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venerdì 19 settembre 2014

ROBERTO MESTRONE SU "LORENA TURRI"


Roberto Mestrone collaboratore di Lèucadse
Su Lorena Turri
Non ho fatto l'amore - Parlami


E' una piacevole sorpresa per me incontrare, su questa vetrina, la lirica vincente il IX Premio Letterario Voci - Città di Abano Terme.
C'è chi spesso accusa le giurie letterarie di favorire partecipanti illustri assegnando loro fronde di alloro e commenti lusinghieri a discapito di autori non meno talentuosi ma privi di medaglie sul petto.
Lorena Turri, tra gli addetti ai lavori sul palco dei poeti in gara, è alle prime armi.
Ma non fatevi trarre in inganno dal foglio bianco di “Non ho fatto l'amore”: Lorena ha impreziosito centinaia di fogli bianchi - sparsi anche nell'universo poetico del web - riempiendoli di versi pregni di vibrante lirismo.
Quando il cuore si trova alle corde sul ring della vita, può operare solo due scelte: soccombere in silenzio - costringendo l'anima ad uno sterile esilio - o gridare al mondo l'angoscia che lo devasta: il riscatto dell'amor proprio non lo si persegue restando accovacciati sulle miserie che ci assillano, ma lo si conquista giorno dopo giorno confidando turbamenti e delusioni all'Amico di sempre: l'Umanità cosciente.
E qui ritroviamo i sentieri tortuosi e le emozioni sfibranti della migliore Alda Merini, carichi di angoscia lucida e coinvolgente; scopriamo che il dedalo dei sensi e gli orgasmi nell'inchiostro sono sensazioni femmine, accusatorie e poco propense a riconoscere, nella morsa del dolore, il falso abbraccio dell'espiazione.
Soltanto la nostalgia dei giorni sereni riesce ad addolcire i silenzi assordanti della solitudine, colmando il vuoto degli affetti assenti. La luce della serenità interiore riesce ad illuminare, suscitando la speranza, una tavolozza di colori, un sigaro toscano, i pesci nella vasca...
E il cuore in mezzo a un mondo tondo e scaltro... tra un binario morto e l'altro, abbandona per un attimo le stanze della clausura.


Roberto Mestrone



NON HO FATTO L’AMORE

Quest’oggi è un foglio bianco la mia pelle,
di fiati caldi e di sospiri - bianco -
di silenzi socchiusi nelle labbra,
di smanie d’occhi e lingue col-legate.
Foglio bianco di dita esploratrici
di mani calde e brividi goccianti.
Nel dedalo dei sensi,
in estro di pensieri,
nel suono assente d’organi lontani
non ho versato orgasmi nell’inchiostro.

Non ho fatto l’amore.

Non ho poesia quest’oggi per il Cielo.
Non ho poesia per te.

Lorena Turri


PARLAMI


Parlami delle notti tue mondane,
di quel grande bicchiere mezzo pieno
di chardonnay bevuto a sorsi piano,
dell’orgoglio in un sigaro toscano,
di quella tavolozza di colori
sulla panca ricolma di giornali;
dei tuoi sorrisi sempre assai gioviali,
del gatto bianco e nero e dei tuoi quadri.

Poi parlami di te, di come stai,
di come stanno i pesci nella vasca,
di come mai la storia è così vasta
ma in fuga sempre, come il tuo saluto
alla stazione. Adesso qui è spiovuto
ed io sto in mezzo a un mondo tondo scaltro
e oscillo tra un binario morto e l’altro
(perso il bicchiere).Non ho più paura,
te lo giuro. Ma tu parlami ancora,
intanto che ritorno alla clausura.

Non abiuro, però non so che fare.

Lorena Turri


11 commenti:

  1. E' una poesia originale che sa interpretare egregiamente le varie fasi dell'esistente "amoroso", inebriante, ma anche carico d'incognite, fin quasi a paragonarlo ad un "foglio bianco di dita esploratrici/ di mani calde e brividi goccianti". L'esigenza è quella di gridare al mondo la propria disillusione o tormento, la Turri non lo fa, depura il disappunto con la carica emotiva ed emozionale che la caratterizza e attraversa "il dedalo dei sensi" senza null'altro pretendere che l'amore, "di fiati caldi e di sospiri -bianco-" comparando la sua pelle a un foglio candido, che non è ingenuità o semplicità, ma al contrario astuzia linguistica, purezza di modi e d'intenti votate ad un sentimento vivo, al un spirito libero che sa volare alto con la fantasia amorosa e l'anima esultante.

