nel ricordo di Paolo Bassani
Oreste Burroni |
“L’amicizia non ha una sola stagione per fiorire, ma vive oltre le
stagioni e il tempo”.
Riscopro ora questa verità ricordando un poeta che ha onorato la
Lunigiana e la terra spezzina: Oreste Burroni. Io ho avuto la fortuna di
conoscere profondamente Oreste e di godere della sua amicizia.
La sua passione per
la poesia e per la terra di Lunigiana ha contrassegnato il suo percorso
artistico che trovava nei valori dello spirito il suo fondamento. Tra questi,
la generosa disponibilità all’impegno nel diffondere la cultura, attraverso la
pubblicazione delle sue opere (tra cui il “Cantico
della Lunigiana”), ma anche attraverso altre numerose iniziative. Basta
ricordare il progetto “Io mi formo”
dell’Assessorato della Pubblica Istruzione del Comune della Spezia, gli incontri
letterari come quello tenuto a Casa Massà,
i Premi letterari nazionali di cui è stato autorevole collaboratore (tra
cui il Premio letterario Internazionale
“Frate Ilaro del Corvo”). Nondimeno, i suoi “Incontri d’arte”, trasmessi per anni dall’emittente televisiva “Tele Apuania” di Pontremoli, furono
molto seguiti ed apprezzati.
Oreste Burroni ci ha insegnato con la
sua testimonianza di artista e di vita che umanità e paesaggio fanno parte di
una identica storia. Mi ha fatto riscoprire i colori e i profumi della
Lunigiana. Per questo, a Lui, voglio dedicare alcuni miei versi:
LUNIGIANA
(in ricordo di Oreste Burroni)
Lunigiana:
viottoli sbiaditi
siepi di bosso
d'alloro e biancospino
macchie lucenti di ginestre.
Lunigiana:
campi
prati
boschi
voli di farfalle
casolari solitari
e sperdute pievi.
Lunigiana:
mormorio d'acque
canto di grilli
e di cicale
sussurro di pini sui crinali...
lontano suono di campane.
Lunigiana:
antica terra
di paesi murati
e di castelli
di stele arcane
e di memorie.
Paolo Bassani
Alle mie brevi note
vorrei aggiungere quello che scrisse l’autorevole critico d’arte Valerio P.
Cremolini:
LA VOCE MIRACOLOSA DELLA POESIA
La poesia suscita
lo straordinario prodigio di catturare
l'attenzione del lettore, appagato dalla parola miracolosa del poeta che
lo chiama silenziosamente a colloquiare con lui. Parole precise ed accoglienti
nella loro asciutta sintesi rappresentano il vissuto, violato di frequente
dalle provocazioni della contemporaneità. La poesia cerca e invoca il silenzio,
devastato dagli innumerevoli rumori del mondo, esplora la memoria purificandola
dalle nebbie del tempo, sancisce certezze ed insicurezze del nostro essere.
La scrittura di
Oreste Burroni si fonda sulla chiarezza comunicativa avvalendosi di un disciplinato
impianto formale che accoglie la sua complessa spinta meditativa per tessere un
perimetro esistenziale denso di avocazioni venate di dolcezza, di serenità ed
attraversato da malinconici sentimenti. Ecco che la poesia da testimonianza
personale assurge a prezioso tramite per contagiare il lettore a rivolgere non
sfuggevoli sguardi nel proprio essere e vivere con l'incanto della parola un
tempo nuovo, pervaso dai sapori più autentici della vita.
Il linguaggio di
Burroni è sincero, profondamente umano, allusivo di immagini dipinte con parole,
mai forzate nell'esprimere lampi di speranza o di sofferta disperazione,
suggeritrici, al contrario, di un pacato dialogo mirato a far conoscere la
consapevolezza di andare oltre un vivere indifferente e superficiale. Tale
obiettivo, ad esempio, permea Il trittico, importante composizione nella quale
il poeta scruta con limpida sensibilità il tempo dell'antichità, l'epoca di
Cristo e gli anni della modernità, concludendo con la sconvolgente affermazione:
"Mai verrà meno il desiderio di una aurora dove ali si leveranno a
sollevarci dal male"..... (Omissis) .....
Nel suo esercizio
letterario Oreste Burroni insegue un profondo desiderio di verità e tramite la
poesia, citando Clemente Rebora, "scopre e stabilisce richiami tra il
Cielo e la terra e in noi e tra di noi". D'altronde, la finzione non è compatibile
con la tensione che genera il pensiero poetico, che riesce spontaneamente a far sorgere domande, ad accompagnare la
nostra più timida riflessione e non di rado a sollevare interrogativi sulla
direzione della propria vita, bisognosa di un'altra progettazione. Allora ha ragione il poeta Franco Loi ad
affermare che "ogni uomo scopre in una poesia ciò che lo riguarda. Oltre
l'intenzione, il poeta finisce comunque col dire altro, col parlare dell'ignoto
in lui e fuori di lui".
Valerio P. Cremolini
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