. Il futuro sembra aver realizzato le premesse peggiori del nostro presente ma la forza scaturita da una storia d’amore e d’amicizia riuscirà a modifcare le sorti  della società, a resuscitare il meglio delle qualità umane per troppo tempo sepolte.  Una favola moderna che ci riconcilia con la nostra storia politico-culturale e ci indica la strada per uscire fuori dalla palude: tutto sarà possibile se sapremo cambiare noi stessi.    


GLI AUTORI    

Antonio Luciani nasce a Chieti nel febbraio del 1969. Felicemente sposato, con due figli, svolge la professione di avvocato ed è molto attivo nel campo dell'associazionismo sportivo a Francavilla al Mare, a cui è legato da generazioni. Nel 2011 decide di occuparsi in prima persona della cosa pubblica e viene eletto Sindaco della città. Entra così in un mondo nuovo e sconosciuto, del quale non accetta le distorsioni e che non lo soddisfa appieno. Una chiacchierata casuale con l'amica e concittadina Maria Teresa gli fa venire l'idea di dedicarsi, finalmente, nei ritagli di tempo, ad una sua vecchia passione, la scrittura: insieme decidono di scrivere un racconto.    

Maria Teresa Antonarelli, nata a Termoli nel 1962, abruzzese d'adozione, vive a Francavilla al Mare con marito e due figli. Avvocato, lettrice appassionata e scrittrice per caso grazie alla casuale chiacchierata col Sindaco, svolge la professione di liquidatrice sinistri. Quando non lavora e non legge, probabilmente si sta occupando delle sue altre passioni: la cucina e il cinema.    



lunedì 28 aprile 2014

CATERINA TROMBETTI: "IN VIAGGIO CON LA POESIA"



IN OCCASIONE DE TERZO CICLO DI INCONTRI
IN VIAGGIO CON LA POESIA

INGRESSO LIBERO, VI ASPETTIAMO
-- 
www.caterinatrombetti.com











PREMIO ANTICA BADIA DI S. SAVINO "GIOVANNI SBRANA"






PREMIO NAZIONALE DI POESIA

“GIOVANNI SBRANA”
Antica Badia di S. Savino

Trofeo “Chioccia Longobarda” XXXVI EDIZIONE




Con il patrocinio di
-Amministrazione Provinciale di Pisa
-Amministrazione Comunale di Cascina
-Camera di Commercio di Pisa




trofeo chioccia longobarda


REGOLAMENTO:
1) Sono ammessi al Concorso poeti italiani e stranieri, purché gli elaborati siano in lingua italiana. Ogni lirica non deve superare 30 versi.
Gli elaborati, in otto copie chiaramente dattiloscritte, dovranno pervenire al Segretario del Premio Prof. Alberto Armellin, Navacchio per Badia, 56023 (Pisa), entro e non oltre il 15 giugno 2014.
2) Il concorso si suddivide in due Sezioni:

A)Poesia inedita (al massimo tre poesie), cioè non ancora pubblicata in forma cartacea.

B)Libro (otto copie).
Il nome, cognome ed indirizzo completo per la Sez. A dovranno venir posti sulla busta di spedizione e su un foglio all'interno del plico di spedizione.
3) La quota di partecipazione per ciascuna sezione è di € 10, quale parziale copertura delle spese di organizzazione; tale quota potrà essere corrisposta in banconote o in francobolli, da inserire nel plico di spedizione. Si può partecipare a entrambe le sezioni, purché per ciascuna sia stato regolarizzato 1'inoltro della quota.

4) Premi Sezione A

Primo premio: Trofeo Chioccia Longobarda e € 300,00
Secondo premio: Coppa e € 250,00
Terzo premio: Coppa e € 200,00
Premi Sezione B