    Ninnj Di Stefano Busà

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  2. Se la chiave segreta del sentimento nasconde momenti di profonde rivelazioni intime l’esperienza stilistica di un poeta non può fare a meno di racimolare con garbo ogni segnale in una sorta di preparazione psicologica ricca di ambivalenze e di sorprese che rendono la scrittura prelibatamente scorrevole e colorata. L’esperienza insegna che bisogna mirare alla parola per vigilarla, per coinvolgerla , per impegnarla in un ritmo sempre più incalzante ove la testimonianza risulti logica definizione della vitalità di una ostensione, tramite la diacronia del modello illuminante. Lingua ed immagini rinvengono una infinità di elementi che penetrano e rivelano rimandi fertili e musicali per quella forma che cerca di recuperare la poesia universale. Ecco che le poesie di Lorena Turri riescono con notevole impegno a percorrere , intrise di una personale proteiformità , un flusso determinante, per raggiungere la forma elegante e sospesa di una scrittura sempre ricca di movimento. Ella parte con garbo dal canto che la donna intesse nell’accettare il suo ruolo , sempre antico , sempre eguale , sempre incombente , per cantare con fantasia la sua rivincita femminile. ANTONIO SPAGNUOLO

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  3. Ho avuto il piacere di valutare la prima di queste due liriche in quanto giurato del Premio "Voci - Città di Abano Terme 2014": mi colpì alla prima lettura (come sempre accade con la poesia autentica) e la stimai molto positivamente. Quando, in seguito, vidi che anche gli altri giudici avevano espresso il loro apprezzamento, tanto che la lirica risultò vincitrice, fui davvero contento.
    Ovviamente, quando lessi i versi di "Non ho fatto l'amore" non sapevo chi fosse ad averli scritti; riconobbi, però, in essi qualcosa di speciale: un'armonia dolcemente malinconica, un bisogno d'amore e d'amare straripante che - nel momento stesso in cui non trova possibilità d'esprimersi - mette in gioco tutta la sua potenza. Non versa "orgasmi nell'inchiostro", Lorena Turri, eppure riesce a trasmettere al lettore l'amplesso dovuto all'unione tra il Cielo e la Parola. E questo è semplicemente straordinario.
    Ora poi che, su questo prestigioso blog, non soltanto la ritrovo ma la scopro accompagnata da un'altra perla, da una nuova musica tintinnante, da un nuovo, struggente spleen, non ho più dubbi: siamo di fronte ad una poetessa di valore, con un talento innato.
    Alle prime armi - come dice Roberto Mestrone - ma pronta, sicuramente pronta ad impugnare quelle giuste, a fregiarsi di quelle fronde di alloro troppo spesso adornanti la vanità.

    Sandro Angelucci

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  4. Quella di Lorena Turri è un'anima legata allo scoglio dei condizionamenti e tuttavia in procinto di spiccare il volo. Senza riuscirci mai, però. Un'ansia di pienezza e di assoluto frenata dalla realtà contingente della vita, un'incertezza che avrebbe bisogno di certezze, un'oscillazione "tra un binario morto e l'altro", un chiedersi perenne "di come mai la storia è così vasta / ma in fuga sempre, come il tuo saluto / alla stazione". L'amore sempre intravisto e vissuto a metà, come "quel grande bicchiere mezzo pieno / di chardonnay, bevuto a sorsi piano" dall'amico pittore (di cui si fa un ritratto vivo e sanguigno, scolpito a tutto tondo in pochi versi meravigliosi e memorabili). Un amore presente ed assente, che non lascia traccia sulla superficie bianca del foglio, così come scivola sull'epidermide senza incidere in profondità. Sempre manchevole e inespresso "nel dedalo dei sensi".
    Franco Campegiani

