Pasquale Balestriere collaboratore di Lèucade |
Umberto Cerio collaboratore di Lèucade |
Sulla lirica
POETA
di Umberto Cerio
Giunge
sempre nella vita di un poeta il momento di confrontarsi con la sua condizione,
di indagarla liricamente, quasi di definirla. E quando ciò avviene, egli ci offre il suo “testamentum”, cioè, in senso
etimologico, la sua testimonianza o dichiarazione (e quindi anche la sua
visione) della poesia. È proprio ciò che fa Umberto Cerio in questi versi di
chiara forza e intensità, dove l’ispirazione si muove in un autentico tripudio
di elementi naturali e mitici
pervasi da una sofferta umanità e sensibilità, peraltro affinate da
ampia cultura ed esperienza della vita.
Questa lirica, connotata da picchi poetici di rara bellezza, ha il suo nerbo in una ricchezza di
situazioni e momenti ontologici e creativi ( “Poeta è...”, “Il poeta canta...”,
“Il poeta ama.... e insegue...”), iterati, ribaditi, alternati o giustapposti,
sempre però risolti in esiti condivisibili, coinvolgenti e di limpida
realizzazione artistica. Insomma, siamo
di fronte a una composizione che anche sotto il profilo “teorico” sembra essere
la “summa” di una intera vita, quella artistica e culturale del poeta molisano;
il quale convoca, in questo banchetto poetico, attraverso la carica allusiva
dei corsivi e con affetto solidale, i suoi amici di penna, i poeticamente (e
umanamente) affini: Nazario Pardini, Umberto Vicaretti e il redattore di questa
nota; vi fa capolino anche Ugo Foscolo, presenza “ingombrante” ma confortante.
Vorrei
in ultimo sottolineare la chiusa: “Ma il poeta è nel Sole /quando giunge la
notte del naufragio”. Folgorante.
Pasquale
Balestriere
POETA
Poeta è saper leggere i giri
della
luna, ascoltare
il
sottile fremito degli astri,
il
viaggio segreto delle comete.
Senza
il timore del loro passaggio.
Poeta è assaporare
l’aria
che respira nei tuoi occhi
e
vivere il salpare di velieri
verso
l’ignoto d’albe
col
salmastro dall’onda sollevato
nel
mare del mostro di Poseidone
che
spaura d’Ippolito i cavalli.
Fu lì, fu lì che amai, tra sogno e fuoco,
ed amo
ancora Ninfe e Numi avversi,
aggrovigliati
nembi e azzurri densi,
l’urlo
della bufera,
archi
di soli e giri di pianeti
su
mari tempestosi o placati
dal
sonno di Eolo
in
solitaria attesa dell’Aurora.
Poeta è ascoltare
il
sogno doloroso dell’anima
ferita,
il tremito dell’erosione
che
sfalda certezze della ragione.
E
giungere al fondo di ogni fuga.
E poi cercare il verbo
che
urli, che penetri nell’anima
buia,
lontano dalle nostre Parche,
che
del giorno riaccenda la scintilla,
che
plachi degli oceani la rabbia.
Verbo
che parole non confonda.
E’ sapere il fuoco
delle
stelle, l’esplodere degli astri,
è
sapere la morte di Chimera
col
fuso piombo di Bellerofonte,
la
furia oscura delle tempeste,
la
vanità del cielo e della terra,
l’atroce
sgomento degli abissi.
Il poeta canta Itaca petrosa,
Penelope
e la sua trepida attesa
ed il
ritorno di Odisseo, lo strano
amore
di Stenebea, di Fedra,
la
folle gelosia di Medea
e di
Antigone il dramma straziante.
Il poeta ama il vento forte
che
dal buio riporta nella luce,
l’ansia
segreta della verità.
Libero
come il vento
ed il
lieve frecciare del ramarro,
la
danza aperta delle libellule
sulle
anse dei fiumi
e
nuvole che vagano nel cuore.
E canta il volo e il tuffo del gabbiano
e come
airone in alto
insegue
i sogni nel mattino
se
Icaro si sente nell’azzurro
e vive
la caduta
con
l’urlo disperato dello schianto.