Primo premio: Trofeo Chioccia Longobarda e € 1300,00
Secondo premio: Coppa e € 700,00
Terzo premio: Coppa e € 500,00
Per concorrenti collocati in graduatoria a partire dal quarto posto, sono previsti premi in coppe, targhe, medaglie o diplomi. Coppe, targhe, medaglie e diplomi, se non ritirati al momento della premiazione, potranno essere richiesti previo invio (quale rimborso spese imballo e spese di spedizione) di € 7 per coppe e targhe, di € 3,50 per medaglie o diplomi.
5) La premiazione avverrà il giorno 13 settembre 2014, ore 15, presso l'antica Badia di San Savino (5 Km da Pisa facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici CPT), sulla strada Pisa-Pontedera.
Soltanto ai premiati sarà fatta pervenire entro tempo utile comunicazione di quanto loro assegnato. Nessun rimborso per spese di viaggio o soggiorno è dovuto ai concorrenti premiati.
6) La Giuria è composta dai signori:
Marzia Minutelli, dottoressa-presidente; Giuliana Petrucci, docente universitario; Fausto Ciompi, professore; Sauro Damiani, critico letterario; Lucia Sardi, insegnante; Elisa Bianchi, insegnante; Pierangiolo Fabrini, docente universitario; Giancarlo Bachini, insegnante. L'operato della Giuria è insindacabile e inappellabile. Gli elaborati presentati al giudizio non saranno restituiti.
7)   La partecipazione al Concorso comporta l'accettazione incondizionata di tutte le norme inserite nel presente bando.
8)   Sono esclusi dal Concorso, per 5 anni, i poeti che in precedenti edizioni si sono classificati al primo posto.
9)   Per ogni richiesta di chiarimento sul bando e sul Concorso, scrivere una mail all'indirizzo di posta elettronica s.savinopoesia@gmail.com
N.B.: Fra gli elaborati pervenuti, la Giuria selezionerà le liriche più significative e atte ad essere inserite in una Antologia che verrà consegnata gratuitamente il giorno stesso della premiazione. Le liriche vincitrici della sezione A e una lirica dei libri vincitori della sezione B saranno inserite sulla rivista  “Soglie”
La Segreteria del Premio






premio speciale

SIMONE WEIL

Per una poesia che illumini la 
dimensione spirituale dell’essere umano, al di là di ogni credenza religiosa.
Al vincitore verranno assegnato euro 500Per la partecipazione valgono i punti 1, 2b, 3, 5, 6, 7, 9 del bando di concorso




sabato 26 aprile 2014

BANDO DEL PREMIO LETTERARIO CAMAIORE 2014.



Foto di un tramonto sul mare di Lido di Camaiore 

BANDO XXVI Premio Letterario Camaiore

Anno 2014


Il Comune di Camaiore bandisce la XXVI Edizione del Premio Letterario Camaiore per l'anno 2014 riservato a libri di poesia editi.
Saranno prese in esame le opere in lingua italiana di autori viventi pubblicate nel periodo compreso tra il 1° aprile 2013 e il 31 marzo 2014.
Al vincitore, designato dalla Giuria Popolare, sarà assegnato un premio di € 2.500,00; agli altri quattro finalisti, indicati dalla Giuria Tecnica, un premio di € 1.000,00 ciascuno.
Al Premio Internazionale (autore straniero tradotto) la Giuria Tecnica conferirà un premio di € 2.500,00.
Al Premio Speciale indicato dal Presidente, sarà assegnato un premio di € 1.000,00.
All'autore del Camaiore-Proposta segnalato sarà assegnato un premio di € 500,00.
Le Case Editrici o gli autori interessati devono far pervenire copia di ogni pubblicazione entro il 30 maggio 2014 ai sottoindicati componenti la Giuria Tecnica e al Comune di Camaiore:
· Francesco Belluomini - Presidente
    Via ltalica, 143 - 55041 - Lido di Camaiore (Lucca)
· Corrado Calabrò - Via Flaminia, 441 - 00196 Roma
· Emilio Coco – Via La Piscopia, 89 – 71014 San Marco in Lamis (FG)
· Vincenzo Guarracino - Via Masaccio, 12 – 22100 Como
· Paola Lucarini - Via Cardinal Leopoldo, 34 - 50124 Firenze
· Mario Santagostini - Via Stradella, 2 - 20129 Milano
· Comune di Camaiore – Segreteria Organizzativa Premio Letterario Piazza S. Bernardino, 1 - 55041 Camaiore.
I plichi, contenenti l’opera, inviati al Comune e al Presidente, dovranno contenere anche i dati anagrafici dell’autore, un recapito telefonico fisso o mobile e l’eventuale indirizzo e-mail.
L'Amministrazione Comunale acquisterà cinquanta copie del libro di ogni autore finalista.
Le opere saranno destinate, in omaggio, ad altrettanti Giudici Popolari per l'espletamento del loro mandato.