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  5. Ho avuto l’onore e anche il piacere di conoscere personalmente Roberto Mestrone sul palco di Abano Terme nella sua veste di presidente del Circolo I.P.LA.C., in una giornata festosa, gremita di poeti e scrittori, all’insegna della Cultura e dell’Arte. Un sogno? No, perché i sogni finiscono al risveglio. Invece, all’alba del mio risveglio, ritrovo le mie parole vive nel commento di Roberto, della signora Busà, del “mio” giudice Sandro Angelucci, di Franco Campegiani e, lo cito volutamente per ultimo, del mio Prefatore Antonio Spagnuolo. Per ultimo perché un libro altro non è che la materializzazione del sogno.
    Un libro nasce per essere letto, non per laurearsi poeti, non per ingiallire in una libreria. Questo è adesso il mio rinnovato sogno. Cosa può desiderare di più una” povera donna “che scrive i suoi pensieri in forma poetica se non di essere letta e com-presa?
    Quante volte nella vita ci siamo sentiti “incompresi”. Sin da ragazzi, molto spesso. Adolescenti incompresi dai genitori, dagli amici, dai professori, dal primo o secondo o terzo amore. E poi, su su, crescendo, dal capufficio, dai colleghi, dalla moglie o dal marito, dai figli, dai parenti e persino dai vicini di casa!
    Ed invece, ecco che in questa pagina io, cantatrice di me stessa e di chi come me, mi sento com-presa, nel senso etimologico del termine. E sono felice di essere riuscita, con le mie semplici parole, a farmi com-prehendere. Ed è a questo che, a mio avviso, deve mirare la Poesia.
    In un suo breve saggio, fresco di pubblicazione su questo blog, la signora Busà parla di “Umanesimo”. La Comprensione è parte di quell’Umanesimo oggi perduto. E’ da qui che si deve ripartire. Per noi stessi, per la nostra società!
    Grazie a tutti, sono commossa e frastornata. Se potessi vi abbraccerei uno per uno!

    Lorena Turri

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  6. Lorena, come vedi i grandi si sono riuniti tutti intorno al tuo versificare e hanno celebrato una voce nuova e innovatrice, una poetessa che trascende gli schemi consueti e sorprende. Io ho già detto il mio entusiasmo. Te lo sussurro ogni notte ... Ma sono felice di unirmi a un coro di tale spessore nell'applaudirti e abbracciarti. Maria Rizzi

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  7. " In queste poesie l'animo femminile scopre nervature e profondità al tempo stesso delicate, forti e taglienti a dimostrazione di come la donna sappia gestire il rapporto d'amore con se stessa e con l'uomo, abitante di un pianeta talora distante dall'altro sesso. La poetessa gestisce accortamente le corde del rapporto amoroso presentandone sia gli aspetti più dolci e coinvolgenti che toccano le vette del cielo che i territori terrestri fatti di solitudini e attese e caratterizzati dalle fantasie, dalle disillusioni e dai ricordi. Ne viene fuori una poetica di infiniti rivoli sentimentali che si carica di attese e visioni con il cuore che si apre alla sincera e amara dichiarazione di una condizione che oscilla tra il superamento di una storia e l'interrogativo del domani. La Turri gestisce il tutto con estrema abilità poetica sia sul piano della costruzione della parola che su quello della musicalità ed il risultato è certamente una poesia coinvolgente in cui il lettore si cala con immedesimazione e intrigo ritrovando se stesso in una quotidianità di sentimenti e di rapporti.

    Carmelo Consoli

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  8. Non so cosa voglia dire un poeta con le sue poesie, e non m’importa quale sia il suo sentire. Importa quello che sento io leggendo, quello che scopro in me quando le parole e i silenzi si dispiegano nel loro ritmo... e mi rapiscono. Ogni parola vive in modo diverso in ciascuno di noi. Così la poesia. Per questo non commenterò le poesie di Lorena, ma tenterò di riprodurre, con altre parole, quello che mi hanno dato:

