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giovedì 10 luglio 2014

DI PROSSIMA USCITA "I POETI E LA CRISI", ANTOLOGIA POETICO-LETTERARIA



E’ di prossima uscita l’antologia dal titolo 
I POETI E LA CRISI
(La pubblicazione dell’antologia è prevista per il prossimo autunno, con la partecipazione di oltre 150 poeti. Il libro, di pagine 300 circa, sarà edito dalla Libri Thule (Fondazione Thule Cultura) di Palermo)


L’iniziativa vuole porsi anche come una sorta di  manifesto-documento-denuncia sulla crisi, in cui ogni poeta, animato da spirito pacifico e democratico, possa, con il proprio contributo, dare un  segnale di denuncia, ma anche un messaggio di speranza e di possibili soluzioni per il  cambiamento.



PREFAZIONE

   La poesia in quanto arte può contribuire a fare qualcosa contro la crisi economica?  I poeti, come comuni mortali ma anche come uomini dotati di estro e di particolare sensibilità, possono fare qualcosa contro la crisi?
   Questi sono le domande che mi pongo da alcuni anni e che solo da alcuni mesi mi hanno spinto a proporre una nuova antologia d’impegno civile.
   Credo che mai come adesso sia il momento di dare la parola all’anima dei poeti perché esprimano, al riguardo, la propria visione.
   Da tempo è in corso, in lentissimo e quasi invisibile stillicidio, un processo inteso a svuotarci di quegli elementi di certezza ai quali fino, fino ad ora, avevamo fatto sicuro riferimento, a principiare dal posto di lavoro a da quella, anche piccola, sicurezza economia che ne deriva e che ogni singola persona o le famiglie avevano avuto modo di procurarsi. Lo stillicidio è stato così perfettamente studiato e con raffinato acume che risulta quasi difficile credere che tutto sia stato teorizzato più di 30 anni fa da  menti diaboliche, con dottrine truccate di virtù, trovando terreno fertile in Europa e in certe politiche comunitarie. Alcuni studiosi (filosofi, economisti e ricercatori vari) dispongono di  dati e di nomi di fautori di questo piano, ma anche di nomi di politici che hanno segretamente appoggiato questa colossale truffa.
   Mentre solo ora, a distanza di quasi venti anni dall’avvento dell’Euro,  è agli occhi di tutti che si siano scesi parecchi gradini all’indietro, che non se ne sia avvantaggiata la dignità dell’uomo,  che sia stato favorito l’impoverimento economico sia individuale che familiare. Fino a pochi anni fa appariva difficile accorgersi del percorso a passo di gambero che era iniziato e che ancora continua, verso lo svuotamento e l’impoverimento. Oggi è tutto leggibile da chiunque: è  vita quotidiana. Nessuno deve spiegarci che le grandi schiere di lavoratori e di pensionati, le masse  popolari, le braccia che spingono la ruota della grande macchina economica, i settori primari e secondari delle attività produttive, si trovano in ginocchio e non certo per pregare. Solo oggi ci si accorge che  un lavoratore con il suo normalissimo stipendio (di bidello, di guardia giurata, di poliziotto, di operaio edile o di fabbrica etc.),  che  fino a metà degli anni '90 riusciva a mantenere dignitosamente la propria famiglia (con affitto o mutuo da pagare e tutto quello che potesse occorrere per il fabbisogno di una casa), oggi non riesce ad arrivare a fine mese, vivendo con la febbricitante angoscia di non farcela.
   Può immaginarsi quale possa essere la situazione di quelle famiglie in cui non esiste un reddito sicuro, come uno stipendio. Si pensi ai cassintegrati, in mobilità, che stanno “come foglie in autunno sull’albero”,  pronti a perdere lavoro, buonuscite, liquidazioni. Quante sono in Italia le famiglie che vivono al limite della povertà? Mi riferisco a quelle persone e famiglie che non sono state mai povere, perché hanno potuto avvalersi di un lavoro col quale dignitosamente gestire il proprio bilancio familiare; queste, fino a meno di quindici anni fa, non avevano alcun problema poiché su quel lavoro era puntata la loro esistenza, mentre ora fanno parte del lungo elenco degli impoveriti. Quante sono in Italia le persone che vivono nello squallore più terribile percependo  modesti sussidi di povertà?
   Forse non è compito del poeta occuparsi di crisi, essendo piuttosto il politico  deputato ad essere garante, portavoce e intermediario dei bisogni del popolo. Ma se il politico sonnecchia o segretamente porta al suo mulino chiare  fresche dolci acque, gli intellettuali che fanno? Forse le problematiche della crisi vanno combattute con le grida della contestazione, con petizioni  o con i ragionamenti filosofici o con i colori, con la musica, con il cinema, con i quali si riesce meglio a coinvolgere e istruire meglio le masse. Se nessuno fa qualcosa di concreto contro la crisi è meglio per il poeta tacere o intervenire? E allora è meglio “esprimersi e morire, vivere o rimanere inespressi” (prendo in prestito una famosa frase di Pier Paolo Pasolini). Di sicuro non  sarà la poesia a debellare la corruzione, il ladrocinio cannibale dei nostri politici ed amministratori o a fermare le grandi potenze internazionali che hanno stravolto e corrotto gli equilibri dell’economia mondiale e della nostra Nazione,  ma è certo che la voce del poeta,  attraverso il suo intervento anche di  pochi versi,  non sarà del tutto inutile.
   Concepisco quest'antologia d'impegno civile come un implicito manifesto di protesta, ma anche e soprattutto come un messaggio di speranza per il cambiamento Una lotta  fatta con una pacifica e democratica ribellione, un documento di denuncia, una coraggiosa testimonianza di civiltà, di  democrazia e di cultura, in cui vengono rivendicati i diritti  a una vita vivibile  a misura umana, secondo categoria d’appartenenza e delle leggi della democrazia e del buon vivere.

