Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade |
Il tempo del declino
inevitabilmente porta a riflessioni ponderose sulla nuova evangelizzazione del
mondo
Il Nuovo
cristianesimo va ormai a rifondersi nella Globalizzazione e nel caos
di Ninnj Di Stefano Busà
L’esperienza spirituale, che in altri momenti storici si è
mostrata in tutta la sua ampiezza culturale, oggi si mostra isterilita e
stanca, asfittica e insicura sui sentieri inagibili di una globalizzazione che
muove forme sempre più complesse e articolate verso l’effimero e il vuoto di
pensiero. Siamo giunti – al canto del cigno- Giunti ormai poco distanti da un
declino che la dice lunga sul percorso della specie umana e sui suoi equilibri
che si fanno sempre più aggressivi, perentori, inaffidabili. La premessa di una
revisione, seppure parziale dello Spirito, si manifesta in ogni tempo come
capacità di liberare la propria riflessione e di conseguenza si muove alla
ricerca umana di un sentiero poco agibile quale può essere la nuova
evangelizzazione nel Concetto di Dio. L’esperienza che ci offre la spiritualità
quando viene sollecitata dal nostro fervore d’indagine è sempre una liberazione
dalle scorie e dai veleni della seduzione vanitosa, che compromette l’anima e
ne fa episodio a sé, senza retropensiero, senza spirito di osservazione, senza
verità e bellezza. Non dovremmo mai seppellire la ns. risorsa spirituale, sotto
cataste di detriti che ci piovono dal mondo, per non trovarci soli e demotivati
dinanzi ad una morte che ci rapisce: il Fuoco deve ardere sempre, senza
divenire fiammella fatua, né ancor peggio, cenere fumante e poi gelida. Non
demoliamo i basamenti della fede e della morale, se non vogliamo che essi ci
piovano addosso con sufficiente forza da schiantarci, non riduciamo l’apertura
alare che ci trasferisce in territori meno abbietti, sorvolando tempeste e
diluvi, per ritrovarci in territori aridi e compromessi: interpretiamo l’ardore
che ci origina dalla fede, come il più altro valore cristiano. Forse la crisi
di secolizzazione che stiamo attraversando in questo periodo storico è la crisi
della ns. coscienza, il calvario delle ns. colpe, del ns. peccato originale che
ci orienta ad essere ottusi e intransigenti con la voce dell’OLTRE. Nel
sentirci defraudati e incompresi per illeicità dovute alla carenza umana di
“umanità” ci allontaniamo da quella fiamma che invece di rinvigorire, da grandi
detrattori di noi stessi, giorno per giorno spegniamo. È necessario
riallacciarsi alla potenza CONOSCITIVA del Vangelo, alle regole che furono dei
padri fondatori: Benedetto XVI ce ne da continuamente segnali, attraverso la
luce potente della sua parola: vi è troppa confusione, troppo spreco di energie
che potremmo dirigere a noi stessi, per essere migliori, interrogarci più
spesso e allontanarci dal pressapochismo e dal nichilismo di un secolo che non
dà nulla in termini di Bellezza spirituale. La cultura dominante è devastata da
una forza che abbrutisce e ingenera sempre più nelle coscienze il riduttivismo
e il frammentarismo. Il mondo sta soffrendo la mancanza dal suo Dio, il mondo
si è fatto misero e cieco, ha discreditato le sue migliori risorse per
compiacersi delle fandonie e delle imposture di una secolarizzazione nefasta,
fortemente impregnata di falso moralismo e di falsi idolatrie. Il mondo
laicista sembra consegnarsi ormai quasi unanimemente, e senza più alcuna
resistenza morale, ai dettami della tecnocrazia e del mercato, ad una politica
becera e distruttiva, ad un materialismo disperato cioè, privo perfino di
quelle speranze illusorie in un’emancipazione finale a tutto vantaggio
dell’uomo, che annaspa, non riesce a prendere fiato, e sembra non avere scampo
di sopravvivere ad uno sbiadito e torbido e quasi sempre insanguinato futuro.
Ninnj Di Stefano Busà
Solo una fede profonda e convintamente praticante ( magari con esperienze personali in merito ) può scrivere questo accorato articolo sull'esistenzialità dell'uomo contemporaneo. Il mondo sta soffrendo la mancanza del suo Dio ( perchè lo stesso uomo lo ha messo da parte) è una verità inconfutabile, che si tocca con mano e che lo stesso uomo preso com'è dall'arrivismo economico, dall'edonismo sfrenato forse non ne avverte il vuoto. Un mondo senza Dio è un mondo impazzito; e il mondo del 3° Millennio a me sembra che abbia tutti i requisiti per definirsi tale. Grazie Prof.ssa Busà per questa lezione di vita. Pasqualino Cinnirella
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