Luigi De Rosa: Imperia Tognacci e i suoi poemi in poesia e prosa Edizioni Giuseppe Laterza.Bari. 2014 |
Lettura di: Imperia Tognacci. Nel bosco, sulle orme del pastore Edizioni Giuseppe Laterza. Bari. 2012
Affermava il grande scrittore
francese Alfred De Musset che il poeta deve saper trasformare le stille di
lacrime in lucenti perle. Deve saper “gagner la Nature” per renderla disposta e
disponibile a rivestire i frammenti dell’anima. E questo testo lo fa. I versi
corrono armonici e incisivi, spruzzati di
verde di bosco, musicati da violini di ruscelli, e da fremiti misteriosi d’
incanti naturali. Non è solo un poema
bucolico-georgico, non è di certo solo descrizione di ambiti naturistici di
grande impatto poetico. Ma il fogliame,
le acque cristalline, gli alberi viventi, gli spiri divini e misteriosi che
avvolgono la loro anima non sono altro che fremiti interiori che trovano corpo
nelle meraviglie del Creato. Solo l’uomo potrebbe distruggere ed annientare
questo miracolo. E l’autrice, con versi *arrivanti e impreziositi da un sintagma
vario e ispirato, ama e denuncia, adora
e condanna con un sentire, che, volando
oltre la siepe, ritorna al foglio rinvigorito dal mistero della Morte e
della Vita.
Nazario Pardini
*Ho rimarcato il termine "arrivanti" perché, nel saggio, il critico vi ha accostato un punto interrogativo (?). Se De Rosa non capisce l'uso di qualche termine del dizionario, oggigiorno, ci sono tanti strumenti didattici a cui ricorrere.
DA: Imperia Tognacci: Il richiamo
di Orfeo
Edizioni Giuseppe Laterza. Bari. 2011
La
reazione dell’amore alla rapacità del tempo
Gioiva il verde del bianco sorriso
del mattino. Il viottolo, dopo
il tornante, non sa cosa l’aspetti.
Cipressi non reggono il vento
e si piegano mentre, da diverse
altezze sondano l’azzurro.
Più
che una silloge di poesie definirei questa plaquette un vero poema per il leit
motiv che la permea e la rende organica e compatta. Un poema di grande
intensità emotiva. Zeppo di riferimenti intellettivo-esistenziali attinenti alla visione estetico-filosofica di
Imperia Tognacci. L’amore, forza determinante della vita, della terra e
dell’universo, può essere annientato dal
tempo impietoso che tutto distrugge? A questa sottrazione si può riparare, dando
forza e valore a una concezione edonistica dell’esistenza in considerazione della
sua precarietà?
Si
espande e si diluisce il canto,
non
trattengo carezze di note.
Nulla
è per sempre. Si allontanerà
l’amore
con passi felpati? Diventerò
cirro
dolente e pensoso, attratto
e
fuggente dal raggio che mi dissolve? (Pp 33 vv 2-6).
E
il vento, personificazione di un soggetto naturale in cui l’autrice tende a
concretizzare il suo sentire, cerca di offrire una soluzione consolatoria a
questa coscienza della fugacità
dell’esistere. D’altronde è umana la nostra avventura terrena, è
costretta a spazi ristretti, soggetta alle intemperie dei giorni e delle sere.
Ma come può l’amore, momento essenziale, superbo, etereo ed eccelso, quella
parte di noi che più si avvicina al
cielo, come può sottostare alle leggi di una natura che disfa. Sì!, perché
l’amore è l’essenza del nostro esserci, è il cuore.
E
il vento sussurra:
Perché pensi
al domani? Penelope imitando
disfi e tessi la tela? Sulla
riva
sosti, il noto veliero
attendendo?
Di là dalle vetrate del cielo
avverti
voragini d’infinito? Tira
tende oscure.
Ascolta il tuo corpo, la tua
richiesta
d’amore. Lascia gli schemi prefissati.
L’armadio del cuore svuota
d’inutili cose, il fluire
profondo
di emozioni ascolta. (pp. 33).
Il
vento, seconda anima della poetessa, per reazione a Thanatos, invita a vivere la vita senza tabù, senza
preconcetti,...
(...)
E
Imperia Tognacci nel suo Il richiamo di
Orfeo, pur essendo cosciente che
anche la forza di Eros con la sua assoluta valenza sugli esseri e la vita è
soggetta a dissolversi per lo scorrere inesorabile del tempo, e, pur essendo
consapevole che la leggerezza floreale delle primavere veleggia inesorabilmente
verso i pallidi e fievoli ancoraggi autunnali, fa, comunque, della poesia un solido
credo, affidandole il sacrosanto compito di rendere eterno il suo messaggio,
issandolo sull’altare di chi incantava e incanterà, sempre.
Poesia aleggia nel viaggio
Dove si ripete il canto
dell’amore
Che si tuffa nel cosmo
dell’anima
E fili allentati riannoda.
(…)
Dell’homo tecno sapiens
Che all’angolo ammicca
Raddrizzerai, poesia,
gli orgogliosi sentieri. (Pp.
59)
Nazario
Pardini 08/11/2012
quanta bella poesia nasce nella natura e tocca permeandolo l'animo dell'autrice, che come fresca sorgente giunge a noi lettori assetati di incantevoli melodie
RispondiEliminaFrancesco