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sabato 7 giugno 2014

CARMELO CONSOLI SU "GERUSALEMME CELESTE", DI G. FRISINA



Carmelo Consoli collaboratore di Lèucade

Commento alla poesia di Giusy Frisina
Gerusalemme celeste


 A CURA DI CARMELO CONSOLI 
COLLABORATORE DI LEUCADE


Dio parlò a Giacobbe in sogno, svelandogli il luogo della  Porta del cielo. Si trattava di Sion ossia l'equivalente della Gerusalemme celeste sulla terra. La rivelazione è antichissima e risale ai patriarchi del popolo di Israele. Siamo quindi alla Gerusalemme dei cieli, alla terra promessa che si lega indissolubilmente all'ebraismo.
L'autrice di questa poesia nella sua ricerca di spiritualità si ritrova sulla strada che la conduce, in un continuo alternarsi di avvicinamenti e allontanamenti, all'edenica terra ed è ben cosciente di questo approdo finale. Un punto di arrivo già segnato con gli iniziali versi:Camminiamo verso Te/senza saperlo/ insieme/.
Dunque un incontro con il divino attraverso uno scandaglio interiore onde accedere alle rigenerazioni di soffi di brezze mattutine e sospiri di luce.
La lirica mette in evidenza il limite e la fragilità dell'esistenza umana, quel  perdersi nella babilonia globalee il toccare il profondo buio del baratro per poi accedere al Segno salvifico che giunge in provvidenziale soccorso.
Poesia dei contrasti che ben si armonizzano tra le luci vivide della rivelazione e le ombre dello smarrimento, l'opacità dei colori,  tra la dilatazione dei confini, in cui si manifesta  l'anonima quotidianità, la necessità e la giustificazione del vivere e l'individuazione di una mèta celeste in cui giungere alla redenzione ed infine tra igiardini interiori" dell'esistenza, come li chiama l'autrice e quelli di un Eden che verrà.
Ma, quella di Giusy Frisina,  è anche lirica ben registrata nelle tonalità ritmiche che armoniosamente ed orizzontalmente si innalzano e si abbassano dai cieli alla terra e viceversa.
E' ben evidente nel progetto spirituale dell'autrice la gratuità dell'intervento salvifico con la chiusa finale  :Sei tu infine/ Gerusalemme/ che ci vieni incontro/ e ci raggiungi sempre/ in un sospiro di luce/e questa è la luminosità più evidente dell'annuncio, l'evento straordinario, la forza della rivelazione che sostiene.


                                                   Carmelo Consoli



Gerusalemme celeste

Camminiamo verso Te
Senza saperlo
Insieme 
Anche  quando
L e nostre strade sembrano divergere











E  da un confine all’altro della Terra
Ci confondiamo nella Babilonia globale
Che copre con la nebbia le distanze
Senza annullarle











Ma il regno dei fini  ci assolve
Quando un raggio verde colora
Le nostre giornate anonime
Di una  macchia  inconsueta
O  quando tutto sembra perduto
E il buio tocca il profondo
Il tuo segno ci giunge
Come un soffio di brezza mattutina
Sulle nostre  ali  stanche
Sui   nostri confini di brina
Sui ciottoli bianchi
Dei nostri giardini interiori.
Sei tu infine
Gerusalemme
Che  ci vieni incontro









E ci raggiungi sempre
 In un sospiro di luce



Heavenly  Jerusalem

We are walking  toward  You
Unconsciously
Together
Even  when
Our roads splitting up
And from a border to another of the world
We blend into the global Babylon
That covers  whit the flog the distances
Without cancelling them
And yet the realm of aim
Absolve us
Whenever a green ray
Colors  our ordinary  days
With an unusual blot
Or when everything seems lost
And  the darkness touches  the depth
 Your  sign coming to  us
As a whiff  of an  early rising
On our tired wings
On our border of frost
On the white cobbles
Of our interior gardens
You are  the one who  at shortly
Come to us
 Always  reaching  us
On a sigh  of bright

Giusy Frisina


(da “ Il canto del desiderio” (Edarc 2013)









1 commento:

  1. Grazie alla grande sensibilità poetica di Carmelo Consoli e alla sua capacità di cogliere l'ombra-luce di queste mie inquiete e semplici parole. Di questa speranza inconsapevole che a tratti ci avvolge, nei momenti più impensati. Grazie per ricordarci di ricordare.

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