Carmelo Consoli collaboratore di Lèucade |
Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade |
Soltanto una vita
di Ninnj Di Stefano Busà
Alle
prese con un genere letterario come quello del romanzo Ninnj Di Stefano Busà,
acclamata poetessa contemporanea, eminente critico letterario e personalità di
punta della letteratura nostrana e internazionale, convince ampiamente e
riafferma le sue apprezzate qualità
umane e le grandi capacità di scrittura che l'hanno resa così nota sino ad oggi
tra il grande pubblico e gli addetti ai lavori.
L'occasione
le viene data dalla pubblicazione del suo libro “Soltanto una vita “ della
Kairos editore in cui l'autrice dà respiro ad un classico romanzo di collaudata
tradizione con personaggi e scenari che appartengono ad un classe borghese di
elevato livello e dove si respirano, di fondo, arie elitarie ed idilliache che
all'apparenza appaiono alquanto dissonanti con il travaglio umano e sociale
della nostra modernità e del nostro tempo.
Un'
apparentamento, a prima vista, quello della sua vicenda, con una sorta di
telenovelle americane o sudamericane che
vanno in scena per anni e dove si recitano struggenti saghe familiari.
Ma
ciò non inganni in quanto la Busà da grande interprete dell'antitesi tra sogno
e realtà ha voluto, a mio giudizio, sottolineare al meglio lo scontro tra il
male, le traversie della vita, il dolore e le oasi paradisiache della gioia,
dell'ascesa verso dimensioni edeniche, affondando cioè le sue visioni in un
mondo in cui fortune e disgrazie si mostrano nella loro maggiore rilevanza,
opposizione e distanza.
Il
volume è imperniato sulle esperienze di tutta una vita con un ideale percorso
generazionale in cui ognuno di noi può sentirsi coinvolto tra la meraviglia e
l'amarezza.
Una
vicenda a cui il lettore dà piena condivisione, immergendosi empaticamente
nelle note descrittive attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi, in una
gamma estrema di sfumature, da quelle più materiali a quelle più spirituali e
con una continua ricerca della verità
del vivere.
La
scrittura, che rivela grandi capacità tecniche e si avvale anche dell'effetto reiterato della
“contrapposizione”e della “sovrapposizione”, vuole sottolineare nella sua più
profonda motivazione come la vita vada vissuta nella pienezza dei propri
risvolti sia amari che dolci non rinnegando le fasi tormentate, accettando il
peso del dolore; insomma come dire che è importante gioire e dolersi per sé e per gli altri nella
costante consapevolezza di una esperienza irripetibile, quale è l'esistenza
umana.
Questo
è, a mio parere, il filo rosso che unisce la storia e che riafferma quindi la
sostanziale saggezza dell'autrice nella ricerca dell'amore e della condivisione
della vita.
I
due principali protagonisti Julie e George
assurgono, nella loro personale vicenda,
a simbolo di distruzione e rinascita, ingabbiati come sono in spazi da
incubo con le loro prove fisiche ( lei toccata dall'esperienza del tumore e di
un aborto, lui colpito da infarto) e liberati poi in oasi paradisiache in cui
gli scenari naturali mostrano tutta la potenza poetica dell'autrice.
Ma
anche gli altri attori che sfilano, ad iniziare dalla figlia di George, Emily e
da suo marito vengono provati
significativamente e dolorosamente e quindi si rivela in maniera costante
l'antica contrapposizione tra felicità e sofferenza.
Ne
viene fuori un volume in cui la Busà mostra una grande padronanza stilistica e
concettuale messa in atto attraverso un canto lirico appassionato e
costantemente impreziosito dalle corde poetiche straordinarie in suo possesso,
in cui l'accento viene posto su fondamentali regole di vita come il rispetto
dell'altro, la fede in sé stessi , l'amore e la solidarietà con la malattia e
le disgrazie altrui.
