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sabato 14 giugno 2014

GLORIA DI SALVO "PERCORSO POETICO", DI N. PARDINI


Gloria Di Salvo



Gloria Di Salvo


Poesia chiara, densa, intensa, apodittica  quella di Gloria Di Salvo,  i cui versi, con accattivanti e libere modulazioni, con accorgimenti tecnico-fonici, riescono a concretizzare gli input esistenziali che prendono il via da silenzi educati da meditazioni, da fughe e ritorni, da un redde rationem di riflessioni ultimative sul fatto di esistere; trapela dal canto che la vita è il risultato di una simbiotica fusione fra contrapposizioni terrene ed ultra di memoria pascaliana: cielo terra; vita morte; eroi antieroi; umano e divino; assoluto e relativo; Eros e Thanatos dove la memorialità e la stupefazione hanno un grande ruolo nella resa del poièin.
Una versificazione dove l’ieri, l’oggi e il domani si embricano vicendevolmente dando corpo al dettato lirico. D’altronde sa, anche, la Nostra che il messaggio eracliteo dell’essere e dell’esistere è il tormento degli umani: un tormento che deriva, appunto, dalla coscienza della brevità della nostra vicenda,  della caducità del nostro esserc/ci, e della precarietà del nostro agire :
Da quando è iniziata la storia dell'uomo, poter guardare oltre la vita ha rappresentato l'impulso stesso alla vita: la religione, prima; la filosofìa, poi; l'arte, sempre; la tecne, oggi forse più di sempre. Guardare oltre la vita è l'appendice estrema della vita stessa. Vita e morte, eros e thanatos congiunti insieme, inseparabile ossimoro di un unico SI al mondo, alla storia, al nostro esserCi. Oggi, più liberi di sempre nell'affermare il nostro sì. Più deboli che mai nella consapevolezza della precarietà dell'esistenza, in cui la morte si accompagna sempre più spesso alla vita, in forme sempre più artificiose e artificiali. E dunque quale libertà è il GUARDARE OLTRE la vita.
Chi sei
piccolo uomo
presuntuoso nel credere di sapere
arrogante nel sentirti vivo.
Chi sei
tu che oggi puoi parlare parole
puoi sentire suoni
puoi andare
e poi ritornare sui tuoi passi.
Tu che
non senti II silenzio solido
non guardi il buio cieco
non sei prigioniero di te stesso,
libero,
ma prigioniero della libertà quando si fa
menzognera meretrice di false libertà.
Qual è il confine
che vuoi valicare,
se non conosci il sentiero
se non sai
guardare oltre te stesso.

Da qui il valore etico-didattico del “poema” della poetessa, un valore che scaturisce e dal suo essere filosofo e dalla forza morale che motiva la missione del suo insegnamento:

E così, diseredati,
abbiamo la presunzione di sentirci
eroi-vittime
del nostro tempo.
E, prigionieri di noi stessi, ce ne andiamo
raminghi,
in giro per il mondo
in cerca di libertà,
spinti da tal bisogno che soffoca ormai
ogni razionale equilibrio… (Barricate di libertà).

E lo si capisce da questa poesia e da uno scritto dedicati ad una sua classe in occasione dell’esame di stato:

Dal momento che l’esame di stato di quest’anno non è solo la fine per voi della vostra adolescenza, ma anche la fine della mia vita professionale che  si è quasi sovrapposta alla mia esistenza per più di 30 anni, visto che penso di trovarmi in una situazione emotiva molto vicina alla vostra: un salto in alto acrobatico? O un tuffo nell’oceano? O il coraggio di incamminarci sulla corda tesa di Nietzsche?
Mi fa piacere dedicarvi questo mio ultimo contributo alla vostra crescita, nella speranza che il tempo trascorso assieme possa esservi ora o domani di aiuto.
Siete i miei ultimi alunni di V classe e quindi avete la responsabilità, non da poco, di far parte in modo particolarmente significativo dei miei ricordi e del mio vissuto.
Quindi un bocca al lupo di cuore non solo per i prossimi giorni, che ci vedranno ancora insieme a lavorare per la stessa causa: il vostro passaporto per l’inizio della vita adulta, ma un bocca al lupo anche per tutto ciò che desiderate costruire con le vostre forze e con l’appoggio di tutte le persone che vi amano e vi stimano, a cominciare dai vostri genitori.
Un grazie per tutta la fatica che siete riusciti e ancora riuscite a farmi fare quando siamo in classe, grazie perché anche questo è vita 
E allora un abbraccio sincero a tutti voi ……e gambe in spalla, avanti: il mondo è vostro! (Mestre, 4 giugno 2009).

Anche se nelle vene da mortale dell’autrice c’è quell’azzardo non appagato, quello slancio oltre la siepe, che porta ad allungare la vista oltre la nostra vicenda, oltre le ristrettezze del nostro breve soggiorno, pur tuttavia l’idea del tepus fugit si fa oggetto di riflessione in una poesia nitida, gentile e tutta volta ad una confessione diretta e spontanea; confessione in cui il panismo non è solo una rappresentazione elegiaco-bucolica, ma una concreta configurazione di stati d’animo rimasti a decantare e tornati a vivere con immagini di perspicua visualità; e dove la privazione, l’assenza, e la sottrazione di un bene insostituibile danno vita ad una lirica di grande impatto emotivo:

A te

Ti guardo,
mentre l’anima scivola via dal tuo corpo.
Ascolto il tuo respiro allungarsi
faticoso
quasi una lotta per afferrare
un ultimo soffio di vita.

