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giovedì 25 settembre 2014

MARIA RIZZI SU: "IL PRIMO LIBRO DEI RE" DI LUCA GIORDANO




Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade


Luca, con la tua straordinaria sensibilità hai dato connotati di 'preghiera', nell'accezione più pura, alla lirica di Claudio. E sei ricorso al passo biblico più idoneo. Il silenzio è custode dell'interiorità.
Certo, si tratta di un silenzio definito sì negativamente come sobrietà e disciplina nel parlare e perfino come astensione da parole,ma che da questo primo momento passa ad una dimensione interiore: cioè al far tacere i pensieri, le immagini, le ribellioni, i giudizi, le mormorazioni che nascono nel cuore.
Infatti è “...dal di dentro, cioè dal cuore umano, che escono i pensieri malvagi..” (Marco 7,21).
E' il difficile silenzio interiore quello che si gioca nel cuore, luogo della lotta spirituale, ma proprio questo silenzio profondo genera la carità, l'attenzione all'altro, l'accoglienza dell'altro.
Sì, il silenzio scava nel nostro profondo uno spazio per farvi abitare l'Altro, per farvi rimanere la Sua Parola, per radicare in noi l'amore per il Signore; al tempo stesso, e in connessione con ciò, esso ci dispone all'ascolto intelligente, alla parola misurata, E così, il doppio comando dell'amore di Dio e del prossimo, è ottemperato da chi sa custodire il silenzio.
A quel punto si può ripetere, senza timore di cadere nella retorica, l'affermazione di E. Rostand: “Il silenzio è il canto più perfetto, la preghiera più alta”.
In quanto conduce all'ascolto di Dio e all'amore del fratello, alla carità autentica, cioè alla vita in Cristo, allora il silenzio è preghiera autenticamente cristiana e gradita a Dio. Vi sono grata per la profondità delle vostre riflessioni, che inducono a scavare nei meandri dell'anima.... 

Maria Rizzi 




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