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giovedì 10 aprile 2014

LUIGI GASPARRONI: "POESIE HAIKU"






Luigi Gasparroni: poesie HAIKU. Stampato in proprio. 2014




nel verde piano
dorato dal tramonto
va il lento gregge



*

la quercia è morta
immensa giace al suolo:
infranti i nidi

*

accendo il fuoco
nel mio vecchio camino:
tornano fiabe



*

la grande luna
illumina le tombe:
rallegra i morti

*

sera d'agosto:
sulle nostre parole
luna calante

*

tremula al sole
una verde collina:
grano di marzo

*

tanti colombi
sul tetto della chiesa:
sembran pregare




*

è sorto il sole:
la chiarità dei suoni
nell'aria tersa

*


Un testo che raccoglie tutte le Poesie HAIKU di Luigi Gasparroni, alcune delle quali noi abbiamo avuto occasione di commentare:




Luigi Gasparroni in questa sua nuova fatica letteraria si accinge a tradurre le sue sensazioni e i suoi stati d’animo in pennellate cromatico-allusive di grande efficacia visiva. Un testo di haiku dove l’autore dimostra di avere tutte le carte in regola per dire poeticamente con vis creativa tutte le vicissitudini dell’umano vivere. E parte dalle cose minime, dall’osservazione dei piccoli fatti, dei piccoli movimenti, delle cose comuni che non passano inosservate sotto lo sguardo attento del poeta. Una grande capacità di elaborare il vissuto in quadri e scenari a tinte ora flebili, ora dolci, ora superbe che azzardano colori oltre l’azzurro del cielo. E l’anima dell’autore ora si eleva sui colli per naufragare con sperdimenti di memoria leopardiana nel turchese del mare; ora si sofferma su autunni tardivi dove grandi cieli rilucono su afrori vendemmiali; ora si confonde, se spiove, con le lucide perle della tela del ragno. La maestria di Gasparroni consiste nel creare simboli ricorrendo a ciò che gli si presenta estemporaneamente: fiori d’ovatta, antiche voci, un’ape che dondola, antiche storie, acque stagnanti: abbrivi mnemonici, slanci spirituali, impennate emotive. Una storia resa con un arrivante ardore allusivo di metafore. C’è qui tutto il mondo del poeta: l’amore per l’esistere, gli abbandoni a cospirazioni paniche, il repêchage di occasioni non dimenticate, e un fresco ritorno carico di nuova e rigenerata energia. E’ sufficiente l’apparire di un colore, lo sfrigolare di un volo, l’aprirsi di un panorama a creare una magica sapidità di- svelatrice di grande spessore lirico; una piena coscienza del tempus fugit, della precarietà del vivere, col ricorso o a nere mani di mallo, o a fuggitive lame di luce, o allo scorrere lento di un torrente fra giunchi mortali. Per concludere, un’opera pregna di polisemica significanza tesa a cogliere il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, il giorno e la notte, il polemos tra gli opposti, insomma, di questo nostro vivere. Ma soprattutto la bellezza, che, vibrando sotto lo splendore di un sole lucente, si cristallizza in poesia con un linguaggio cosparso di significativi impatti visivi e di stupefazioni:

stamane un campo
di grandi fiori gialli
risplende al sole

                                                  Nazario Pardini  


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