REGOLAMENTO

Ogni componente della Giuria Tecnica dovrà indicare, operando in tal modo una preselezione:
1 - tre autori di libri di poesia nella rosa dei concorrenti;
2 - un autore del “Premio Internazionale”;
3 - un autore del “Camaiore Proposta-Vittorio Grotti” – XXII Edizione.
Le suddette proposte devono essere inviate tramite raccomandata al Presidente del Premio, Belluomini, entro il 15 giugno 2014.
La Giuria Tecnica nella sua prima riunione collegiale selezionerà i cinque finalisti, che saranno quindi sottoposti al giudizio di una Giuria Popolare.
La Giuria Popolare sarà costituita da cinquanta cittadini e verrà interamente sorteggiata, in rappresentanza delle diverse fasce sociali del territorio. I Giudici Popolari, dopo la lettura dei cinque libri finalisti, formuleranno  le proprie preferenze su scheda e consegneranno personalmente la stessa in busta sigillata la sera della cerimonia conclusiva, nel corso della quale si procederà al pubblico spoglio delle schede.
La Segreteria del Premio avviserà tempestivamente gli autori designati invitandoli ufficialmente a presenziare allo scrutinio finale. La non partecipazione dell’autore finalista alla serata conclusiva fa decadere, salvo grave e provato impedimento, la designazione al premio, salvo delega di rappresentanza.
La cerimonia conclusiva per l'assegnazione del premio avrà luogo entro settembre 2014 e comunque in data preventivamente comunicata.
D’intesa con le autorità scolastiche, brani estratti dai cinque libri finalisti e raccolti in un opuscolo potranno essere diffusi nelle locali scuole medie superiore e medie inferiori, con l’intento di sensibilizzare le nuove generazioni alla poesia contemporanea; altresì favorire riflessioni, dibattiti e ogni possibile ulteriore iniziativa.

CAMAIORE – PROPOSTA''Vittorio Grotti" - XXII Edizione

L'intento del Camaiore-Proposta è di valorizzare una giovane voce poetica, quindi verrà segnalata un'opera prima di un autore che non abbia superato il 35° anno di età.
L'opera sarà prescelta fra quelle che perverranno al Presidente e ai membri della Giuria Tecnica nei termini e nelle modalità previste dal regolamento del Premio Letterario Camaiore.
Il partecipante dovrà specificare che trattasi di opera prima e indicare la propria data di nascita.

Per Informazioni:
Ufficio di Presidenza: F. Belluomini – cell.  3339306270    rlupi.premiocamaiore@virgilio.it
Segreteria Organizzativa - Comune di Camaiore
Tel. 0584 986500 - 0584 986336 - Fax 0584 986658      premioletterario@comune.camaiore.lu.it



 ***************************************************************************************************************************************************


            XXVI Premio Letterario Camaiore – Anno 2014
                       Scheda dati anagrafici


Libro di Poesia –Titolo: _________________________________________________________

Autore______________________________________________________________________

Residenza: Comune di _____________________________ Cap__________ Prov. _________

via/piazza __________________________________________________n. _______________

telef.___________________________ cell._________________________________________

e-mail______________________________________________

In caso di partecipazione al Camaiore – Proposta / Opera prima indicare la data di nascita__________________



Data,  ____________________

                                                                                           Firma

                                                                    ___________________________________
                                                            
 


giovedì 24 aprile 2014

N. PARDINI: PREFAZIONE A "IL COLORE DEI GIORNI", DI A. MAGNAVACCA

Anna Magnavacca: Il  colore dei giorni
I quaderni dell'Ussero. Pasturana (AL). 2014

PREFAZIONE
A
IL COLORE DEI GIORNI
DI ANNA MAGNAVACCA
Un succo piuttosto amarognolo di un realismo lirico avvincente e
coinvolgente