    La condizione contemplativa (spesso erroneamente associata alla donna che attende qualcosa o qualcuno), si fa attesa, apertura, accettazione, ma anche disperazione perché il lui che torna o che arriva per la prima volta, non è sufficiente, occorre di più... Forse non è un lui, ma un Lui, ciò che si attende, per questo non basta mai. Già, perché con Lui si fa anche l’amore, o per Lui si è quello che si è… e quando non si fa l’amore, nel suo senso profondo, si slega il nodo della poesia, non c’è legame che porti a vivere l’orgasmo, o meglio, l’Orgasmo, quell’Orgasmo che non è certo fisico (o lo è, ma non importa), che non è neanche di fede (o lo è, ma non importa)… ma che porta la vita a non avere più tempo, a dissolversi con quel Cosmo che è lì fuori... e che è anche dentro, in clausura.

    Claudio Fiorentini

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  9. Due perle, sì, proprio due perle sono queste poesie di Lorena Turri.
    E ciò non mi stupisce affatto, conoscendone il valore per aver letto tantissime sue composizioni nel blog dell’Accademia Alfieri, dove si è segnalata come una delle più attive e più brave autrici. Di Lorena va sottolineato innanzitutto l’assoluta perfezione metrica – e pertanto la grande musicalità e ritmicità dei versi – e, sotto questo aspetto, la rilevante varietà dei formati (sonetti, polimetri, canzoni, ecc.) alcuni di sua invenzione. Ma anche la varietà tematica delle composizioni, dai temi filosofici, di attualità, o riguardanti gli aspetti della vita in generale – dove traspare, a seconda dei casi, il tono più propriamente lirico oppure quello satirico o ironico – a quelli più strettamente intimistici ed erotici, che sa sviluppare con sapiente maestria e con tocchi di raffinata sensualità.
    E infine – ed è ciò che più mi interessa, perché è questa la peculiarità che distingue il vero poeta da chi è solo scrittore di versi – la profondità dell’ispirazione (tramite cui Lorena dà forma a tutto un mondo di sensazioni, emozioni, concetti, a captare il lettore in un rapporto empatico che pochi autori riescono a creare) e l’eleganza del linguaggio. Frutto, quest’ultimo aspetto, della sua personalità dalla indubbia classe, ma anche di un accurato lavoro di ricerca, che trova il suo naturale sbocco nell’uso sapiente dei suoni onomatopeici e allitteranti, delle metafore, delle figure retoriche in genere, sempre naturali e appropriate al vissuto da esprimere, e da cui scaturisce un’armoniosa scorrevolezza dei versi che sta a testimoniare di un’autrice di assoluto valore letterario.

    Vittorio Verducci

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  10. Dire ancora grazie è banale, ma non so trovare parole migliori.
    Grazie a Carmelo Consoli, per l'approfondita e precisa lettura e a Claudio Fiorentini per la sua personale interpretazione. E' ciò che anch'io faccio quando leggo un testo poetico. Leggo me stessa e il mio sentire, per dirla con il Grande Marcel Proust.
    Infine, grazie a Vittorio Verducci, che ho avuto l'onore e il piacere di conoscere ad Abano Terme, oltrepassando finalmente la barriera della conoscenza solo virtuale, per le belle parole che ha speso per me. Vittorio sa bene la passione che io metto nel comporre versi metrici e quanto impegno. Mi piacerebbe poter trasmettere questa passione ai giovani, perché ritengo che la conoscenza della tecnica sia fondamentale anche se si vuole comporre in versi liberi. Solo conoscendo le regole si è in grado di destrutturarle in maniera efficace, come hanno fatto i Grandi del 900, ad esempio tra tutti, Ungaretti e Montale.
    Sono davvero commossa per tanta attenzione da parte vostra.

    Lorena Turri

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  11. Oltre che essere poetessa valente e sensibile, Lorena è un'autentica paladina della Cultura. La parte finale del suo commento lo testimonia:
    " Mi piacerebbe poter trasmettere questa passione ai giovani, perché ritengo che la conoscenza della tecnica sia fondamentale anche se si vuole comporre in versi liberi. Solo conoscendo le regole si è in grado di destrutturarle in maniera efficace, come hanno fatto i Grandi del 900, ad esempio tra tutti, Ungaretti e Montale."

    Massimo Astolfi

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