Natura
La terra e a lei concorde il
mare
e sopra ovunque un mare più
giocondo
per la veloce fiamma dei
passeri
e la via
della riposante luna e del
sonno
dei dolci corpi socchiusi
alla vita
e alla morte su un campo;
e per quelle voci che
scendono
sfuggendo a misteriose porte
e balzano
sopra noi come uccelli folli
di tornare
sopra le isole originali
cantando:
qui si prepara
un giaciglio di porpora e un
canto che culla
per chi non ha potuto
dormire
sì dura era la pietra,
sì acuminato l'amore.
Mario Luzi
A quasi dieci anni dalla scomparsa di Mario Luzi, poter leggere NATURA sullo scoglio di Lèucade, è un grande dono. Un dono che spinge a riprendere qualche libro del grande poeta. Come un dono -e una memoria- è sentire che "dura era la pietra", e dura è la pietra-; "acuminato l'amore", -ed è acuminato l'amore-. C'è tutta la vita - e tutto il sogno- nella "vita e nella morte sul campo" e nelle voci che ci investono improvvise come folgorazioni, come i rapidi voli di uccelli di cui indoviniamo il desiderio e l'isola, che segnano canti dopo bufere ed ansie. Aver cantato così profondamente e completamente la Natura (dal mare alla terra e al cielo, dagli uomini agli uccelli), in un'unica e breve lirica, composta di un solo periodo, che si legge in un solo respiro -unico getto d'aria e di luce-, è proprio di un grande, come grande è Mario Luzi. Ringrazio Nazario Pardini per questo dono di luce e di canto.
RispondiEliminaUmberto Cerio