Importante personaggio della vita culturale contemporanea, Anna Magnavacca è presente in letterature e antologie prestigiose con all’attivo riconoscimenti nelle più note competizioni poetiche. Componente di giuria in premi letterari, il suo curriculum è impreziosito da riconoscimenti alla carriera e da numerose pubblicazioni di poesia, narrativa e cronaca lunigiana di cui si sono occupati, con prefazioni e recensioni, critici di valenza nazionale. A noi il compito di esaminare Il colore dei giorni, questa nuova sua fatica i cui versi, intensi, coinvolgenti, e di grande fattura realistico-partecipativa, abbracciano impulsi emotivi con voci verbali e stilemi allusivi di polisemica significanza. Mi piace iniziare dalla seguente prodromica citazione testuale per evidenziare le caratteristiche peculiari della sua poetica:
Si stanno aprendo le saracinesche dei negozi                             
con i rumori più strani. Alcune graffiano l’aria
altre sembrano piangere lungamente
ma con dignità ( siamo in tempo di crisi).
Altre ancora scricchiolano come avessero
ossa antiche e alcune si svegliano con una risata.
Salgono salgono salgono
fino a lasciare scoperti i segreti della vetrina.
Più lontano il battito ferreo di un martello
( stanno ristrutturando una facciata)
e il sibilo sordo di un trapano.

È qui la sua poesia, il suo dire; sono qui i suoi accostamenti ad una realtà da cui trae ogni mossa, ogni input a sollecitare le sue emozioni, le sue visioni sullo scorrere dei giorni, sui fatti di questo nostro esser/ci. E lo fa colorando ogni aspetto del vivere e ricorrendo ad intuizioni e ad assemblaggi sintattici di grande vis creativa. Alternando versi di grande ampiezza a misure più brevi, per meglio consolidare la varietà fenomenica che le si presenta con il polemos eracliteo tra gli opposti di cui è condita; per sintonizzarli al fluire dei suoi intendimenti etico-intellettivi. Un’euritmica musicalità ex abundantia cordis. Ex veritate rerum. Poesia colta intessuta di dolente esperienza, rivisitata in chiave “pensosa”. Ricordiamo che Aldo Capasso si era fatto promotore e interprete di un Realismo lirico che aveva contagiato la metà del Novecento letterario. La Nostra sembra ripercorrere con onestà, ma con intendimenti personali, i tratti salienti di tale poetica. Già ebbi a scrivere su altre sue opere e credo sia utile accennare ai passi salienti di tali recensioni per mettere in luce la continuità stilistico-esplorativa del suo ductus poetico: “… Una consuetudine quasi scontata. Un vivere i fatti come se si succedessero senza novità alcuna, come se si presentassero con quella abitudinaria quotidianità a cui è d’uso partecipare. Ed è da questi fatti che la Nostra sente la necessità di svincolarsi per azzardare voli oltre, oltre certi spazi che segnano il limen del nostro vivere, che segnano notti che lacerano-consumano…” ( da Le promesse dei giorni e altri versi. Edizioni Helicon. Arezzo. 2013. Pp. 66); “… C’è anche la natura a supportare le tensioni emotive in questi versi, con i suoi profumi, con i suoi squarci di cielo, le sue vermiglie bacche, le fioriture improvvise, o gli odori di mosto a donare  momenti di allettanti fughe edeniche; c’è la natura coi suoi magici poteri a cospirare a favore di riposi interiori. E d’altronde anche quelle fusioni paniche non sono altro che soluzioni per un sentire che prende corpo e si concretizza; che si materializza in ariosi slarghi di pensiero, e di amore, intenti, forse, a vedere, nelle vicissitudini del tempo, primavere e attese di glicini dorati per offrire respiro agli affanni del vivere…” (da Oltre la siepe di sambuco e altre poesie. Guerra Edizioni. Perugia. Pp. 70. € 6,00). Una continuità che consiste nell’utilizzo della realtà, del suo minimalismo figurativo, a fini strettamente introspettivi. La differenza è che in questa ultima opera l’autrice affonda la penna in maniera più incisiva nei colori e nei suoni, nei fatti e nelle stagioni, nelle vicende e nelle esemplificazioni di un verismo più aggressivo. E fa confluire i singoli aspetti della realtà in un serbatoio per nutrire l’anima. Tanto che tutto in lei assume un significato di perspicua sapidità disvelatrice. Ogni strappo, ogni movimento si fa voce di un sentire che ri/dà alla pagina una storia vissuta, animata del suo mondo interiore. Un articolato linguistico dove l’apporto di combinazioni semantiche imprime forza a sollecitazioni mnemoriche che ora fanno vagire gli autunni, ora fanno verzicare le primavere. È così che Il colore dei giorni si dipana su uno spartito poetico rivelatore di maestria tecnica, sensibilità, capacità di osservazione e di rielaborazione, nonché di efficaci simbolismi analogici di tensione orfica e, anche, dai toni epico-lirici.
   Si osservano strade piene di voci in giornate di caldo estivo; voci che si confondono, si legano e volano:

