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Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade |
Gioia minima
Così ci raccontiamo dei giorni in
fieri,
forse, solo un po’, si piega il silenzio alla parola:
gioia minima, fatta d'aria e di pretesti
quasi fuori dal mondo, il solito incrocio
di note che s’aggrumano
e non sanno
che a tenerle in vita è solo amore.
Lo scopri dalle puntate dell’insonnia,
pronte a scoprire che niente ha senso.
Un tempo vinto, il nostro, a penzoloni sull’abisso
qualcuno dirige le parole sulla carta, come fossero
note di tastiera, messe lì, quasi per caso.
Eppure ti crescono, esorbitano alla luce,
adombrano il tuo spazio, dànno amore
a chi amore reclama e si fa voce,
senza solitudine, perché quella ti resta
attaccata alla pelle come l’ombra.
Ninnj Di Stefano Busà
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Il poeta scrive le parole scegliendole con cura affinché emerga un suono, ma è il lettore che sceglie, secondo il suo stato, la chiave di violino e mette in musica l'emozione rapita al guizzo del poeta. Allora, quella solitudine che rimane sulla pelle trova risonanza fino a svanire tra le note della musica del cuore.
RispondiEliminaBellissime parole alla cui lettura non ho trattenuto l'esprimere di una emozione istintiva
Francesco
Grazie, di cuore, Sig. Francesco Casuscelli, Le sono vivamente grata di averla apprezzata.
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà
C'è qualcosa di speciale in questa poesia, la vibrazione dell'anima nella solitudine del cuore. Tutto appare lacerante eppure dolcissimo: un tempo vinto, a chi amore reclama e si fa voce, si piega il silenzio alle parole, sono immagini sublimi, che mettono in atto un rimescolio di sensi e d'anima. Come si possa scrivere così è proprio un mistero, l'espressione felice di un a chiave di violino che suona armonie divine. Grazie Prof. Busà per averci fatto un tale dono. Complimenti vivissimi.
RispondiEliminaElena D'alba
Musica struggente, che strappa l'anima. Poesia sospesa tra disincanto ed illusione. Fiele e miele nello stesso calice. Tutto ciò che è linguaggio, e dunque cultura, pensiero, non è altro che "gioia minima", di fronte all'unica realtà: il silenzio glaciale. Poesia di conoscenza, disperata e al tempo stessa estatica. Lacerazione incandescente, fortemente poetica. La realtà è la solitudine, la verità è l'amore.
RispondiEliminaFranco Campegiani
nei versi della poetessa traspare una malinconica serenità, una consapevolezza che, pur in questo "tempo vinto..a penzoloni sull'abisso" , la parola debba farsi strumento di orgoglio e speranza futura . Sono veramente grata a Ninnj Di Stefano Busà per l'emozione che riesce a trasmettere e per l'impegno sociale della sua poesia . Nadia Chiaverini
RispondiEliminaGrandissimo afflato lirico quello di Ninnj, che in questi versi attua con rara
RispondiEliminabravura anche la commistione tra il linguaggio poetico e quello quotidiano:
"Un tempo vinto, il nostro, a penzoloni sull’abisso
qualcuno dirige le parole sulla carta"
e dà vinta al canto commosso, solitario, disteso, con voce calda e sanguigna. Un canto che non teme nel suo levarsi, di reclamare l'amore, nella solitudine, sofferta, del tempo:
"a chi amore reclama e si fa voce,
senza solitudine, perché quella ti resta
attaccata alla pelle come l’ombra".
Incanto e disincanto, asserisce con maestria il caro Franco, per uno spartito sul quale le note palpitano, battiti di un'anima forte, indomita, capace di far sì che 'il silenzio si pieghi alla parola'...
Grazie per tanto dono.
Maria Rizzi
"Si piega il silenzio alla parola","il solito incrocio / di note che si aggrumano", "a tenerle in vita è solo amore". E' così, solo amore, solo per amore il silenzio cede e può divenire parola. Una parola che è più forte di mille voci se il senso della vita è un insieme armonico di note e di parole e non "un tempo vuoto ...a penzoloni sull'abisso".Perché l'abisso può avere un fascino immenso, ma può essere un vuoto assurdo, inconcepita creatura di assoluto nulla. Ed anche qui, "l'armonia vince di mille secoli il silenzio" e la solitudine. E' tutto questo GIOIA MINIMA di Ninnj Di Stefano Busà
RispondiEliminaUmberto Cerio
Sì! La voce invocata da Ninnj per allentare i morsi dell' "emarginazione" non può essere che quella del Poeta, creatura abituata a scalare le "puntate dell'insonnia" alla ricerca - nel suo isolamento dalla perfidia del mondo - di un benefico cammino di vita interiore. E la solitudine del Poeta procura buoni frutti: sono i Versi che scaturiscono dal cuore a suggerirci il percorso da intraprendere per superare gli abissi dell'alienazione ed approdare sulle sponde dell'Amore. Tra le strofe si annidano miriadi di "gioie minime", toccasana atto a lenire le sferzate di quella sventura impalpabile che ti "resta attaccata alla pelle come l'ombra".
RispondiEliminaBellissimi versi, Ninnj!
Roberto Mestrone
Una grande poeta, quella che sa esprimere con tale intensità l'ombra creaturale di una magia che lenisce: Con parole struggenti ma sorprendentemente palpabili e godibili in ogni loro riflesso, Ninnj Di Stefano Busà scava in cerca di una parola, che sortisca il fascino inconsumabile, la commistione tra il dolore e la gioia (pur minima).
RispondiEliminaLa Distefano Busà è creatura di sogno, fa rivivere nei suoi versi la delicatezza spontanea di una solitudine appena arpeggiata, una sorta di preludio dolce e tenero all'isolamento di oggi. La bellezza dei suoi versi è immortale, ha qualcosa di impareggiabile, non si può paragonare a nessuno degli autori contemporanei, possiede una sua sigla che la distingue e la classifica a ragion veduta tra le più alte rappresentazioni della poetica odierna. Grazie per il dono di così meravigliose creazioni poetiche: vere gocce di miele, nell'inqualificabile delirio del mondo. Complimenti sinceri e devoti.
Eugenia Palladini