Ma il poeta è nel Sole
quando
giunge la notte del naufragio.
Umberto
Cerio
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RispondiEliminaQuesta luminosa dichiarazione di poetica, espressa in versi di folgorante bellezza, parla del poeta e della poesia come sinonimi dell'uomo e della vita. Il mito è al centro degli interessi di Umberto Cerio, ma non il mito come favola evasiva, bensì il mito come cuore pulsante della realtà, come motore della storia e della vita. Quella del poeta non è altro che una voce che amplifica il suono di questa pulsazione, di questa potente carica di vita. Ha ragione Balestriere nel sottolineare che "l'ispirazione (di Cerio) si muove in un autentico tripudio di elementi naturali e mitici pervasi da una sofferta umanità e sensibilità". I miti, a ben guardare, sono sempre bifronti, come sempre duale è la vita: da un lato il dolore e dall'altro la gioia; da un lato i naufragi, le onde tempestose, e dall'altro i mari in bonaccia, i cieli in trepida attesa dell'aurora. I miti sono la vita stessa, ritratta nei suoi molteplici aspetti positivi e negativi, tenebrosi e dolcissimi. E la poesia che li esprime non è altro che il canto della vita, il racconto di una fuga e di un ritorno rispetto alla patria cosmica da cui si viene. Il poeta muore e rinasce nel "verbo... che del giorno riaccende la scintilla": una parola viva, la sua, che conosce il nero fiume delle morte parole, così come conosce "l'erosione della ragione", la sconfitta della superbia, lo schianto di Icaro che, senza umiltà vorrebbe raggiungere il sole. Il poeta invece è umile, ed è già nel Sole, nella salvezza, con il suo spirito, "quando giunge la notte del naufragio". Grazie a Umberto Cerio e complimenti a Pasquale Balestriere.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ti sono grato, caro Franco, per questa tua nota veramente illuminante perché fortemente esplicativa. Con essa hai colto il senso più profondo di "POETA", che, come con acume puntualizzi, è una "dichiarazione di poetica" e non solo, perché è un mondo che l'uomo, nella sua lunga storia, ha vissuto e sentito attraverso i secoli (e quanti miti ancora vengono "attualizzati" dal comportamento quasi ormai quotidiano, come altre volte abbiamo avuto modo di notare ?) perché, come tu dici, il mito è vita e storia, non solo mito celebrato, ma avvertito come "cuore pulsante della realtà", perché è da lì che nasce la vita spirituale e culturale dell'uomo. E' vero ciò che dici quando affermi che "i miti sono la vita stessa, ritratta nei suoi molteplici aspetti positivi e negativi, tenebrosi e dolcissimi". Grazie di nuovo per il tuo commento da vero esegeta.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Caro Pasquale, devo dirti un grazie grande quanto una montagna, per come hai penetrato il mio pensiero e il mio animo. In "POETA" è la mia concezione e la mia professione di arte, che cerca di toccare ogni emozione che possa farsi poesia.In POETA ho cercato di concentrare ogni mia riflessione su ciò che è poesia (o che può essere poesia). E certo sarebbe più facile dire ciò che poesia non è. E tu hai saputo leggere e cogliere ogni sfumatura del mio pensiero in così poco spazio e con tanta profondità, dando un'ulteriore prova della tua saggezza e sapienza esegetica, tanto che, in tutta sincerità, resto perplesso di quanto tu dici di POETA e dei modi in cui lo dici. Al di là del senso di solidale umanità e di un molto vicino modo di sentire e di poetare, vi è la tua sensibilità di cogliere il significato e l'intento di un testo che spesso qualcosa di segreto pure nasconde. Non ti faccio formali complimenti e formali ringraziamenti. Sarebbe anche stucchevole farlo. Devo dirti che spesso le mie parole sono verso su verso, respiro su respiro, poesia su poesia, con i sensi di una più autentica e vera amicizia.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Errata corrige: Devo dirti che spesso le "tue" parole...
RispondiEliminaUmberto Cerio