… Voci di bimbi che non possono
stare fermi e le voci delle madri
dalle finestre dei cortili
- colorati da lunghe tovaglie stese -
chiamano richiamano e ancora.
E’ sogno per i ragazzi l’estate… (Oggi la strada),

solitudini che spiccano, che si elevano sopra le strade, i suoni, i colori, i movimenti; solitudini non solo della poetessa, ma quelle oggettivanti di ogni essere di una umanità che non riesce, nella sua globalizzazione, a leggere gli animi stanchi di correre nel vuoto:
… Volano i piccoli piedi nella strada
che non è più sola e la solitudine
può essere sentita anche da una strada
una qualsiasi strada (Oggi la strada),

e si continua con l’analizzare il ristretto circuito di una stagione che può farsi benissimo universale esistenza: la gente, i giovani, gli adulti, in questo dipanarsi dell’ora dal mattino alla sera:

A sera cambia il tono delle voci.                                 
Adesso voci di adulti che amano
passeggiare magari mano nella mano.
(…)
E c’è chi passeggia da solo, parla dentro di sé
e ricorda il tempo della bellezza.
Se incontra una ragazza che cammina svelta
per un appuntamento d’amore
le sorride ma la donna ha gli occhi viola altrove (A sera cambia il tono).

Tocchi di memoria di antiche primavere, di bellezze sfuggite, di rimpianti, magari, per parole non dette, in sguardi, in sorrisi di occhi viola altrove. Tocchi di cuore in colori accennati e demandati a sveltezze di appuntamenti. Dove ragazzi spersi nell’amore:

… parlano…parlano…”…e se io morissi?
“ Ti verrei a riprendere nel regno nero
della notte infinita…” –“ …ma Orfeo non è
riuscito a riportare alla luce Euridice…”
-“ Lo so ma io non mi girerò per entrare nei
tuoi occhi….ti guarderò dopo, quando
saremo usciti dalla nera porta di piombo
e ci ameremo subito, appena usciti…
allora entrerò nei tuoi occhi
sull’ erba fresca, fra scoiattoli e fiori di bosco
ci saranno cigni su un lago azzurro azzurro….”
( quante parole l’amore può far dire ….) (Sono abbracciati).

Si raggiungono vette di un lirismo erotico-sentimentale di vera poesia nuova, voluta, con cenni a contorni mitologici che ne potenziano la validità, con un linguismo scorrevole, condito di erbe fresche, fiori di bosco, cigni e laghi azzurri in sperdimenti detti senza retorica. Bella pagina di poesia!   

Molte le occasioni poetiche, e tante quelle concrete da cui trarre motivo d’indagine psicologica. Si ricorre persino agli odori sugosi della dirimpettaia, per ritrattare uno stato d’animo degli anni della fanciullezza:
         
La mia dirimpettaia  sta cucinando                              
e odori sugosi arrivano sul mio balcone.
(…)
Strofina un oggetto sul lavandino
accende il gas, butta la pasta mentre ascolta
musica, una canzone della giovinezza
e queste note riportano anche me
al tempo delle troppe raccomandazioni
“…non fare questo…è peccato…non andare….”
Mio Dio, io peccavo…poi la sera
avevo paura che il diavolo mi portasse via
e dormivo con la testa sotto le lenzuola (La mia dirimpettaia).

Una maniera di porsi snella e carezzevole, intima e fugace, quella della Nostra, quando a mezzogiorno il silenzio si impossessa dell’ora che sembra stia ferma-immobile, al suo paese:

C’è silenzio nell’ora del mezzogiorno        
e sembra che l’aria stia ferma- immobile
come un monumento antico coperto d’edera.
Nel mio paese è così( C’è silenzio nell’ora),

o quando al ristorante il solito venditore di fiori offre le rose:

… Un venditore di fiori fra i tavoli  offre rose
ma nessuno le compra. Le ragazze preferiscono
una grande fetta di torta al cioccolato (ibidem).
 