Ti accarezzo le mani
abbandonate 
le tue dita
remissive al mio contatto
bagno la tua fronte
gesti privi di senso
naturali come la morte.
Ti affievolisci,
te ne vai
Ma io non sono pronta
a lasciarti andare,
eppure sta accadendo
Sei così aggrappata alla mia carne
ai miei pensieri
alla mia esistenza:
non sono certa
che questo sia il nostro addio.

Ed eccolo,  l’ultimo respiro
un po’ più lungo e faticoso,
e poi il silenzio.
Un ultimo rigurgito di vita,
e poi il nulla.

Solo le mie lacrime
la mia voce che ti chiama
come da bambina
Ma tu non ci sei più
  Ti accarezzo
Non vorrei lasciarti
Com’eri viva, prima di andartene.



Ritorni, partenze, solitudini, presenze di erotico senso e turbamento, mari le cui voci sono frastuoni di echi lontani: insomma una plurivocità di intenti e di emozioni che fanno di queste poesie un percorso vicissitudinale di cospicua potenzialità creativa, abile, anche, nel dribblare il sentimentalismo con una certa sicurezza del ductus poetico.




PROFUGHI

E' tutto orizzonte
attorno a noi,
profughi senza rimpianti
in un mare cobalto
ferito da una scia
color del ghiaccio.
Si ode solo un canto di sirene
o è  la voce del vento
che sussurra:
è un ritorno o una partenza
un principio
o un addio?
Si è sempre soli
quando la vita
ci trasporta altrove.

(agosto 2000)




TURBAMENTO


Se l'immagine della tua presenza
mi sfiorasse l'anima
da quale turbamento
sarei travolta,
quale lampo
paralizzerebbe il mio essere?
Di fronte al desiderio,
anche l'anima
ha paura.



OCEANO


Perché ho paura
che il mio sguardo si inabissi
nella profondità di questo mare
più cupo
più aggressivo
dell'onda monotona della spiaggia?
Un mare
la cui voce è un frastuono di echi lontani
che temo
cosa audace
ascoltare.
Eppure il mio sguardo
è eccitato
come quando l'orizzonte
non nasconde misteri
e cielo e terra abbracciano i miei sensi
e io
sono quel mare.


(agosto 2004)



  
GLORIA DI SALVO (1951-2011)

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Gloria Di Salvo è nata e vissuta a Venezia.
Si è laureata nel 1974 in Filosofia presso l’Università degli studi di Venezia, dove ha lavorato per alcuni anni come esercitatrice presso la stessa facoltà, pubblicando uno scritto su Immanuel Kant (Cristianesimo e fede razionale in Kant, Ed. Unicopli). Contemporaneamente ha intrapreso la carriera di insegnante nella scuola secondaria superiore, come docente di Filosofia e Storia, attività continuata sino alla malattia che l’ha colpita nel 2009.
Appassionata del “crear musica” ha partecipato a lungo alle attività del coro universitario di musica polifonica, con attività concertistica a Venezia, nell’Hinterland veneziano e presso diverse università italiane, anche in collaborazione con altri cori universitari. Negli ultimi anni aveva trovato nella scrittura l’espressione di una dimensione interiore, sospesa tra sogno e realtà, colta anche in chiave psicanalitica. In quest’ottica una sua raccolta di poesie dal titolo “Ali di farfalla” è stata pubblicata nel 2004 presso l’Editrice letteraria Internazionale LIBROITALIANO di Ragusa nella collana Poeti italiani Contemporanei. Anche il presente, inteso come realtà storico-politica, aveva trovato spazio nella sua più recente produzione. Ha partecipato per anni a concorsi letterari e di poesia, ottenendo alcune segnalazioni e alcuni dei  suoi testi sono stati pubblicati nelle antologie dei concorsi.


1 commento:

  1. Ho la fortuna di aver sentito parlare molto di Gloria DI Salvo dall'amico Rodolfo Vettor e dalla moglie Adriana. Non avevo avuto, invece, la fortuna di leggerla e trovare nel blog prestigiosissimo del mio caro Professor Nazario, un consuntivo della sua Opera, mi ha resa felice. Filosofa nell'essenza, eraclitea, per dirla con il Professore, nel senso puro e lieve del termine, nel senso umano di chi ha la consapevolezza che 'il sole sorge nuove ogni giorno' e che non è concesso all'uomo di 'bagnarsi due volte nello stesso fiume'. Gloria, con la sua consapevolezza della caducità del tempo, palpitava anche di presagi... la lettera agli alunni mi sembra un esempio esaustivo... Di certo mi sono trovata di fronte a una Poetessa di altissimo spessore e a una Donna che dava allo scrivere l'impronta nitida della fatica dolce del vivere. Sto adottando degli ossimori, in quanto gli scritti dell'Autrice sembrano stridere con le sue immagini. Il tempo che fugge non è negli occhi radiosi, nell'incantesimo del suo sorriso. Ho la certezza che è rimasta accanto ai suoi Amori e che, tramite simili lasciti, sarà compagna dei nostri viaggi, Esempio e Monito per coloro che sviliscono i giorni senza averne motivo.
    Ringrazio di cuore Rodolfo per tanto Dono e il Professor Nazario per averlo reso meraviglioso affresco di una vita!
    Maria Rizzi

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