Ovunque
aleggia l'aura della poesia di Ninnj, persino nell'accuratezza dei tratti
psicologici dei personaggi, nei momenti più accentuati di psicopatologia ed
ovviamente poi essa si esalta nella carrellata infinita dei luoghi e dei
paesaggi esotici passati in rassegna.
Ma
davvero sorprende la sua sapienza tematica-descrittiva dove ella si rivela la
romanziera esperta capace di dar voce alla piena consistenza di un romanzo dai
toni fortemente colloquiali, con innegabile bravura linguistica e stilistica.
L'autrice
si dimostra in grado di affrontare il genere narrativo nella minuziosità e
genuinità delle cose, cioè di calarsi con cura nei minimi dettagli, soffermandosi lungamente ad
affrontare l'approfondimento dei
caratteri, cosa che da sempre coinvolge emotivamente e svela in profondità l'anima degli attori
messi in scena.
Il
lettore segue dunque un seducente percorso nell'accurato tratteggio dei
protagonisti e delle loro vicende, alle prese così con un' ampia gamma
comportamentale umana che va dalla devianza psichica, alla saggezza,
dall'insicurezza alla piena affermazione, dalla discesa nel dolore più
profondo, all'ascesa nell'azzurro delle isole felici, dai distacchi dolorosi
alla piene riappacificazioni, come accade tra George ed il figlio, per tanti
anni divisi, dopo che quest'ultimo era stato affidato alla madre rivelatasi una
donna sostanzialmente psicopatica.
Insomma
trame e collocazioni degne della mano più sapiente del romanziere con la
capacità di una scrittura in grado di affrontare con leggerezza e profondità al
tempo stesso tutte le le più ampie tematiche della vita.
Una
lettura che invita a coinvolgimenti sentimentali, ambientali, a riflessioni
interiori, spirituali, a considerazioni sulla famiglia e sulle relazioni
sociali ma che soprattutto sottolinea la forza e la fragilità della vicenda
umana e la meraviglia della vita, unica
e incredibile.
Vale
la pena di sottolineare ed evidenziare il tocco magico della Busà nell'innesco
della bellezza paesaggistica e degli scenari naturali anche se poi dobbiamo
concludere che non poteva essere
diversamente considerando l'altezza e lo spessore unico della sua poesia.
Ma
a vincere ancora una volta è l'amore o meglio la ricerca di quella luce che
conduce all'amore; una presenza di luminosità costante nella poesia di questa
grande autrice, della quale vorrei ricordare il bellissimo volume: ”Quella luce
che tocca il mondo” che io ho avuto l'onore di presentare tempo addietro alla
“Camerata dei poeti” di Firenze, dove mostra in tutta la sua magnificenza,
l'aspirazione al segno salvifico, dopo il calvario delle prove e la discesa in
abissali scoramenti.
Come
allora, in questo romanzo, avviene uno scavo profondo sul percorso e sul
mistero della vita, con la differenza che stavolta viene messa in scena una
vicenda che si snoda seguendo dinamiche e scenografie filmiche in cui si viene
rapiti e immersi in caleidoscopiche visioni, trasportati nella più coinvolgente
adesione nei risvolti delle umane
condizioni, dall'estremo dolore alla gioa più esaltante.
Dunque
per l'autrice c'è la necessita della riproposizione della grande questione tra
luci e ombre, nella sua continua ricerca di un modus vivendi che acclari il
mistero dell'esistenza.
Per
lei il senso più profondo della presenza umana nel suo percorso vitale consiste
nella ricerca dell'amore, nella condivisione amorosa senza limiti che sostiene
e ripaga con i suoi stupori emozionali e apre al miracolo, ai sogni, dando il
coraggio di opporsi alle lacerazioni del male.
Insomma
tutto questo perché la vita è unica e straordinaria e va vissuta con la
consapevolezza della sua preziosità.
Complimenti
dunque all'amica Ninnj capace di accedere al romanzo con assoluta disinvoltura e notevole padronanza
di scrittura e di saper dare prova di elargire emozioni e incantamenti al pari
della sua splendida poesia ; una capacità, la sua, davvero straordinaria.
Carmelo
Consoli
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