Quanta riflessione e quanta malinconia sottintendono questi versi!
   I fatti, le persone, i sentimenti, le dicotomie, le empatie, la vita comune, gli acquerelli del giorno e della sera si susseguono in questa narrazione scrupolosa e puntuale, oggettiva, ma che tanto ha a che vedere con l’animo della Magnavacca. Quasi un idillio leopardiano, che fa della prima parte il serbatoio delle immagini, per poi servirsene come simboli del suo sentire. Narrazione, quindi, avvolta da emozione e commozione di un’autrice, che, pur partecipe di questa avventura, sembra che la osservi da una torre d’avorio, d’en haut, tanto i dati sono minimizzati, frantumati dall’osservatorio su cui è disposta.
Si fanno sempre più concreti, realistici: un uomo che raccoglie i rifiuti; una tuta arancione brillante; il grigiotriste della strada deserta; i cestelli pieni di colori: verde chiaro, lo scuro, l’arancio, il giallointenso; bucce, ghirigori; impronte di denti; insalata rattrappita; mano violacea, donna centenaria; pastasciutta rossa parrucca; arte, arte, tanta arte.
Univerbazioni e unità sintagmatiche di accoppiamenti fra aggettivi e sostantivi - uniti fra loro da vocali-consonanti-vocali - con invenzioni creative di prim’ordine  (arancionebrillante, casaspaziosa, odorecaldo, rossosangue, gustocolore…), e con sinestesie e figure stilistiche che rafforzano il significante metrico della cifra poetica.   
          E la vita scorre, va avanti, improrogabilmente, lo dicono gli oggetti, le figure, le abitudini; va avanti fra silenzi, solitudini, pensieri, supposizioni, fra signore di balconi accanto:

… La signora del balcone accanto al mio-in silenzio, in
perfetto silenzio- ha lasciato la sua casa un po’ rumorosa
un po’ vecchia e con l’odore di latte bruciato.
Abita ora -così dicono- una grande casaspaziosa
piena di sole e  ombra. Avrà tanto tempo, le piaceva
        scrivere e allora chissà quanti versi cuore-amore!
Insomma dicono stia bene, meglio di prima (La porta del balcone).

E c’è la morte. La morte che fa parte della vita. Di questa vita che amiamo, forse proprio perché ne contiene il sapore a provocare in noi la coscienza della casualità e della brevità del nostro esistere. E il sopraggiungere di quegli accidents ferali che ci fanno disperare, per la loro gravità, per le loro aggressive sottrazioni: forse è col ricorrere alle memorie che si può prolungare il palpito del vivere. Me lo diceva un mio vecchio professore: “L’unico sistema di vincere la morte è quello di ricordare la vita”.

… E’ morta di cancro la giovane madre -42 anni. Dal seno
il male si è trasferito- ha cambiato casa - alle ossa, alle
giunture attraverso vie segrete, impreviste. In piena
notte - come un ladro- ha rubato tutto, ha bevuto tutto
il sangue buono, l’ha sostituito con la “candeggina” che brucia
forte e sbianca in quattro e quattr’otto.
(…)
E il prete parla parla dell’immenso amore di Dio per noi.
Non so chi -in questo momento- possa crederci (In Paradiso ti accompagnino).

Sì, è rifugiandosi nei caldi spazi giovanili o nelle verdi speranze di antiche primavere che si possono riportare a galla giorni e luoghi, per farli rivivere.        

Ho messo i panni nella lavatrice molto presto              
( si devono rispettare certe fasce orarie).
(…)
L’odore del primo freddo di dicembre, il sapore fra le dita
della menta, il gustocolore della crosta del pane appena sfornato
l’odore dolce-amaro di una bocca rossa baciata
sotto un pergolato di glicine acerbo.
Non ne rimane ormai e soltanto il ricordo può sopravvivere (Ho messo i panni).

E anche se l’aria cambia colore in questi versi che ci attraggono per i loro significati di inizi e di ultimazioni, di luci e di ombre, di chiassi e di silenzi, e di colori, colori, colori:

… Anche l’aria questa mattina
ha cambiato colore. Meno dorata
è di un grigio-azzurro profumato di salmastro.
(…)
La vita ci offre continui cambiamenti e spesso
tra capo e collo. Bisogna essere sempre pronti
e previdenti. Mi viene in mente la  “Parabola delle vergini”.
Spesso anch’io non mi sono sentita pronta
verso gli accadimenti imprevisti della vita
e ho incolpato Diopadre di non amarmi abbastanza….
ma- a volte- anche l’amore dei genitori
non è completo e duraturo (Un’acquazzone improvviso),

lo fa fra queste presenze, fra questo susseguirsi abituale e giornaliero di ore e di giorni in cui si esplicita la filosofia dell’autrice. Perché è con quei richiami che dà vita ai suoi pensieri, che concretizza i suoi sentimenti, e che nutre il suo poema rivelatore di un senso brevitatis vitae. Rivelatore di una stagione memore di abbandoni e tristezze, di illusioni e delusioni, di realtà e sogni. Ma di quadri, anche, che dipingono giovani forti che a torso nudo ispirano bellezze in fiore:

… Quando suona mezzogiorno i ragazzi bevono caffè
e menta e mangiano grandi focacce.
A sera le ragazze profumano di vaniglia
e i giovani muratori le baciano fra tigli e gelsomini.
La luna apre la sua bianca conchiglia
e loro se ne stanno lì dentro con i volti accesi (Stanno ristrutturando),

o di quelli che trattano storie commoventi di amori oblativi, di uomini grassi che sudano per il caldo e che vanno a trovare la moglie al mare, lei in vacanza; per loro un attimo, una sera, perché devono tornare, c’è il lavoro. Ma lasciano la sposa felice con una luce dorata negli occhi per una nuova storia estiva. La moglie è felice, e questo basta:

“ Ieri sera -sulla battigia -ho ballato con mia moglie.
Ho visto nei suoi occhi una luce dorata
che non vedevo da anni. …”
(…)
“ Dopo mia moglie ha ballato con un giovane…..
…scivolavano leggeri sulla pista. Io sono andato a letto
ero stanco e dovevo alzarmi presto. Lei è rimasta
a guardare le luna e a contare le stelle…così luminose….
Quando mi ha raggiunto mi ha detto
 “ Ti amo perché sei grasso e sempre stanco…”
“ Può essere e lei è felice?”
“ Sì, sono felice!” e allora  “ Questo basta.” (L’uomo grasso).

          La vita a 360° gradi quella che ci racconta la poetessa. Con tutte le vicende che capitano in questo nostro spazio ristretto di un soggiorno. Sì!, con storie d’amore, d’incontri, di sguardi, con storie comuni da cui è possibile ricavare un succo, un grande pensamento, totale, generale, oggettivo. Un succo piuttosto amarognolo di un realismo lirico avvincente e coinvolgente, perché nostro; romanticamente lirico, anche, nel dipanarsi di una poesia sorretta da tanta naturalezza e spontaneità, che indaga nei meandri più reconditi dell’esistenza e che fa della memoria un gioco di fughe e di ritorni, d’incanti e di magie, in cui i colori brillano più vividi. In cui divengono liricamente sublimi, perché è la memoria stessa a colorarli di lucciole che volavano misteriose e luminose nel buio della notte:
Ho percorso oggi  le antiche strade                                         
del paese della mia infanzia e giovinezza.
(…)
Mi tornano in mente le lucciole che volavano
misteriose e luminose nel buio della notte….
Chi ne acchiappava di più vinceva
e sotto il bicchiere era la loro fine….
al chiarore-amico delle lucciole il sonno arrivava prima
non entravano dalla finestra streghe e fantasmi.
Benedetta acerba dolce età! (Ho percorso oggi).

E si fanno avanti vasi di fiori sul terrazzo che parlottano fra loro; tombe sole fra erbe avvizzite a memorare la morte; sigarette che parlano di noi; e donne che viaggiano sui treni con tanta stanchezza negli occhi. E tutto con nel sottofondo quel motivo di malinconia, giusto, mai eccessivo, vero terriccio fertile per la poesia. Sì, un certo pessimismo sulla vita e sul correre del tempo. Ma alla fine sono gli squilli della natura a incantare la poetessa e a incantarci:
Cambia il colore dei giorni
con le giornate che portano grappoli ardenti
e caldo profumo di menta nascosta
negli umidi fossi. Freme il ligustro
all’ultimo oro di zigzag nel cielo.
Il sambuco nasconde piccoli-avidi volatili
e il suo profumo entra nelle narici.
Chiarepulite le facciate delle case antiche
e il mattino più dolce nei riverberi del risveglio (Cambia il colore dei giorni).
Ed è proprio il pensiero della sacralità della vita col tesoro che contiene a dominare sul tutto:

… Nell’orma fuggevole del tempo la vita
deve essere vissuta tutta, fino in fondo
e sul fondo - a volte - puoi trovare un tesoro
nascosto… (ibidem). 
                                             Nazario Pardini