Un’operazione culturale per poeti desti e coraggiosi, che possa intervenire significativamente, con l’incisività dell’espressione artistica, per suggerire possibili soluzioni ai così gravi  problemi del presente.

                                              Giovanni Dino




  SCRITTORI PRESENTI





Ennio
Abate
Nino
Agnello
Marzia
Alunni
Domenico
Alvino
Filippo
Amadei
Sandro
Angelucci
Cristina
Annino
Lucianna
Argentino
Vincenzo
Arnone (sacerdote)
Alessandro
Assiri
Antonella
Barina
Maurizio
Barracano
Nico
Bertoncello
Mariella
Bettarini
Rino
Bizzarro
Silvana
Blandino
Anna Maria
Bonfiglio
Marisa
Brecciaroli
Lia
Bronzi
Ferruccio
Brugnaro
Dome
Bulfaro
Franco
Campegiani
Domenico
Cara
Licia
Cardillo Di Prima
Mariella
Caruso
Franco
Casadei
Maria Gisella
Catuogno
Augusto
Cavadi
Viviane
Ciampi
Grazia
Cianetti
Domenico
Cipriano
Anna Maria
Curci
 Marco Ignazio
de Santis
Antonio
Demarchi Gherini
 Adele
Desideri
Rosaria
Di Donato
Felice
Di Giacomo
Enzo
Di Natali
Carmelo
Di Stefano
Ninnj
Di Stefano Busà
Emilio
Diedo
Giovanni
Dino
Angela
Donna
Gianfranco
Draghi
Fernanda
Ferraresso
Gio
Ferri
Giovanni
Fighera
Maria Stella
Filippini
Antonio
Fiori
Zaccaria
Gallo
Daniele
Giancane
Rosa Elisa
Giangoia
Eugenio
Giannone
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Giunta
Enza
Giurdanella
Eugenio
Grandinetti
Diego
Guadagnino
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Giani
Ianuali
Gianfranco 
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Gianmario
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Enrico Mario
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Giovanni
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Vito 
Mauro
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Vito
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Mori
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Antonio
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Antonio
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Spartà (sacerdote)
Marzia
Spinelli
Lorenzo
Spurio
Gian Piero
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Luca
Tumminello
Adam
Vaccaro
Anna
Ventura
Emanuele
Verdura
Ciro
Vitiello
Adalgisa
Zanotto
Guido
Zavanone
Lucio
Zinna



1 commento:

  1. Progetto molto stimolante, questo di Giovanni Dino. C'è una considerazione preliminare da fare, a parer mio: del sistema siamo tutti responsabili, anche se non tutti in eguale misura. Il potere ha le sue immense responsabilità, ma i anche i cittadini hanno le loro. Ogni categoria ha il diritto e il dovere di intervenire, con i mezzi che le congeniali. I poeti non hanno il potere di intervenire direttamente sulla realtà, ma agiscono di riflesso sulla realtà, modificando in qualche misura gli stati dell'animo umano. Intendo dire che la poesia può essere "civile" solo essendo se stessa: combattendo ossia con le armi del mito.
    Franco Campegiani

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